La debole luce che filtra dalle persiane, lo fa destare dal suo sonno.
Stropicciandosi un occhio, si tira su a sedere "mmm, dove sono?" si chiede con voce mezza assonnata mentre si guarda attorno senza capire in effetti, dove si trovava.
Mette a fuoco e poi tutto ritorna alla mente: il locale,la musica, la folla, l'alcool, le luci, la confusione, le toccatine, gli ubriachi, il vomito, il mal di testa, il post sbornia e quel tatuatore " ah già, sono a casa di quel maledetto tatuatore!" pensa per poi scoprirsi dal plaid alzandosi dal divano per dirigersi in bagno.
Fa tutto silenziosamente sperando di non svegliarlo " devo andarmene prima che si svegli!" dice tra sé e sé mentre esce dal bagno per ritornare in soggiorno/cucina.
Infila le scarpe tolte la sera precedente, sta per uscire quando si volta per dare un ultima occhiata alla casa e nota, appoggiato sul tavolo, il bicchiere di ieri sera contenente acqua e zucchero che il tatuatore gli aveva preparato dopo la sua violenta vomitata.
Esita mordendosi il labbro inferiore "forse dovrei ringraziarlo..." così si mette a cercare carta e penna, lasciandogli poi un messaggio prima di andar via
" grazie ancora per tutto..." lo rilegge insoddisfatto e imbarazzato per la frase troppo sdolcinata, perciò inserisce un aggiunta " ma non pensare di esserti riscattato, ti odio comunque!" finito di scrivere esce.
È mattina presto e in giro naturalmente non c'é nessuno.
Non sa come ritornare a casa e non conoscendo la zona si sente spaesato.
Si guarda attorno sperando in un segno, quando vede una macchina fermarsi proprio nel parcheggio della palazzina dove vive il tatuatore.
Nota scendere una signora che alla vista lo saluta cordialmente e come mosso da una forza, si avvicina all'auto
"Mi-mi scusi..."
"Si, dimmi giovanotto" risponde l'uomo al volante, un simpatico vecchietto sulla sessantina dai capelli canuti " Potrebbe darmi un passaggio in città? Vede al momento sono appiedato e non conoscendo la zona...ecco e non so se ci sono autobus e...sono senza portafoglio..." spiega terminando la frase in un sussurro quasi
"Certo! Tanto anche io devo andare in città! Sali pure..." sorride dolcemente il vecchio e alla sua risposta sorride anche lui salendo in auto.
"Cavolo che fortuna!" pensa mentre il vecchietto mette in moto.
In un quarto d'ora arrivano in città e deve ammettere che non vedeva l'ora anche perché non la finiva più di parlare e spiegare come era finito lì, é stata un impresa
"Allora, dove scendi ragazzo?" gli chiede
"Può lasciarmi qui, grazie" dice per poi ringraziare definitivamente l'uomo una volta sceso
"Davvero grazie mille!" detto ciò, lo vede andar via.
Cammina in direzione casa pensando a diverse cose, come: a dov'era finito Cooper ieri sera, se i suoi si erano preoccupati che non era tornato a casa e se i suoi amici una volta usciti dal locale lo avessero cercato.
E ovviamente, alla scusa da dire a tutti in caso di domande interrogatorie.
Fa freschino, gli gira leggermente la testa e ha bisogno assolutamente di una doccia.
Arriva di fronte casa e una volta attraversato il viale, entra nella villa.
C'é silenzio e ad accoglierlo vi é solo Braian il maggiordomo, un uomo sulla cinquantina con i capelli brizzolati tendenti al grigio, alto, vestito nella sua uniforme nera
"Ben tornato signorino Nathan" dice l'uomo con tono formale e rigido nella sua posizione
" 'Giorno Braian...mamma e papà sono in casa?"
" Si signorino, ieri sera sono tornati a casa molto tardi da un party quindi stanno ancora dormendo" spiega l'uomo
"Capisco, grazie. Ora vado in camera mia..." detto ciò si avvia salendo l'enorme scalone in legno lucido, coperto da un tappeto rosso
"Vuole che le porti la colazione?"
" No, grazie Braian..."
Arriva in camera sua buttandosi sul letto "meno male che mamma e papà sono tornati tardi e non si sono accorti che non ero in casa, se no a quest'ora chi li sentiva..." sospira per poi dirigersi nell'enorme bagno di camera sua, spogliandosi dei vestiti della sera precedente ed entrando nel box-doccia.
Si piazza sotto il getto di acqua calda facendosi scivolare l'acqua su tutto il corpo, anche sul viso che alza per detergerlo meglio.
Si sfiora poi con una mano il lembo di pelle su cui vi era inciso il tatuaggio, che ora gli fa meno male grazie alla crema spalmata dal tatuatore.
Ripercorre con la mente le carezze del moro, in quel momento era davvero delicato e al pensiero rabbrividisce.
La sensazione della sua mano sulla pelle, il calore che emanava , tutto gli provocava piacere ma a questi pensieri arrossisce " devo smetterla e ricordarmi cosa mi ha fatto quel pervertito!" dice pensando poi alla sera in cui si é ritrovato prigioniero nel suo studio.
Ma un altro pensiero viene alla mente e non può fare a meno di chiedersi se é un frequentatore di quel locale, visto che ieri sera ha salutato il barista prima di uscire.
Probabilmente si e non sa il perché ma una strana sensazione di gelosia lo pervade, insomma pensare che se la spassi ogni sera con ragazzi diversi lo agita ma sa che é così, visto che nel locale ha notato parecchi giovani e alcuni anche molto belli e lui non é da meno.
E poi si vede che ci sa fare, vista l'abilità con cui l'ha fatto venire, arrossisce violentemente a questo pensiero ma continua a pensare a quel tatuatore, anche mentre si asciuga i capelli color pece con un asciugamano in vita.
Non conosce niente di lui e le uniche volte che si sono visti, insomma, non sono state molto piacevoli, eppure continua a pensarlo.
"Che diavolo mi prende?!"
Una volta vestito comodo, si butta nuovamente sul letto finendo per l'addormentarsi.
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Tonight i'm loving you
RomanceDrake ha venticinque anni e fa il tatuatore come mestiere,un lavoro come altri che lo porta ad incontrare Nathan di cui bellezza ne è subito attrato; ció peró non lo ferma a prendere ogni sera diversi ragazzi nei bagni di un locale per sfogarsi. Ma...