Prologo

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Correvo, me lo ricordo, quel giorno per tornare a casa stavo correndo. Non so bene il perché, mi ricordo solo che pioveva, quello non lo scorderei mai. Avevo circa 7 anni. Con le mie Converse fradicie e con il mio giubbotto che avevo tirato su fino alla testa per non bagnarmi stavo correndo. Mi ricordo che avevo aperto la porta, ed ero felice perché avevo preso un bel voto a scuola e non vedevo l'ora di dirlo alla mamma. Aprii la porta, e ti giuro, vi giuro. Che se mi sarei ritrovata nella stessa situazione, non l'avrei aperta. Il corpo morto della mia mamma giaceva a terra, era bianca, fredda, ma era bellissima comunque, i suoi occhioni grigi uguali ai miei erano aperti, ma avevano perso quella luce, che ogni giorno le regalava uno sguardo gentile o severo o divertito. Aveva la camicetta bianca macchiata di un rosso vivo, proprio al centro del petto. A primo impatto non mi sembrava vero, ma poi mi catapultai su di lei piangendo. E mi ricordo di quell'uomo, quell'uomo che ci guardava dalla finestra, non si era mosso finche non era arrivata la polizia, anche se io lo supplicavo, lo supplicavo di aiutarmi.

Mio papà pochi anni dopo trovò rifugio nell'alcool e dopo che mia zia lo aveva aiutato ha trovato pace e ha aperto un'azienda che adesso è molto famosa, mentre mio fratello all'età di 16 anni scappò di casa, avevo 14 anni, e mi mancava terribilmente, mi manca terribilmente. Come mia madre infondo.

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