Capitolo 3 -primo giorno?

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"ALLISON!"
Urla mio padre.
Perché la gente urla la mattina, perché? Dovrebbero mettere una legge che lo vieta.
"Arrivo Pa!"
Dico cercando di farlo calmare.
Entra in camera mia.
"Siamo in ritardo, mi dispiace, ma devi prendere l'autobus, non ho tempo di accompagnarti."
"Va bene, ci vediamo oggi?"
"Dopo cena torno a casa, non prima, buona giornata"
Mi da un bacio sulla fronte e se ne va, mentre io sbadiglio, guardo l'ora e sono le 8 meno 10, menomale che entro alle 8.20 sennò ciaoo!
Mi alzo e vado in bagno, apro l'acqua della doccia. Sciolgo i miei capelli dalla crocchia che avevo fatto la sera prima e mi sciacquo la faccia. Mi spoglio ed entro in doccia. L'acqua calda contro la mia pelle fredda mi rilassa. In tanto penso a Josh, al suo comportamento che mi fa irritare, ma che allo stesso momento mia attira, e poi penso a quel ragazzo con cui mi sono scontrata. Ora forse io sono un po' stronza di natura...

Solo un po'?

Ok forse un po' tanto, ma non così tanto quanto lui!
Esco dalla doccia, mi asciugo per poi vestirmi con dei jeans neri e una felpona larga. Faccio una treccia ai miei capelli e scendo per fare colazione.
Dopo aver mangiato come un bufalo, esco di casa, sono in ritardo lo so, ma come scusa ho che mi sono fermata di più in segreteria perché era il primo giorno, oppure ho perso l'autobus. A proposito di autobus! Non ho visto gli orari sta mattina, e se non ce ne sono più?
Guardo dal cellulare su internet, e non ci sono più autobus!

Che la sfiga sia sempre con te Allison.

Non aiuti sai?

Non so cosa fare, sono ferma davanti ad un portone del palazzo di fianco a casa mia, e sto guardando il cellulare per ricontrollare meglio quando una voce che mi sembra famigliare fa capolino nelle mie orecchie.
"Io non ci credo!"
Alzo lo sguardo, e uno sbuffo esce dalle mie labbra senza che neanche me ne accorgo.
Come dicevi? La sfiga è sempre con me?

Si

Beh non hai torto...
Mi guarda male.
"Cosa fai mi segui?"
"Senti biondino, io non seguo nessuno, piuttosto sto cercando un autobus o un qualcosa che mi porti a scuola"
"Beh buona fortuna"
Dice scazzato andando verso una macchina. Lo guardo assottigliando gli occhi, mentre apre il baule.
"Senti coso, mi puoi dare un passaggio?"
Si gira verso di me, guardandomi stranito, per poi scoppiare a ridere.
"Non sei seria?"
"Mai stata più seria..."
"Non te lo do un passaggio"
"Dai! Dobbiamo andare nella stessa scuola, non ti cambia niente! Non ti parlerò per il resto della mia vita."
Dico alzando le mani in segno di resa.
Mi guarda per un po'.
"Va bene, vieni"
"Grazie..."
"Ethan"
"Beh, grazie Ethan, comunque sono Allison"
Dico salendo in macchina.
"Tu non dovevi stare zitta per tipo sempre?"
Dice con tono divertito salendo in macchina pure lui.
Un sorriso spontaneo mi spunta.
"Ok ok scusa"
Mi guarda un attimo e poi fa partire la macchina.
Dopo un viaggio di circa 5 minuti siamo arrivati a scuola, per fortuna sono ancora tutti fuori, tra poco dovrebbe suonare l'inizio. Scendo dalla macchina, e pure Ethan. Lo guardo un attimo. Faccio per dire qualcosa, ma mi ferma subito.
"Ho finito di essere gentile con te sai?"
"Solo una cosa"
Dico mentre entriamo nel cancello che porta al cortile della scuola.
"Mi accompagneresti, o solo diresti dov'é la segreteria?"
Alza gli occhi al cielo.
"Va bene, ma prima devo passare dai miei amici."
Annuisco.
Ci incamminiamo.
"Sai non sei così antipatica come credevo."
"Si neanche tu."
Dico guardandomi in torno.
Ci sono un po' di persone che ci fissano.
"Ma gli hai visti pure tu?
Dico.
"Cosa?"
"La maggior parte degli studenti ci fissa."
"Si Al, diciamo che non passo inosservato a scuola"
Dice sorridendo e mettendomi un braccio sulle spalle.
"Okkey, 'iosonoilpiùfigoEthan'"
Dico e scoppiamo a ridere.
Finalmente arriviamo dai suoi amici, Ethan si stacca da me per salutarli, e tra tutti riconosco due occhi neri.
"Fatto conquiste Et?"
Mormora uno dei ragazzi facendo cenno verso di me. Lo guardo male e il sorriso scompare dalla faccia del ragazzo. Coglione.
Scuoto la testa e sposto lo sguardo su Josh.
"Al loro sono: Alan, Luke, Mike e..."
Indica Josh.
"Anderson"
Concludo per lui. Josh punta i suoi occhi su di me. Non si era accorto che ero qui.
"Buongiorno Moore"
Sorride.
"Vi conoscete?"
Chiede Ethan a Josh"
Io annuisco, mentre lui gli risponde che mi aveva incontrato ieri a scuola.
"Va bene. Beh ragazzi lei è Allison"
Mi presenta Et.
Il ragazzo di prima, che penso si chiami Alan, mi sorride, e io gli rispondo con un sorriso fintissimo, sinceramente? Mi sta un po' sul cazzo. Saluto Mike e Luke e loro si presentano.
"Andiamo Al?"
Mi dice ad un certo punto Ethan, mentre sto parlando con Mike.
"Va bene. Ciao"
"Dove andate?"
La voce di Josh. E adesso cosa vuole lui?
"Devo accompagnarla in segreteria."
Risponde Et.
"Ce la porto io, devo giá andarci"
Lo guardo stranito, ma lui continua a fissare Ethan.
"Va bene, riportamela viva Josh"
Josh sbuffa e scende dal muretto per mettersi di fianco a me.
"A dopo"
Saluta e ce ne andiamo.
"Allora Moore, fatto colpo su Ethan?"
"Ma ceerto, ieri gli ho detto che è un rincoglionito, pirla, e ovviamente oggi ci sposiamo. È così che funziona la vita sai?"
"Non ti sopporto, cazzo sei irritante"
"Mi hanno detto di peggio"
Mi guarda stranito.
"Come mai sei venuta a Manhattan?"
"Io sono nata qui"
Rispondo con disinvoltura, senza guardarlo negli occhi.
"Moore, non ti ho mai visto, come fai ad essere nata e cresciuta qui?"
"Ho solo detto che ci sono nata"
Ora fisso i miei occhi nei suoi.
"Perché te ne sei andata?"
Sembra curioso. Decisamente troppo curioso.
"Sono dannati affari miei no?"
Mi sto irritando.
"Siamo arrivati"
Vedo la porta, mi giro verso di lui, mi guarda per poi andarsene. Io non lo capirò mai.
Entro in segreteria chiedendo le ore, le aule ecc.
Mi da tutto il programma e io esco. Mi dirigo verso l'aula assegnata, ma ad un certo punto mi fermo perché sento qualcuno urlare.
"Cosa cazzo vuoi? Non l'ho toccato!
Mi giro verso la voce che viene dalla fine del corridoio vicino ai bagni. Vedo una ragazza castana seduta che ha le mani in aria in segno di resa. E poi un'altra bionda ossigenata finta come non so cosa che le sta in piedi di fronte. Questultima inizia a parlare, la sua voce è odiosa, ma perché esiste gente con la voce così!
"Non lo devi neanche guardare o sfiorare hai capito troietta."
Il suo tono è minaccioso, ma più che far paura a me fa ridere.
Come se avessimo pensato la stessa cosa la ragazza inizia a ridere.
"Senti da che pulpito"
Le lancia un'occhiataccia, e la ragazza bionda le tira un calcio nello stomaco con quei suoi tacchi a spillo. Ma che cazzo?
Senza pensarci due volte raggiungo le die ragazze e spingo la bionda, che cade a terra.
Mi guarda malissimo, io guardo la ragazza castana. I suoi occhi sono un misto fra gratitudine e odio. Senza dire niente me ne vado.
Guardo l'orario. Sono in ritardissimo, userò la scusa che non trovavo l'aula o che mi hanno trattenuta in segreteria per dei problemi. Dopo infiniti giri per i corridoi arrivo davanti alla mia classe, busso e mi ritrovo davanti una donna che già non sopporto solo a vedere la faccia, ma come si dice, non giudicare il libro dalla copertina.
"Lei è?"
"Sono Allison Moore, mi sono iscritta ieri, mi hanno trattenuta in segreteria, e sono in ritardo"
Mi guarda con aria diffidente e si sposta lasciandomi entrare. Tutti gli occhi sono puntati su di me, odio essere quella nuova.
"Benissimo signorina Moore, si può sedere vicino alla signorina White."
Guardo il punto che indica e vedo che difianco a una ragazza che sta dormendo c'è un banco libero.
"Ah e magari la svegli pure, non siamo all'asilo che si fa il sonnellino"
Annuisco e mi siedo vicino a lei.
Guardo i capelli e noto la somiglianza con quello della ragazza di prima.
Non la sveglio, non ho tutta questa confidenza, e so quanto può essere irritante essere svegliati, quindi sto zitta, e mentre quell'arpia spiega la materia più inutile del mondo io tiro fuori un foglio e disegno.
"Signorina Allison Moore e signorina Emily White!"
La mia compagna si sveglia.
"Cosa state facendo? Se la mia lezione non vi interessa potete anche uscire!"
Sono più avanti col programma quindi non me ne frega proprio niente, come se anche Emily la pensasse come me, prendiamo le nostre cose e ci alziamo, uscendo dall'aula all'unisono diciamo.
"Arrivederci prof!"
Usciamo e appena chiusa la porta ci guardiamo. Per poi scoppiare a ridere.
"Io non ci credo! Cosa siamo? Gemelle separate alla nascita?"
Dice lei. Io continuo a ridere.
"Non lo so, sta di fatto che siamo collegate in qualche modo."
"Bene Allison, sono Emily"
"Si lo so! Come tu sai che io sono Allison"
Assottiglio gli occhi e le stringo la mano che mi aveva porso.
"Bene Emily, in questa buona mezzora dove non dobbiamo assolutamente fare un cazzo, cosa facciamo?"
Mi scruta per qualche secondo.
"Posso fidarmi di te"
Sembra più un'affermazione, ma io annuisco lo stesso.
"Ok vieni con me."
Mi prende per il polso e mi trascina su per le scale.
"Ok Ally, prima si tutto devo sapere che non lo mai fatto vedere a nessuno quindi deve essere un segreto tra noi ok?"
"Ok"
"Benissimo, siamo arrivate"
Siamo davanti a una porta che dice VIETATO L'ACCESSO AGLI STUDENTI.
"Mi devi aiutare forza"
Ci appoggiamo tutte e due al padiglione e spingiamo, la porta si apre e mi rivela delle scale ripide.
"Perfetto vieni"
La seguo su per i gradoni.
Una volta arrivate alla fine, guardo di fronte a me. Il panorama è mozzafiato, si vede tutta New York.
"Mi è sempre piaciuto vedere le cose dall'alto"
Dice sedendosi e tenendo le gambe a penzoloni, la imito.
"Si anche a me" dico.
"Sai le persone..."
"...sono più loro stesse quando pensano che nessuno le guardi, ed è bello vedere il vero delle persone."
Concludo per lei, quello che penso io.
"Sai, sei speciale"
Mi dice.
Scuoto la testa.
"No. Sono una delle tante ragazze che sogna troppo, che vorrebbe tornare indietro nel tempo per riparare i propri errori, per riabbracciare più forte le persone che ha perso prima di averle perse, una di quelle che spera che un giorno qualcuno la porti via dalla realtà, quella realtà che fa schifo ogni giorno sempre di più. Non sono una di quelle che dice che la vita è inutile, perché la vita è la cosa più preziosa a questo mondo, no, ma sono una di quelle che pensa che  sono in vita persone che la vita non la meritano e che ci hanno lasciato quelle che meritavano la vita più di qualunque altro. Destino"
"Perché la vita è un dono, che una persona ti fa, e tu puoi scegliere se usarla bene o male, e a volte non puoi scegliere proprio, destino Ally, hai ragione." Dice Emy per concludere il mio discorso.
"E Ally, se questo è destino, sono felice di aver incontrato una persona come te perché, ci sono perso che conosci da una vita, ma che in realta non conosci per niente, e ci sono quelli che come in questo caso- indica noi due- si conoscono da 5 minuti, ma si sono dette più di quello che dovrebbero, quindi si, ognuno è speciale anche nel suo piccolo e ru credimi, sei speciale.
Sorrido.
"Forse. Anche tu"
Finalmente fisso i miei occhi nei suoi. Sono verdi smeraldo, delle lentiggini le incorniciano il naso piccolo e i suoi capelli sono mossi/boccolosi.
Penso di aver trovato un'amica...

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