Il Braccio destro del Re-1

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Dolore. La vista era sfocata. Dolore. Una sensazione di piacere pervadeva il mio ventre. Dolore. Svenni.
Aprii gli occhi di scatto. Ero su un prato: verde, qualche roccia qua e là, due alberi, una macchia secca al centro.  Qualcuno si stava avvicinando. Mi misi a sedere, la coda che premeva contro il terreno. Sbattei le ali e mi girai. La vista ancora sfocata mi permetteva di vedere solo una sagoma nera. Mi guardai il braccio: squame ambrate ricoprivano il mio braccio, così come il resto del mio corpo.
Mi misi in posizione normale. La mia armatura! Non l'avevo più. La Javeh! Pure essa mi era stata sottratta. La mia vista era tornata normale. -Ditemi! Da quanto tempo sono qui?-
-Cinque giorni- rispose una voce grave. -Dovete vestirvi, mio signore-
Mio signore? Non ero mai stato in infermeria, quindi non conoscevo le abitudini dei guaritori.
-Vi pregherei di vestirvi!- Girai la testa verso il guaritore -Sua maestà vi attende!-
-Sapete dirmi il motivo di tale adunata?-
-Gli avete salvato la vita! Vuole premiarvi adeguatamente!- detto questo si girò e mi porse l'armatura di Scheddih. Era sempre un onore indossarla. Mi diede pure un lancia che non riconobbi
Mi vestii in fretta. Sembravo di nuovo un gierriero. Guardai il palazzo e mi avviai. Salutai il guaritore che, però, non sembrò accorgersene.. Feci finta di niente e spiccai il volo verso la sala Sferica.
Ripensai a cinque giorni prima. Mi sfiorai la spalla ma non sentii niente. Ricordai come Vrailen mi avesse detto di stare indietro. Ricordai l'istante in cui il cuore mi si spezzò vedendo il Re piangere per me. Ricordai il momento in cui mi vendicò.
Il palazzo era sempre uguale: mura d'oro, statue di quarzite e Scheddih, guglie di arenaria.
Posai a terra dinnanzi alle porte; due guardie aspettavano davanti alle porte. Le aprirono e mi fecero segno di entrare. Passando davanti ad una delle due guardie, essa mi diede una pacca sulla spalla. Una punta di orgoglio mi pervase, ma durò solo un istante.
Il Re era seduto sul trono: alla sua sinistra vi era Àdurn, alla sua destra un posto vuoto, e tutt'intorno a loro i Sette aspettavano.
Arrivai a pochi passi dal primo gradino del podio. Il re si alzò sulle zampe posteriori e disse con voce tonante -Costui innanzi a me, ha ricevuto sul suo corpo, una lancia a me destinata. Pertanto, esigo che venga premiato!-
La sua voce sembrava l'unica cosa in quella stanza. Un angelo sembrava coronarlo -Dimmi qual'è il tuo nome!-
-Mia madre mi chiamò Venel!- quel nome, non era il "mio nome", ma quello che mi avevano dato.
Ogni drago aveva due nomi: quello affidato dalla madre, e quello che decretava il proprio destino.
-Rispondi alla mia domanda!!!- La sua voce non era arrabbiata, ma aveva capito che il nome non glielo avrei voluto dire. -Fa ciò che ti chiedo e sarai adeguatamente ricompensato!!!-
-Serth! Il guardiano del Re!-
-Così sia allora! Ti addestrerai a Scheddih per dieci anni, dopodiché compirai il tuo destino. Detto questo si alzò si acquattò e le ali gli si illuminarono. Magia. Era molto potente Vrailen di casa Cahandhy. Vrailen! Colui che mai sarà cavalcato! Questo era il suo "vero" nome!
Uno strappo si creò nello spazio in mezzo a noi. Sapevo che fare. Sapevo che questo era il mio destino. Sorrisi. Il mio Re fece lo stesso.
-Torna presto! Non vorrei che mi mancassi!-
-Non mancherò...... Mio signore!-

Il regno dei Draghi [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora