15 agosto, 2015
Mi sveglio alle 4 e mezza. Sono sempre stata una campionessa nell'arte del "girarmi dall'altra parte e ignorare la sveglia" ma ora non ci riesco. Mi sono cacciata un dito in un occhio nel sonno, forse per una convulsione del braccio e mi fa un male boia per almeno altre due ore.La mattina sono inquieta. Sono sola. Sola con mia madre, non sono subissata dai parenti davanti ai quali devo ridere e far vedere che sto bene. La mattina è la parte più difficile. Perché posso pensare.Mia madre sta male, sta peggio di me, molto peggio di me. E fa la forte per me.Ma ci siamo messe d'accordo che quando siamo sole, possiamo stare male in pace senza avere il bisogno di fare le rocce con nessuno. Non abbiamo neanche bisogno di parlare noi, andiamo dirette in telepatia.Lei mi ha consigliato di cominciare a scrivere un diario.E io ho paura che dopo che mi avranno aperto il cervello non sarò più capace di farlo, non riuscirò più a scrivere. Quindi voglio farlo adesso, finché posso.E ho anche atrocemente pensato, che potrei pubblicarlo e diventare ricca, morire e farlo diventare un best seller da 100mila copie, così almeno le mie figlie avrebbero un futuro assicurato. Fa schifo come pensiero vero? Però passatemelo, che ho un tumore al cervello.La mattina passa. Finalmente ho fatto una doccia e ho lavato i capelli, mi sono anche fatta la piega, perché finché ho i capelli li voglio belli.Mi sono venute un po' di paranoie, credo passabili. Sto in short perché voglio tenermi d'occhio le gambe, nonostante la mia abbronzatura tipo vampira di twilight e tengo sempre le scarpe da tennis, anche a letto, perché ho paura che le mie gambe ricomincino a scalciare. E le botte sono così forti che mi farei male.Mi sento energica, attiva. Cammino un po' ammaccata ma non me ne frega. Sono riuscita a scrivere, mi ha fatta stare meglio.E poi mi sono truccata. E ho pensato e ripensato che se è maligno non si vede dalla tac. Me l'hanno già detto altri quattro medici. Voglio solo togliermi questo coso.Mi tocco la testa tante volte, chissà dov'è.I visi più belli della mia famiglia sono già venuti tutti a sorridermi.La mia cugina macabra che lavora in sala operatoria dove aprono i cervelli è la migliore. Mi racconta tutto, e io voglio sapere tutto. È un tumore molto frequente, non è raro, non è in posizioni inarrivabili. È fuori dal mio cervello, appoggiato sopra. Comincio a sentirmi meglio. Sempre meglio che parlare con la dottoressa troia.Arriva il tipo tatuato. I parenti si defilano e mi lasciano sola, con mia madre che mi copre quando mi cercano i medici proprio come quando avevo 15 anni.Era tutto inadeguato, saremmo dovuti essere in un bar, a raccontarci qualcosa di banale, perché si sa, quando conosci una persona non devi raccontare tutto subito, devi chiacchierare con semplicità. Sarei dovuta essere in ordine.E invece ero in pantaloncini e maglietta. Con una flebo penzolante da un braccio e una gamba che ballava ogni 4 minuti.E il caffè delle macchinette fa proprio schifo.Però è stato bello. Perché non lo so, però si, andava bene, ci stava. Ero stanca di vedere visi in lacrime.Con la scusa della gamba ballerina mi sono avvinghiata per tutto il tempo, anche quando non avevo bisogno. E sono stata bene, senza pensare a niente.Cioè mi sono fatta un appuntamento in ospedale, scusate se è poco.Verso sera, di quel divertente ferragosto, arriva mio fratello.Il mio fratellastro, quello schifo.Lui a differenza di tutti gli altri miei parenti, ha sentito dire "tumore maligno al cervello" ma non aveva capito che fosse tanto grave e ha preferito finire le vacanze prima di arrivare. Infondo stava a due ore di macchina, era distante, poi dai, il falò di ferragosto è importante, non scherziamo.Mi fa così tanto schifo che non riesco nemmeno a guardarlo in faccia. Mi viene da vomitare.Avevamo litigato, perché quella gran puttana della sua fidanzata non voleva che lo disturbassi quando era con lei, insomma io da sorella, la dovevo smettere di scocciare lui quando volevo uscire, io non le avevo delle amiche?Erano mesi che non ci parlavo per questa cosa. E anche per quella grandissima troia di sua madre, che mi accettava come sorella di suo figlio, solo se stavo zitta e non lo dicevo a nessuno senza rompere tanto il cazzo.Scusa tesoro, non è colpa mia se io ho una sorella morta e questo mezzo fratello rimasto era la mia unica speranza.Lui mi guardava disperato, straziato, finto come un attore di quelli che ti fanno cambiare canale."Supereremo anche questa" ma cosa supereremo? Ma cosa? Ma cosa che hai ritenuto più importante il ferragosto del mio tumore?Per anni mi sono detta che anche se eravamo incompatibili, di fratello avevo solo quello e me lo dovevo far andar bene.Per anni mi sono ripetuta che un giorno da vecchi, nel momento del bisogno ci saremmo sempre stati l'uno per l'altra.
Il 15 agosto del 2015, ho capito che quello schifo, non sarà mai un fratello. Sarà solo un bamboccio patetico che vuole fare il disperato ma che non ha nemmeno interrotto le ferie davanti a sua sorella con un tumore al cervello.Gliel'ho detto che lo odio, l'ho urlato così forte che l'hanno sentito in tutto l'ospedale.Adesso lui continua a telefonare e quella troia di sua madre mi fa i cuoricini su Facebook. Sentitamente gente, andatevene a fare in culo.Ho deciso che voglio tante foto e tanti ricordi. Ho fatto un servizio fotografico al mio fumatore tatuato, siamo venuti orribili in tutte, non ce la possiamo fare.Mia madre è esausta ma bellissima, lei si è messa in posa per il mio album di ricordi.Le bimbe vengono qui e ci stiamo tutte e tre nel letto.Giocano con il telefono, guardano la tv, stiamo abbracciate ed è bellissimo.
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La mia lotta contro il tumore S.M.
RastgeleSelene Maggistro conosciuta più come "fidanzata psicopatica" scrittrice del suo libro uscito nel 2015, amata per la sua ironia.. racconta tramite un diario il suo percorso contro il tumore. Questa storia è reale, la metto su wattpad solo per diffond...