«Non è male sapere che posso baciarti così per tutta l'eternità», borbottò contro le mie labbra, tornando a tempestarle di morsi leggeri. Oltre la porta, lungo il corridoio, giù per le scale, si stava ancora svolgendo la mia festa di compleanno, mentre Alexander continuava a mettere a dura prova la resistenza del mio cuore.
Ridacchiai, staccandomi. Volevo rivolgergli una domanda da qualche giorno, e non ne trovavo mai l'occasione. «Come hai fatto a trovarmi al motel?».
Fu il suo turno di ridacchiare. Mi lasciò con la schiena contro il muro, mentre si dirigeva verso la cassettiera e prendeva una busta di carta dal primo cassetto. Me la porse, divertito.
Non potei non capire la sua reazione, quando lessi la lettera che avevo tra le mani.
Vostra Altezza,
non posso negare di avervi lavato le camicie con il detersivo da donna. È stato uno spasso.
Mi dispiace apprendere che Victoria non sia più Imperatrice, e che abbia lasciato il Palazzo. Ho qualche idea su dove sia andata, ma non credo di volervene mettere a parte. Se per il mio ritorno non sarà ancora tornata, me ne occuperò io stesso.
Con rammarico e tanto detersivo da donna,
il vostro umile servo Andrew
Gli lanciai un'occhiata interrogativa. Lui sorrise, rivelando di nuovo quelle fossette illegali. «Chiamare qualcuno alla corte spagnola è stato facilissimo. Un paio di minacce di morte qua e là, ed ecco che il nome della tua vecchia cittadina spunta».
«Stalker», lo accusai, ma ero visibilmente lusingata.
Lui rise, tornando a prendermi tra le braccia. Fece per dire qualcosa, quando un nobile bussò alla porta.
«È urgente, Maestà», disse, facendo segno di sbrigarsi.
Alexander mi rivolse un sorriso tirato, per poi seguire l'uomo.
Andai in bagno per rinfrescarmi ed apparire presentabile. Che potevo fare, mentre lo aspettavo? Probabilmente la mia stanza non era più quella in fondo al corridoio, e non sapevo se quella che avevo usato al mio primo arrivo a Palazzo fosse disponibile. Perciò, l'unica alternativa era il letto di Alexander. Non che mi dispiacesse.
Mi sdraiai un po' sulle coperte, rimuginando sugli ultimi giorni. Le cose sembravano essersi messe a posto da sole, e questo era solo che un bene.
Osservai la gemma incastonata nel leggero anello che occupava il mio anulare sinistro. Era di un insolito colore verde bluastro, ma al buio pareva un diamante. Ridacchiai come una stupida, capendo l'allusione. Quella pietra era alexandrite.
Quando il mio fidanzato – anche solo pensarlo era stupendo – rientrò, era furioso. Non mi degnò di uno sguardo, mentre afferrava una camicia bianca e dei pantaloni, per poi eclissarsi di nuovo in corridoio.
Preoccupata, lo seguii finché non arrivò alla porta di Wladimir. Ero indecisa se andare dentro anche io o meno, quando una serva uscì con delle pezze macchiate di scarlatto. Sussultai e mi affrettai, per poi entrare nella stanza dell'ex sovrano.
Questo era sdraiato sul letto, con la carnagione cinerea e gli occhi chiusi. Respirava violentemente, con il petto che faceva incessantemente su e giù. All'altezza dello stomaco, una macchia rossa continuava ad allargarsi sulla camicia immacolata. I tratti del volto si tesero con uno scatto in una smorfia di dolore.
Alexander continuava a passarsi le mani fra i capelli, fissando il padre e tremando. Il medico era accanto al letto, e cercava di migliorare la situazione precaria. Ci chiese di uscire in modo frettoloso, e solo allora l'Imperatore si accorse di me.
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Deimon 2 - La consorte del Demonio
Paranormal«I Bloodwood non sono persone da sposare, ma da evitare. Guarda cosa ha fatto Wladimir con Cordelia, ti aspetti forse un trattamento speciale? Il sangue non mente, e tu non diventare dipendente dal loro. Ti attirano nella loro trappola di seduzione...