Continuavo a sentire la stessa sensazione, come se non stesse succedendo assolutamente niente. Aprivo gli occhi, mi giravo di continuo. Ma non accadeva niente di niente. Mi alzai lentamente e parlai a Luriud - Maestro! Maestro non succede nu...- egli però non mi stava nemmeno guardando; in effetti egli non batteva nemmeno una palpebra. Mi voltai verso il punto in cui ero seduto poco prima e sgranai gli occhi. Davanti a me c'era me stesso! Aveva però una differenza da me: il color ambra delle squame era meno intenso!
Mi guardavo attorno con fare stranito, cercando di carpire ogni singolo cambiamento. Mi è sempre piaciuto guardare un posto e memorizzarne ogni singolo dettaglio. In effetti l'atmosfera si stava facendo sempre più tenebrosa, opaca. Come se un velo di nebbia si stesse spargendo intorno a me. Feci qualche passo e notai che la mia impressione era sbagliata: non era un velo di nebbia, ma proprio i colori ad essere sempre più opachi. Andavano via via sparendo, incluso il me stesso seduto. La velocità con cui andava via il colore era in aumento, si avvicinava sempre più al punto di scomparsa. La mia mente vagava in cerca di una spiegazione, in cerca di una soluzione ma più pensavo di esserci vicino, meno lo ero. Le mie zampe si muovevano ormai da sole, in tondo, cercando di rimanere all'interno di quello che era una volta il cortile della fornace.
Un sussurro. Il mio cuore ebbe un sussulto dallo spavento e dalla sorpresa. Intanto i colori erano scomparsi, e un posto completamente bianco ne aveva preso il posto. Una stanza bianca senza pareti il cui cielo era senza nuvole o sfumature, senza colore e senza sole, si stagliava sopra di me. Era completamente bianco, tutto quanto. Niente oggetti niente case, solo io e la mia ombra. Un cerchio grigiastro si trovava ai miei piedi, la luce sembrava provenire da sopra alla mia testa. O almeno sarebbe stato il mio pensiero se non fosse stato che il cerchio era molto ampio e quindi la luce non proveniva dal cielo ma da tutte le parti. Mi acquattai in attesa di una risposta da quel luogo, il terrore l'angoscia, la paura, la consapevolezza della mia debolezza in confronto a quel luogo. Hey... La mia testa scattò nella direzione da cui proveniva, i miei denti erano scoperti e la mia coda colpiva l'aria. Quel sussurro aveva destato tutti i miei nervi, persino le mie ali erano in tensione. Hey... Ancora quella voce melodiosa e presente a se stessa. Riuscivo a percepire persino le gocce di sudore che scorrevano sopra alle mie squame, e sotto di esse. Hey... Ancora quella voce! Hey..! - DOVE DIAVOLO SEI!- Esasperazione colmava le mie parole, i miei pensieri.
Non ess... -FATTI AVANTI! QUALUNQUE COSA TU DICA NON AVRAI LA MIA ATTENZIONE-
Un dolore acutissimo comparve nella mia testa. Ti ho chiesto di non essere nervoso, Sehrt. Non devi preoccuparti, la tua paura è insensata. Tu ed io non siamo nemici, Sehrt. Ora calmati!
Detto questo l'essere da cui proveniva la voce iniziò a canticchiare una melodia impregnata di magia. I miei nervi iniziarono a rilassarsi.- Ma cosa...?- La mia coda si fermò e le mie ali si placarono. Persino il sudore si fermò. Iniziavo a ragionare, a sperare, a provare di nuovo sentimenti. Persino la mia vista iniziava a tornare. Piano piano vidi di nuovo il cortile, o meglio le sue mura, il pavimento con i cerchi concentrici, il tavolo delle armi, le statue degli antichi. Persino il cielo adesso era azzurro, con le sue nuvole bianche, e il sole che illuminava. C'erano anche le ombre.
Il mio stato d'animo si era ristabilito. Bravo, Sehrt! Ora potrai vedermi. Piano piano, andava comparendo un essere che indossava un'armatura color cremisi, con spine argentate sui gomiti, sulle spalle e sulle ginocchia. Aveva un cappuccio anch'esso cremisi, seppur di una tonalità più scura dell'armatura. Portava al fianco una spada molto simile alla mia. L'armatura era composta da un mantello di acciaio cremisi, ed una tunica, anch'essa di acciaio cremisi, che non lasciava intendere il sesso di quella "persona". Parlò ancora. Finalmente ci conosciamo. Sarà il caso di dirti il mio nome, ma andremo per gradi. La voce sembrava antica, sembra evocare parole nascoste, frasi non dette. Sembrava emanare la verità.
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Il regno dei Draghi [IN REVISIONE]
FantasiaCaos. Ordine. Caos. Ordine. Ogni cosa ha un ordine preciso. Caos. La vita incomincia a fiorire. Ordine. La forma inizia a stagliarsi nell'ombra. Tutto ciò che si conosce, finisce per sbalordirci