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"Che pensi di questo vestito?" Chiede mamma tenendo in mano un vestito troppo rosa e con troppi brillantini.
La guardo dritta negli occhi "Mamma...No."
"Okay caro Enzo Miccio, okay." Replica posando il vestito e cercandone altri. Mentre la seguo tra gli oscuri corridoi di negozi femminili con commesse che girano chiedendo "Serve aiuto?",noto un vestito blu notte di pizzo, lineare, semplice, sopra il ginocchio,non troppo elegante e nemmeno troppo casual. Come Jade. So che si potrebbe sentire in imbarazzo indossando un vestito stile gipsy. E so anche che questo vestito dalle maniche ricamate e dal colore così scuro potrebbe piacergli.
"Questo è perfetto." Lo prendo esaminandolo da vicino. "È lui." Dico guardando mamma.
Le commesse mi scrutano sentendo le mie parole e notando che stringo il vestito sul petto come farebbe una ragazzina al ballo scolastico, a quest'ultimo sono contrario, ma questa è un'altra storia.
Guardo il prezzo. Rientra nel budget dei miei €100 per il guardaroba.
"Passiamo al mio capo preferito, e scarpe!!" Urla mia madre dirigendosi dall'altra parte del negozio.
Tacchi, stivali, bamboline e ancora tacchi.
"Su questo vestito potresti abbinarci queste scarpe." Mamma prende un paio di tacchi con dei brillantini sulla punta.
"Tu, hai un serio problema con i brillantini, disintossicati." Dico ringraziando mentalmente Dio per non avermi fatto nascere femmina.
"Okay caro Enzo Miccio,okay."
"Pt. 2"
"Eh?"
"Niente."
"Ah non capirò mai voi giovani."
"Ed io non capirò mai il tuo amore verso i brillantini."
Niente scarpe nello stile di Jade.
"Non puoi mandarla scalza!"
"Non posso mandarla neanche con i brillantini!"
Ritornando all'inizio del negozio passo accanto a delle Nike nere con delle strisce oblique, ai lati, blu. Riesco ad immaginarmi Jade che varca la soglia del ristorante,dove tutti l'aspettavano,in vestito e scarpe da tennis, sarebbe da lei,sconvolgere tutti con estrema semplicità. Le prendo.
"Bah, che scelta,giuro che a volte non riesco a seguirti." Commenta mamma entrando in macchina.
***
Okay,okay,stai calmo. Sei agitato per nulla continuo a ripetermi.
Il giorno della festa è arrivato,finalmente potrò smettere di lavorare e studiare contemporaneamente. Finalmente potrò vedere la felicità sulla faccia di Jade, cosa che non ho mai visto.
Lei. Una persona eternamente infelice che prova a celare questa tristezza dietro la rabbia.
Lei. Che non ha paura di niente tranne del fatto di rimanere sola.
Lei. La ragazza di cui sono innamorato e che mi ha salvato da una sorta di depressa apatia.
Mi guardo allo specchio. Jeans e camicia bianca. Provo a sistemare quel ciuffo marrone che ricade in continuazione sulla fronte.
Sorrido allo sconosciuto che ho davanti. Nonostante ci provi,non potrò mai essere all'altezza di tutti gli altri ragazzi, con le spalle larghe e la barba curata. Cerco una distrazione,non voglio lasciarmi trasportare da questo in un giorno così speciale per Jade. Voglio essere al suo fianco più solare che mai.
Prova ad essere positivo Dylan,sii positivo. Sei riuscito ad essere negativo per 16 anni, riuscirai ad essere positivo almeno un giorno, facendo finta che la bestia che hai dentro non esista. Sorrido di nuovo, trovando la forza che non ho.
Scendo le scale per prendere il vestito e le scarpe di Jade.
"Non metti una cravatta?" Domanda papà facendo zapping con il telecomando.
"Non è il mio diciottesimo." Prendo la busta con dentro il vestito stirato.
"Non è neanche il suo se è per questo!"
"Va bene mamma, sei pronta?"
"Abbi un po di pazienza, diamine."
Saliamo in macchina e per evitare che mamma mi faccia domande alquanto imbarazzanti a cui io potrei rispondere con silenzi imbarazzanti, accendo la radio.
"Sicuro che non c'è del tenero tra voi due?" Chiede mamma abbassando il volume della radio.
Non lo so neanche io.
"Puoi lasciarmi quì." Le dico sviando il discorso e facendomi lasciare a due case prima di quella di Jade.
Mamma va via augurandomi di passare una bella giornata. Inizio a camminare e il freddo mi congela il petto nonostante sia coperto abbastanza bene.
Arrivo sul portico della casa di Jade. Suono il campanello. I secondi interminabili passano. Nessuno apre. Eppure la sua macchina è quì.
La chiamo al cellulare che squilla inutilmente.
Suono di nuovo il campanello. Nessuna risposta, di nuovo.
Il freddo e l'ansia continuano a congelarmi il petto.
Va bene,passiamo al piano B.
Prendo la chiave di riserva dalla pianta di un verde marcito. L'ho visto tante volte farlo a Jade, ogni volta che dimenticava la sua copia.
Con un po di forza riesco ad aprire la porta.
"Jade?" Al piano di sotto non c'è, tutto è come al solito. Mi tolgo la felpa poggiandola sul divano.
Con in mano la busta salgo sopra in camera sua. Non c'è. Ne approfitto per posare accuratamente il vestito sul letto e le scarpe sotto di esso.
E se a casa non ci fosse? Dov'è? Tornerà in tempo per la festa?
L'ansia continua a salire facendomi sudare. Mi sento svenire. Decido di andare in bagno per lavarmi il viso in modo da riprendermi.
La porta è socchiusa, anche se noto che la luce è accesa, e uno spettacolo agghiacciante come il tempo fuori ad attendermi.
Lei nella vasca ricolma d'acqua rossa.
Non riesco a fare niente.
Non capisco niente.
Per dei lunghissimi secondi rimango sulla porta con la paura a ghiacciarmi i pensieri.
Poi come un fulmine, come una botta d'adrenalina mi butto in ginocchio vicino la vasca.
La prendo togliendola dalla vasca color morte.
Sento tremare. È ancora viva.
È ancora viva,penso.
Sono io a tremare.
Come è successo?
Cosa devo fare?
Da dove viene il sangue?
Non sembra aver ferite sul ventre nudo, la fronte bagnata rigata dai capelli nero corvino è immacolata, come il resto del corpo, eccetto per i polsi.
Delle enorme ferite si trovano su i suoi polsi una volta immacolati.
Chiamo l'ambulanza.
"VI PREGO...FATE...FATE PRESTO...NON SI MUOVE." Urlo al cellulare tra un pianto e un altro.
"Jade apri gli occhi..."
"Cribbio,apri gli occhi, respira..."
"CAZZO,APRI GLI OCCHI!"
La stringo forte al petto ormai vuoto, scosso da pianti senza ritegno.
Non so come arrivò l'ambulanza.
Non ricordo niente;solo che quel giorno,insieme a Jade,sono morto anche io.

So che ora molti di voi abbandoneranno la storia,lo capisco,sappiate solo che ho una motivazione per tutto ciò,che spiegherò nell'ultimo capitolo dove risponderò anche alle vostre domande. È la prima volta che scrivo un libro del genere, tutti quelli che ho scritto finora sono diversi da questo, e i lettori che mi seguono da tempo,e che ringrazio infinitamente, possono confermarlo. Ho messo me stessa sia in Dylan che in Jade. Spero che capiate e che continuerete a leggere la storia,dato che appunto,nell'ultimo capitolo spiegherò tutto.
Buone feste...al prossimo capitolo.

Smoke and Jade.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora