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"Quindi,prima vi lamentate del fatto che io non abbia amici,poi vi chiedo di organizzare una festa di 'non compleanno' per una mia amica,e vi lamentate lo stesso (?)" Dico a tavola come se fosse una cosa normale rinunciare alla festa del proprio compleanno per regalarla a qualcun altro.
"Io e tuo padre siamo contenti del fatto che tu abbia trovato un'amica,ma non capiamo perché dobbiamo pagarle la festa del suo 'non compleanno'.Avrà dei genitori anche lei,non pensi?" Domanda mia madre prendendo un pezzo di pane. Mi guarda,inarcando le sopracciglia.
"Non lo so..." E in effetti non so chi siano,dove siano e cosa facciano i genitori di Jade. E sono stato così stupido a non domandarle niente, a non provare ad entrare nella sua corazza.
"Non sai cosa?" Domanda papà.
Bevo un sorso d'acqua,all'improvviso sento la gola secca. Non so niente di lei,niente. Sapere quale sia il suo libro preferito,il suo colore preferito, il suo cantante preferito, non fa si che io conosca veramente Jade. È addentrarmi nel suo passato,aiutarla a superare tutto,capire questo suo senso di apatia che mi farà capire chi sia veramente Jade. Non la Jade così testarda e così orgogliosa,e non la Jade dal sorriso forzato.
"Non lo so" Ripeto,rendendomi conto di non sapere realmente nulla.
Spingo il mio piatto il più lontano possibile,la fame mi è passata, così salgo in camera.
Voglio convincere i miei a festeggiare il compleanno di Jade.
***
"Non capisco perché ci metti così tanto a prepararti,credevo di essere io la donna quì." Mormora mia madre salendo in macchina.
"Lo credevo anche io." Dico accendendo la radio. Percorro la stessa strada che percorro ormai da anni,sei giorni su sette.
Mamma mi lascia nel parcheggio. Inizio a scrutare le auto in fila per vedere se c'è quella di Jade. Non c'è,stranamente.
La campanella suona ed io passo tranquillamente vicino a quei ragazzi che un mese fa mi avrebbero spaventato a morte. Testa alta e schiena dritta entro in classe provando ad immaginare dove sia finita Jade.

Durante l'ora di chimica penso. In amore, è vero che gli opposti si attraggono o le persone che si somigliano sono destinate a stare insieme? Tutte le coppie che conosco possono essere smistate in una categoria precisa, ed io non so quale categoria possa essere quella mia e di Jade. Mi faccio problemi che non esistono dato che io e Jade,effettivamente,non siamo altro che due estranei che si parlano e che fanno finta di essere amici.
La campanella suona,interrompendo i miei pensieri.
Prendo quella poltiglia e vado in mensa. Al tavolo che tendo ad occupare quasi sempre,c'è una felpa blu ad aspettarmi.
"Pensavo non fossi venuta." Dico sedendomi di fronte a lei.
"Pensavi male." Mi accorgo che ha già finito di mangiare e si sta alzando per andare via. Non voglio che mi lasci solo. Ma anche se ci fossero altre persone in mia compagnia non vorrei che lei mi lasciasse.
"Ti hanno anticipato il turno al bar?" Domando prendendole il polso prima che lei se ne vada. Un gesto che le da fastidio dato che mi guarda male. La lascio immediatamente,demoralizzato.
"No. Voglio solo andare via Dylan." Commenta. Il suo viso una maschera agghiacciante,nessuna emozione si può intravedere.
"Mi farò accompagnare da mia madre al bar oggi pomeriggio allora." Dico guardandola negli occhi,pregando mentalmente che mi dia una buona risposta. Le mie preghiere non funzionano.
"No. Voglio stare da sola e basta." Esce dalla mensa lasciandomi distrutto in qualche modo. E la mia vocina interiore comincia a parlare :"Prima dici che vuoi conoscerla meglio e poi al minimo imprevisto la lasci andare."
"Che cazzo sto facendo?" Dico e lascio la mensa anche io per andare da lei. È quasi alla fine del corridoio,ma riesco a raggiungerla.
"Ho fatto qualcosa?" Domando mettendomi davanti a lei,in attesa di una risposta.
"Non hai fatto niente, voglio solo stare da sola, lo giuro." Mi sorpassa ed io la lascio andare. So che avrei dovuto lottare di più con lei, raccontarle tutto, dirle che di me può fidarsi...e invece rimango quì,alla fine del corridoio,guardandola mentre accende la sua macchina e lascia la scuola, lascia me.

Due giorni dopo

"Sei sicuro di non voler aspettare in macchina?" Domanda mamma nel parcheggio della scuola.
"Sicurissimo." Scendo dall'auto. Entro a scuola, senza controllare se ci sia Jade. Ripete che vuole restare sola, che vuole lasciata del tempo, e so che non dovrei farlo, ma ho accettato questa condizione. Per lo più per non romperle le scatole.
"Oddio scusa." Dico ad un ragazzo dopo averlo urtato involontariamente.
"Ma guarda chi si rivede! Ti mancano i bidoni della spazzatura?" Con la mia sfiga in vena, con tutte le persone che potevo urtare, indovinate un po' chi urto?
"Si,ma non particolarmente. Non erano così accoglienti." Commento allontanandomi a grandi passi da lui,inutilmente. Mi afferra dal cappuccio. "Oggi che non c'è la tua padroncina è un gran giorno." Mi trascina fuori.
Ed ecco che ci risiamo.
Ecco che siamo tornati indietro di un mese.
Ecco che ricomincia la mia solita routine.
Ecco di nuovo me,da solo, contro loro.
Ecco me senza Jade.
"Ma dico io, mi allontano per solo due giorni e voi idioti ricominciate?" Le sue parole. La sua voce. La guardo.
"Sappiamo tutti che è un frocio!" E ridono,come se fosse una cosa normale.
"Lui non è omosessuale." Dice Jade, provando a spiegare la situazione "Ed anche se lo fosse non meriterebbe questo trattamento."
"Oh e come sai che non è un frocio?" Continuano a ridere.
Jade si avvicina a me.
Con i suoi occhi chiari e i suoi capelli neri.
Si avvicina.
E fa una cosa che non mi sarei mai aspettato...

Smoke and Jade.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora