La Veggenza di Mahrt

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Intorno a me solo rovina e distruzione. Un popolo di chissà cosa, sta muovendo guerra verso le creature divine-sputa-fuoco. Pensano che sconfiggendoci guadagneranno gloria e fama tra gli Dei. Un albero sulla cima di una collina solitaria, è spettatore di uno scenario da gelare il sangue. Tre eserciti con milioni di componenti ciascuno, capitanati da centinaia di maghi, è schierato di fronte a Coalron. Il mondo che conosciamo potrebbe finire. Il luccichio delle armature, il sudore degli uomini e delle donne pronte a combattere, il sangue ancora da versare. Un uomo si erge sopra a tutti. Sale sulla collina. Gli tremano le gambe. Una goccia di sudore gli cade giù per la fronte. "Di fronte agli Dei" comincia quell'uomo, "io mi ergo in vostro nome." Un piccolo urlo di incitazione si sparge per tutta la platea. "Quest oggi, qualcuno morirà. Quest oggi, qualcuno ucciderà. Ma qualunque cosa venga fatta il risultato sarà solo uno. Ognuno di voi è stato addestrato per un solo scopo: vincere," un boato si alzò dal pubblico. "Io vi chiedo una sola cosa però: seguitemi. Può darsi che io muoia domani, può darsi che accada dopodomani, o il giorno seguente. Ma verrà il giorno in cui quelle seppi del cielo, smetteranno di volare!" Le ultime parole le disse urlando. Si vedeva che si stava scaldando. "Io vi benedico, in nome degli Dei! Vincete per me, per voi, per chiunque voi sentiate che vi sta donando qualcosa. Andare e UCCIDETELI TUTTI!" La folla urlava a squarciagola. Era il loro leader, ma soprattutto lo amavano. Lo si vide nel momento in cui egli scese dalla collina e venne accolto dai soldati con un abbraccio di gruppo megalomane. Si sistemarono poi subito. La guerra era imminente e niente poteva essere tralasciato. Un drago in lontananza. Le sue ali solcavano il cielo come una nave solca i mari. Fatte per volare. L'uomo alzò il braccio destro. Fissava il drago con il rispetto che si meritava. Lo osservava come se fosse una creatura piena di amore nei confronti di tutti. Basti però un piccolo cambiamento nell'umore dell'uomo. Le sue sopracciglia si corrugarono, e una smorfia si rabbia comparve sul suo volto. Aprì la mano, e qualcosa di duro, pesante e metallico sci si posò sopra. La magia gli scorreva in corpo. Il fulmine aveva scelto come energia primaria da utilizzare. Una scossa attraversò tutti i presenti. La lancia si illuminò di luce propria. La forza gli scorreva nelle vene. Caricò la spalla e la lancia partì. La distanza che doveva percorrere la lancia era enorme. Piccole scariche venivano lasciate intorno, e sulla scia della lancia. L'obiettivo era vicinissimo. La creatura la poteva benissimo evitare.
La lancia scomparve. Riapparve nel torace della creatura. Un boato assordante risuono nelle orecchie di tutti i presenti. Le acclamazione verso quell'uomo erano interminabili. Un piccolo ghigno comparve sulle labbra dell'uomo. Gli battevano le mani e gli davano delle pacche sulla schiena. In lontananza il drago si alzava a fatica dal terreno. La lancia e la caduta li avevano lasciato senza vita. Aveva le squame color argento, gli occhi completamente bianchi. Essi reclamavano salvezza, disperazione e... VENDETTA!
Spalancai gli occhi di scatto e lessi una cosa incisa sulle mie palpebre. Un sigillo. La veggenza. Mahrt, li spicchio cremisi, il veggente silente.

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Purtroppo devi dire che questo è l'ultimo capitolo Che scrivo. Commentate, votate e leggete la storia. Ditemi come vi piacerebbe continuasse. Arrivederci e votate

Il regno dei Draghi [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora