La Richiesta di un Dio

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Delirio. Questo era lo stato d'animo della folla. Delirio. Il sentimento di avere qualcuno in cui credere, sovrastava la folla.
Le urla continuarono per un tempo indeterminato, in questo lasso il nuovo Re rimaneva in attesa di qualunque cosa dovesse accadere.
Si alzò come per ascoltare qualcosa di mistico, si girò verso i Sette e disse, in modo che solo noi e loro sentissimo:-Vedete? Questo era ciò che voi volevate! Cercavate qualcosa che li riunisse! Ora lo avete!-
Detto questo si girò. I sette si alzarono, sollevarono le mani e le ali, e all'unisono urlarono: -Volient Sauril- un cono di luce avvolse Vrailen, egli sospirò a pieni polmoni, si sporse innanzi al suo popolo, e ruggì. Sembrava un mare in tempesta.
Ciò che i Sette avevano appena compiuto, era permettere al Re di poter essere ascoltato in tutto il mondo conosciuto, se egli lo desiderava. Ora che il potere del ruolo che doveva ricoprire lo aveva pervaso, aveva solo una cosa da fare, cambiare quel mondo tanto amato per fare in modo che lo ricordassero in eterno.
-Vi ringrazio! L'onore di potervi guidare è tanto da colmare il mio corpo, per intero. Senza di voi non potrei essere niente più che un sem...!-
Qualcosa non andava. Due draghi corazzati si dirigevano verso il Re. Solo io ed egli lo avevamo notato: scattai in avanti, aprii le ali e tesi il mio braccio all'indietro per scagliare la lancia di Javeh che impugnavo. -Mio signore! State indietro!-
Solo allora i Sette e il resto dei presenti si accorsero del pericolo. Nessuno mosse un muscolo.-Stai indietro tu! Guarda e impara a riconoscere la mia forza!- Detto questo si alzò sulle zampe posteriori sorreggendosi con la coda. Aprì le ali. Una fiamma scarlatta pervase le prime file sotto ai gradini: delle linee blu elettrico iniziarono a pervadere le ali di Vrailen. L'incapacità di potermi muovere incominciò a manifestarsi.
Non sapevo che fare, cosa guardare, come muovermi. Sapevo che il mio signore era potente, ma il mio dovere era quello di proteggerlo a qualunque costo. Egli però mi aveva ordinato di fermarmi. Così feci, nonostante i nervi in tensione e i muscoli flessi.
Vrailen aprì le fauci in posizione di attacco, e spiccò un salto di parecchi piedi! Non lo avevo mai visto fare senza l'utilizzo delle ali. Sapevo misurare la forza fisica ad un solo sguardo, ma questo era eccessivo. Il Re rimase in levitazione per alcuni istanti, dopodiché dalla sua bocca fuoriuscì una sfera che si fermò a pochi centimetri dal naso: chiuse la bocca per riaprirla dopo pochi istanti e dopo aver sbattuto le ali. Un ruggito pervase l'aria, e la sfera, la quale sembrava aver imbrigliato al suo interno la potenza di un milione di tempeste, scattò in avanti.
I due draghi corazzati, videro la sfera ma non ci diedero importanza. La loro velocità era tale da spostare masse d'aria, e creare forti correnti. Mancava poco ormai all'impatto, tuttavia i due non se ne preoccuparono. Ormai sono spacciati! pensai io.
I draghi però al momento dell'impatto schivarono la sfera. Un enorme ghigno si disegnò sulle loro labbra. In quel momenti Vrailen atterrò. Sul suo volto era disegnato un ghigno ancora più grande che sul loro, e la sfera, che si trovava tra i due draghi, creò un'onda d'urto talmente forte da sbatterli incredibilmente a terra. Uno dei due finì a poca distanza dal primo gradino della scalinata. Morto. Fu il mio primo pensiero. In effetti avevo ragione. La parte destra del suo corpo era completamente carbonizzata. La carne in parte lacerata e in parte bruciata, lasciava intravedere il cuore esploso al suo interno.
Il secondo drago, era finito tra la folla che, poco prima che il drago cadesse, aveva lasciato uno spiazzo in mezzo. Egli era conciato sì male, ma non come il suo compagno. Aveva ancora della forza in corpo. Non aprii ancora bocca. Vrailen si girò per parlare ai Sette, ma non aveva notato il drago. Capii subito cosa dovevo fare. Mi misi dinnanzi al Re e sentii la mia spalla scottare, come immersa nel fuoco. Una lancia. Questo era ciò che l'aveva trafitta. Il ghigno sulla bocca del drago si spense.
Mi girai verso il mio signore, e caddi in ginocchio. Egli mi guardò negli occhi. Le lacrime gli rigavano le guance. Siete salvo! Allora perché piangete? La furia attraversò i suoi occhi castani. Raccolse tutta la forza che aveva in corpo, piegandosi in due, e urlando con tutto il fiato presente nei suoi polmoni. Il salto che fece, mi sbalzò indietro.
Piegai indietro la testa, in tempo per vedere il mio Re squarciare il ventre del drago.
Sembrava che la vita mi lasciasse.
Feci in tempo a sentire le parole di Vrailen. -Siete contenti ora? Era questo ciò che volevate?-
Il mio signore spiccò il volo e venne verso di me. Si inginocchiò e mi mise la testa sulle sue gambe. -Vivrai!- disse. Poi svenni.

Il regno dei Draghi [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora