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"DYLAN!" Scendo sotto veloce come un fulmine e per la prima volta ho una voglia pazzesca di andare a scuola. Spero che Jade mi rivolga la parola anche se so come andrà a finire: lei che mi eviterà ed io pieno di filmini mentali in frantumi.
Con lo zaino alle spalle sorrido a mia madre e con voce allegra dico "Eccomi!"
"Come mai così allegro?" Domanda mamma fissando papà con occhi sgranati tipo "Questo non è nostro figlio!"
"Semplicemente ci sono giornate no e giornate come queste, che capitano ogni morte di Papa." Rispondo fissandoli.
Papà ride "Sei così per quella ragazza che ti ha accompagnato ieri?" Domanda alzando le sopracciglia.
Divento rosso in viso, imbarazzato. "No, papà." Rispondo guardando a terra.
"Perciò siete solo amici." Ribatte non lasciando perdere il discorso.
"Si...forse...non lo so." Dico. Ed è la verità. Non so se Jade oggi si comporterà come ieri. Non so se mi passerà vicino e farà finta di non conoscermi. Non so se siamo amici, infatti non si può stabilire se una persona sia tua amica se hai parlato con lei una sola volta. Certo, vorrei che fosse mia amica, che la mia vita cambiasse, che prendesse una svolta inaspettata ma io non posso fare niente. Devo affidarmi al destino, ed io odio aspettare e odio il destino.
"Ceeerto." Commenta papà riportandomi sulla terra.

Scendo dalla macchina mentre mamma mi dice "A dopo." Sento il cuore in gola, il cervello non da i comandi giusti. Per prima cosa mi giro intorno per vedere se la vecchia macchina grigia di Jade è nel parcheggio. C'è,e questo non fa altro che mandarmi nel pallone. E se la vedo nei corridoi? Che faccio? La saluto? E se lei non vuole salutata?
Rido di me stesso, sto ragionando su fatti inutili.
Entro a scuola, non c'è Simon ad aspettarmi e questo mi fa tirare un sospiro di sollievo.
Da lontano intravedo Jade intenta a prendere dei libri dal suo armadietto. Inaspettatamente si gira e mi coglie a guardarla, mi sorride e va via.
La campanella suona ed io sono costretto a sospendere le mie emozioni per dirigermi in classe.

Perché ho preso il corso di chimica? Volevo forse uscire pazzo prima del tempo? Copio ciò che è scritto sulla lavagna, una lingua indecifrabile.
Per fortuna a salvarmi da quel calvario è il suono della campanella.
Esco sorprendentemente integro dalla classe. Vado in mensa dove c'è la roba grigia ad aspettarmi.
Mi siedo a un tavolo vuoto controllando tutte le porte in un imminente arrivo di Jade.
Ed ecco che compare, nei suoi jeans chiari e nella sua felpa rossa.
Abbasso lo sguardo, faccio finta di non guardarla mentre con la coda dell'occhio la spio.
Il suo lungo ciuffo è fermato da un ferretto marrone che non dà nell'occhio.
Prende la roba grigia e sorride come un ebete quando la cuoca le dà una doppia porzione.
"Eccoti!" Dice sedendosi di fronte a me. Inizia a mangiare.
Provo ad essere disinvolto "Eccomi!"
Si affoga,letteralmente, di quella roba insipida.
"Ti piace proprio." Commento guardandola diverito.
"Sei bravo in letteratura?" Mi domanda di punto in bianco.
"Me la cavo." Le dico bevendo un sorso d'acqua.
"Secondo te,Quasimodo, nella poesia "Ed è subito sera" cosa vuole dire?" Domanda prendendo il cucchiaio e muovendolo vicino alla mia faccia come se fosse un pendolo. Non capisco dove vuole arrivare ma mi piace conversare con lei, piena di sfaccettature.
"Hm...non studio Quasimodo dalle medie,potresti dirmi la poesia?" Dico fissandola mentre continua a mangiare. Fa un po la faccia scocciata come per dire "Tu,povero pebleo non conosci la poesia di Quasimodo!"
"Ognuno sta solo sul cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera." Cita la poesia.
Ci penso un po, non vorrei dare la risposta sbagliata e soprattutto non voglio sembrare un incapace di fronte a Jade che mi guarda con i suoi occhioni verdi.
"Che per noi essere umani non c'è speranza (?)" Ipotizzo provando ad indovinare.
"Ci sei quasi andato vicino." Dice svuotando il suo vassoio nella spazzatura.
"Un po pessimista." Commento mentre Jade torna a sedersi.
"Ma cos...no! Non è pessimista. È realista!" Dice un po troppo ad alta voce.
"Il tuo essere così negativo mi dà fastidio." Dico scherzando.
"E il tuo essere così negativo sulla mia negatività mi porta ad essere più negativa." Controbbatte. Mi fa ridere. È così estremamente intelligente, potrebbe insultarti ma facendo sembrare l'insulto un complimento.
Si alza. Aspetta che io la segua perciò lo faccio. "Vuoi venire a studiare al bar?" Domanda subito dopo il suono della campanella.
La sua proposta mi mette di buon umore e le sorrido "Certo. Avviso i miei."

Usciamo nel parcheggio mentre mando un messaggio a mamma: "Studio da un amico"
Mamma: "Voglio davvero che tu ti diverta con quel "amico" ma voglio anche che la tua media scolastica non scenda."
Io:"Studio davvero."
Mamma: "Sisi, certo. Questo "amico" è la ragazza di cui stavamo parlando stamattina vero?"
Io: "Può darsi."
Poso il cellulare.
"COME SI È PERMESSO? VUOLE LA GUERRA? ODDIO!" Sento urlare Jade. Alzo gli occhi da terra e vedo che è chinata verso una gomma della sua auto. "IO L'AMMAZZO. QUELLO STRONZO."
"Cosa è successo?" Domando andando verso di lei.
"COSA È SUCCESSO? QUELLO STRONZO DI SIMON MI HA BUCATO LE RUOTE DELLA MACCHINA! FARÒ TARDI A LAVORO, SARÒ LICENZIATA." Provo a calmarla ma non ci riesco.
"Come sai che è stato Simon?"
"LO SO E BASTA. SAI DYLAN, HO SOLO UN MOTTO NELLA MIA VITA: NON FARE LO STRONZO CON CHI È PIÙ STRONZO DI TE!" Urla ed entra di nuovo a scuola.
"Dove vai?" Domando.
"DA SIMON!" Dice furiosa. Non ci penso due volte e provo a bloccarla invano, la seguo dentro l'edificio e lei va spedita verso Simon. Farà una sfuriata e questo peggiorerà le cose, ne sono sicuro.
"Ehi Simon. Ho visto cosa hai fatto alla mia macchina e volevo dirti che...hai ragione. Totalmente ragione, ieri ti ho messo in imbarazzo ed è giusto che tu abbia reagito così. Ora siamo pari, tregua?" Improvvisamente diventa calma. Simon ci guarda ed io sono stupefatto perché fino ad un minuto fa Jade lo avrebbe preso a pugni.
"Tregua." Risponde Simon.

Torniamo nel parcheggio.
"Così Simon è più stronzo di te." Commento rivolgendo al suo "unico motto della vita."
Si gira, mi fissa negli occhi "No bello, sono talmente stronza da fargli pensare che ci sia una tregua." Arriviamo alla macchina. "Mi licenzieranno se farò tardi." Si mette le mani nei capelli e vedo il suo sguardo disperato. Vorrei fare qualcosa per aiutarla ma A) non ho la patente B) anche se l'avessi non ho una macchina C) non ho soldi per pagarle l'autobus D) figuriamoci la metropolitana.
"Se hai soldi possiamo..." Dico ma lei mi blocca
"No Dylan. Non ho soldi per portare la macchina dal gommista e poi, come ci arriviamo dal gommista?"
Ha ragione. Non voglio che perda il lavoro e non voglio vederla così disperata.
"Ok,è una cosa folle ma dobbiamo provarci." Inizio a dire. Imbarazzato e timido le prendo la mano. Lei sgrana gli occhi e magicamente rallenta il respiro e si calma.
Le stringo la mano e lei ricambia "Cosa?"
"Pronta a farti una bella corsa?"
"Dylan è troppo lontano e tra mezz'ora devo essere lì." Dice non lasciando la mia mano.
"Lo so, per questo arriveremo a casa tua a piedi e chiederemo un passaggio ai tuoi vicini. Tentiamo Jade?"
"Tentiamo Dylan."

Arriviamo al bar un minuto prima che inizi il turno di Jade, sudati, affannati e con l'adrenalina nelle vene.
Entriamo, lei va al bancone ed io inizio a studiare. Non abbiamo detto una parola durante il tragitto in macchina è stata solo una lunga corsa stancante.
Guardo Jade servire delle ragazze mentre io mi immergo nei capitoli di storia.

"Grazie, per essere stato con me durante quella folle corsa." Dice Jade mentre usciamo dal locale.
"Di niente. Come farai con la macchina?" Domando guardando l'auto del vicino nel parcheggio.
"Il mio vicino si è offerto di aggiustarmi la gomma perciò domani avrò di nuovo la mia macchina." Dice aprendo quell'auto sconosciuta.
Mette in moto e percorre la strada verso casa mia. Mi sento felice, e non so perché. Per la prima volta.
"Jade, invece, per te, cosa vuol dire Quasimodo?" Domando girandomi verso di lei.
Parcheggia di fronte a casa mia "Oh, ognuno di noi è solo,non è vero che ci sono persone che ci capiscono perché non è mai così. Non sentiamo mai le parole che vogliamo sentire veramente. Un giorno poi arriva quel "raggio di sole" che sarebbe la felicità ma è solo un'illusione perché il sole tramonta sempre e arriva il buio: la tristezza e la solitudine."
Quindi è così? Anche la mia felicità è solo un'illusione ?

Smoke and Jade.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora