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"Forza Dylan!" Mia madre urla dal piano di sotto svegliandomi. "Devi andare a scuola!" Continua a dire salendo le scale per entrare nella mia camera e accarezzarmi i capelli.

Apro gli occhi contro voglia incontrando i suoi stanchi e verdi. "Dai, o farai tardi." Sussurra ora legandosi i capelli marroni in una coda alta.
L'unica cosa in comune che abbiamo noi tutti adolescenti è la voglia di andare a scuola che equivale a zero. Ma io più di tutti gli altri adolescenti non voglio andarci,varcare la porta di quell'inferno e ripetere "Mancano solo due anni Dylan e tutto questo finirà." L'unico motivo per cui mi alzo al mattino è per non deludere i miei genitori che fanno tanto per me,per non far capire loro che hanno un figlio apatico e che passerebbe il resto della vita nella sua stanza con le finestre chiuse.

"Ok,arrivo." Rispondo a mia madre alzandomi e prendendo una maglietta bianca dall'armadio. Mi specchio: non credo che mi manchi qualcosa per fare colpo sulle ragazze,ma evidentemente loro credono il contrario dato che nessuna mi si è mai avvicinata.

Infilo lo zaino dietro le spalle e scendo sotto dove i miei stanno parlando.
"Jay, te lo sto dicendo, c'è qualcosa che non va." Dice mia madre seduta sulla sedia bianca vicino a papà:un uomo che sembra un gigante in confronto al corpo minuto di lei.
"Theresa,non devi preoccuparti,nostro figlio sta bene è solo un periodo un po 'buio'" Controbbatte mio padre convinto che io non lo possa sentire.
"Un periodo che sta durando un po' troppo, non credi?"
A quel punto entro in cucina, sorridente,per non dare altre preoccupazioni.
"Ehi, tra meno di due mesi ci sarà il tuo diciassettesimo compleanno,vuoi qualcosa in particolare?" Dice papà vedendomi mentre mamma mette in ordine la sua borsa da medico.
Giusto,il compleanno...
"Solo la pizza." Dico cercando di essere simpatico. Mamma guarda papà con uno sguardo tipo 'te l'avevo detto che non sta bene' e papà controbbatte con la sua indifferenza.

***
"Divertiti." Annuncia mamma lasciandomi a scuola.
"Certo." Come se una persona a scuola potrebbe divertirsi.
Okay,fa un respiro,tranquillizzati.
"Ehi frocio." Diamine. Mi giro sapendo che stanno parlando di me. Simon e i suoi amici mi vengono incontro ,come fanno ogni giorno.
"È da quasi un anno che te lo ripeto: io non sono gay e poi 'frocio' è offensivo." Dico mentre alzo la testa,di molto, per guardare negli occhi quello stangone di Simon.
"Tu non sei frocio ed io sono Obama." Ride prendendomi dalla maglietta,ed aiutato dagli altri mi porta fuori dove fanno la solita routine davanti a tutti gli studenti.

"Vi prego no!" Dico come sempre, e come sempre loro se ne infischiano, e come sempre mi buttano nel bidone della spazzatura, e come sempre tutti gli altri ridono,e come sempre nessuno viene ad aiutarmi, e come sempre vorrei sparire.
Alzo lo sguardo per vedere se sono andati via,l'hanno fatto perciò, impacciato,esco dal bidone lurido e puzzolente. Ormai la maglietta bianca è macchiata e non posso tornare a casa, vorrei picchiare qualcuno o piangere sulla spalla di qualcuno per il nervosismo. Tolgo un pezzo di quello che sembra mela dalla mia scarpa.

Rientro e non c'è nessuno nel corridoio, capisco che è suonata la campanella.
Entro nella mia aula "Forbes,vedo che ritardare è un'abitudine ormai." Dice il professore di chimica guardando la mia maglietta sporca. Mi siedo in un posto isolato sentendo gli sguardi di tutti addosso "Mi scusi." Riesco a dire prima di diventare rosso in viso.

***
A cena mangio solo un pezzo di frittata già sazio dalla roba grigia che servono in mensa e ascolto i miei che provano a convincermi sul compleanno anche se alla fine rinunciano stufi della mia apatia.

Salgo in camera e mi stendo sul letto. I prossimi anni saranno così? Dovrò andare sempre a scuola con l'ansia e la paura? I miei anni più belli sono davvero così schifosi? E allora perché sono ancora quì? Perché non ho fatto una cavolata? Perché continuo a pensare che tutta questa merda potrà migliorare un giorno?
Tra un pensiero e un altro mi addormento,inconsapevole che il giorno che mi aspetterà domani mi cambierà la vita.

Smoke and Jade.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora