Avete presente quando ho detto ad alcuni di voi che avrei pubblicato il primo capitolo dopo la fine di Cordelia? L'idea era quella, ma dato che lo spin-off ha superato le mie aspettative, e che un semplice "grazie" sta diventando vuoto quando vorrei farvi sul serio capire la mia gratitudine, ho deciso di pubblicare prima questa parte, dedicata a voi, lettrici, stellinatrici e commentatrici, che mi fate sperare sempre ♥
Consiglio caldamente di leggere Deimon 1 e Cordelia prima di avventurarsi in questa storia. Continuare senza sapere cosa accade nello spin-off Cordelia non vi permetterà di cogliere riferimenti nei dialoghi e comportamenti dei personaggi e capire perché la trama si evolve in quel modo.
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Alzai le mani, scuotendo la testa. Troppe informazioni in troppo poco tempo. «Fammi capire. Lo chiamiamo "Regno" perché ci riferiamo solo ad un pezzo di terreno in America, ma siamo Imperatore ed Imperatrice perché dirigiamo anche i Demoni europei?». Attribuire quell'appellativo a me stessa faceva ancora un certo effetto.
Ero di fronte ad un grande tavolo, e su di esso vi era srotolata una cartina del mondo. Diverse linee colorate e sbiadite costellavano i continenti, anche se la più colpita era l'America. La stanza era stranamente illuminata, ma dopo due mesi di matrimonio mi ero abituata ai tetri ambienti dei Bloodwood.
«Esatto», rispose dall'altra parte Wladimir, mentre si massaggiava le tempie. «Il problema è che devo essere certo di chi fidarmi per i centri di comando esteri. Ne abbiamo uno al sud America, uno in Australia, cinque in Russia, qualcuno più piccolo relegato ad Oriente, una decina in Africa ed una dozzina in America. Ora non ti sto a spiegare con quale criterio sono stati messi, staremmo qui fino a stanotte, ed io devo incontrare Mildred», disse con un gesto frivolo della mano. Se per i primi giorni si era impegnato ad omettere la sua relazione con l'amante, ora non se ne faceva problemi. Ed a me non dava di certo fastidio, visto che dormivamo in camere separate sin dalla prima notte di nozze.
«E perché mi hai portato qui?», chiesi. Era da mezz'ora che mi trovavo in quella che chiamava 'stanza delle strategie', ed ancora non avevo capito molto del motivo della mia presenza.
«La fiducia è qualcosa di fondamentale per un sovrano. Credo che il reggente del nucleo spagnolo stia tramando contro di me, e non ho idea di cosa fare per scoprirlo», spiegò mentre indicava dove si trovava Barcellona. «Quando un nobile viene mandato a ricoprire un incarico fuori dal Regno, i membri della sua famiglia non lo seguono. Offriamo loro una vita nell'agio, ma praticamente sono ostaggi», spiegò con un sorriso furbo. Stava scoprendo le sue carte a me, ed io dovevo scegliere che mossa fare.
«Allora cosa ti fa pensare che questo reggente spagnolo non ti sia fedele?», chiesi mentre afferravo una sedia e finalmente mi mettevo comoda.
Lui restò in piedi, a troneggiare su di me. Appoggiò il peso del corpo sulle mani, piantate sul tavolo. «È un uomo con valori morali ambigui. Lontano dalla famiglia si sviluppa una sorta di nuova vita», non aggiunse altro.
«Oh», dissi solamente. Mi stava lasciando intendere che quell'uomo aveva relazioni extraconiugali, magari anche una nuova famiglia, ma ovviamente lui non era nessuno per giudicare. Dovevo pensare a come testare la lealtà di quell'uomo, ma in che modo?
«Hai qualche idea?», chiese.
Mi morsi l'interno della guancia. «Sì, un piccolo colpo di genio. Ci devo pensare su».
Annuì e fece per congedarmi, quando qualcosa gli venne in mente. «A voi cosa piace ricevere dopo un litigio?».
Lo fissai sconvolta. Davvero mi stava chiedendo consigli per riappacificarsi con la donna con cui mi metteva le corna? Ah, gli uomini. Il sangue di Wladimir ci aveva messo davvero poco a fluire dal cervello ad un po' più in basso.
«L'hai fatta grossa, eh?», risi. Lui continuò a fissarmi, perciò ci riflettei un po'. «Niente fiori, sono troppo scontati... mmm...».
Lui mi incoraggiò: «Qualcosa di romantico, non so, le stupidaggini che piacciono alle donne». Da come lo aveva formulato, pareva che io non fossi inclusa nella categoria. Non sapevo se esserne lusingata – visto che non mi considerava una donna che si lascia addolcire da gesti macchinosi – oppure no. Non avrei capito mai pienamente quest'uomo.
«Portala nello stesso luogo del vostro primo appuntamento», suggerii.
«Al primo appuntamento le ho dato buca», precisò lui, cercando di non sembrare divertito.
«Mai una volta nel verso giusto, eh? Un regalo che richiami al vostro passato, magari?». Certo che era proprio incurabile.
I suoi occhi si illuminarono, ed annuì. Sapeva cosa regalarle, perciò si voltò senza salutare ed aprì la porta.
«Ah, Wlad», lo chiamai distrattamente.
Mi guardò con aria interrogativa.
«È troppo chiederti un po' di discrezione?».
Lui scoppiò a ridere. «Ci proverò, ma non ti assicuro nulla». Uscì e mi lasciò sola nella stanza. Attraversare il corridoio sarebbe stato difficile, ormai abituata alla luce della sala delle strategie.
Sospirai. Il mio Imperatore aveva del lavoro per me, e prima l'avrei cominciato, prima mi sarei liberata.
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Deimon 2 - La consorte del Demonio
Paranormal«I Bloodwood non sono persone da sposare, ma da evitare. Guarda cosa ha fatto Wladimir con Cordelia, ti aspetti forse un trattamento speciale? Il sangue non mente, e tu non diventare dipendente dal loro. Ti attirano nella loro trappola di seduzione...