-Sapete? Ho già dei sospetti su chi potrebbe essere. Da ieri sera. -
Tutti mi guardano. È evidente che non hanno la minima idea di chi sia il mio sospettato.
Scrollo le spalle e spiego -Laurel, ti ricordi che ieri sera ti ho detto che tuo fratello era pallido?- lei annuisce.-Beh, io non credo che fosse pallido per qualche birra di troppo. Ma piuttosto per uno svenimento. Ha detto che c'erano dei nuovi effetti speciali, ma chissà che non si riferisse a qualche sfera blu scuro, tipo quelle che ci hanno colpito ieri sera. -
-Sì, può essere. Il tuo dubbio è fondato, ma abbiamo troppi pochi indizi che possono spingerci a pensare che lui sia uno stregone.-interviene mia zia.
-Sì, ma non ho ancora finito. Stamattina, quando Michael ha urlato perché ha visto il fantasma, Jason ha fatto cadere una penna dalla scrivania, senza toccarla, proprio mentre rimetteva il braccio sotto le coperte. Questo è più che un indizio. Questa è la prova inconfutabile che Jason è uno stregone.-
-E speri di trovare mio fratello con quel pendolo e quella cartina?-chiede Laurel.
-Lo spero. Ah, a proposito zia. Forse non ti farà piacere saperlo, ma è tornato Alex. -
Mia zia sgrana gli occhi -Cosa?!-
Lo sapevo. Sapevo che avrebbe reagito così. Ma d'altronde, prima o poi dovevo dirglielo.
-Zia, ne parliamo dopo. Adesso abbiamo una cosa molto più importante da fare.- mi concentro di nuovo sulla cartina e sul cristallo di quarzo, uno dei più potenti che abbiamo per cercare demoni o mostri vari, visto e considerato che non sono proprio sicura se è proprio Jason che cerchiamo. Il cristallo smette di oscillare e si attacca alla cartina.
-Ci siamo. È al parchetto della Briola. Andiamo!-
Ci precipitiamo tutti in macchina e andiamo più veloce che possiamo. Dobbiamo arrivare prima che se ne vada, altrimenti, se la mia teoria è sbagliata, potremmo non avere più possibilità di trovarlo.
Siamo quasi arrivati, mancano pochi minuti. A un certo punto, però, sento una sirena dietro di noi. Guardo nello specchietto retrovisore: oh cazzo, è la polizia. E ci sta inseguendo perché mia zia sta andando troppo veloce.
-Ragazzi ascoltate- dice mentre accosta- voi andate, correte più che potete e andate alla Briola. Ai poliziotti ci penso io. -
-Ok, andiamo-urla Michael, mentre sbatte la portiera.
Cominciamo a correre. Io cerco di andare il più veloce possibile, ma quando mi giro vedo che i miei amici sono lontani. Vicino a me solo Shane.
-Non vi fermate! Correte!- urla Bonnie.
Ricomincio a correre. Sento il vento tra i capelli e allo stesso tempo il sudore sulla fronte. La frangetta è tutta indietro. Dovrò fare una doccia per sistemarla.
Continuo a correre e due minuti dopo arrivo alla Briola. Mi giro. Shane è rimasto dietro di me. Probabilmente non utilizza la sua velocità vampiresca per non dare nell'occhio.
Non ce la facciamo più e ci sediamo a terra, il respiro affannato.
-Ce l'abbiamo fatta. Guarda, lì c'è Jason- dice Shane, fresco come una rosa. Non sembra proprio che abbia appena finito di correre.
-Gli altri neanche si vedono.- ridiamo.
Poi lui si rialza e mi porge una mano per tirarmi su.
Entriamo nel parco e vediamo Jason che ascolta la musica su una panchina.
-Ehi, che avete? Sembra che avete appena corso in una maratona!-dice, appena ci vede arrivare. Il vampiro al mio fianco finge di respirare affannosamente, probabilmente per non dare nell'occhio.
-Credimi, ci si avvicinava!- dice Shane, "stremato".
-Siamo venuti per te- dico- gli altri stanno per raggiungerci.-
E infatti, eccoli che arrivano.
-Ma si può sapere come cavolo fate a correre così?! Cosa avete nelle gambe? Il turbo?!-ecco Michael, esausto. Si stravacca sulla panchina accanto a Jason. E lo stesso fanno Laurel e Bonnie.
-Come mai siete qui per me? E poi, perché avete corso così? Se volevate parlare con me, potevate venire stasera a casa.- chiede Jason, mentre si toglie le cuffie e spegne l'ipod.
- Beh, veramente non eravamo sicuri di incontrare te.- dico.
- In che senso? Scusa, se siete venuti per me allora come facevate a non sapere che avreste incontrato me?-
-Che ne dite se ne parliamo da un'altra parte? Se stiamo qui potrebbe ascoltarci qualcuno.- dice Laurel.
-Andiamo a casa mia, è la più vicina.-interviene Bonnie.
Ci dirigiamo verso casa sua. Aveva ragione, la sua era la più vicina. Ci mettiamo appena due minuti, era proprio dietro l'angolo.
Mi sembra passato un secolo da quando sono venuta qui l'ultima volta. Non mi ricordavo neanche che fosse così grande. Non ricordavo i muri colorati di rosso e arancione, dipinti così da sua madre per avere un effetto più bello durante i tramonti estivi. Ma nel suo salotto i tramonti sono belli già da soli, perché il balcone si trova proprio dalla parte dove il sole cala. È un effetto fantastico.
Ci incamminiamo nel lungo corridoio che ci conduce proprio lì, nel grande salotto che sprigiona luce. Ricordo i pomeriggi passati qui a "studiare", e poi finivamo per chiacchierare del più e del meno. E tutti i pigiama party, le lotte coi cuscini alle due di notte. Oppure ricordo quando buttavamo una coperta sul balcone e ci sdraiavamo sopra a guardare le stelle, a leggere riviste e guardare qualche film horror.
Ci sediamo sul grande divano rosso con i cuscini arancioni, che si abbinano ai muri.
-Allora Jason -comincia Laurel -comincia raccontandoci che tipo di effetti speciali c'erano al concerto.-
-Che vi importa?-
-Credimi, ci importa eccome. Adesso racconta.- insiste Laurel.
-Non vedo perché vi interessi, ma comunque... Beh, c'erano le solite luci rosse, blu, gialle, le palle che girano come quelle che si trovano nelle discoteche e ho visto anche una sfera blu che si è scaraventata dentro di me e poi sono svenuto. Credo di aver bevuto troppa birra.-
-No, non è la troppa birra che ti ha fatto svenire.- intervengo io -è stata la sfera blu. A noi è successa la stessa cosa. -
Pochi secondi di silenzio che vengono poi interrotti da una grassa risata da parte di Jason.
-Penso proprio che quelli che hanno bevuto siete voi!- dice.
-Ascoltami!- gli urlo contro. Lui smette di ridere. -Questa non è una cazzata inventata al momento per farti ridere. È una cosa seria! Quella sfera blu che ti si è scaraventata addosso aveva dentro di sé i tuoi poteri. E ora che li hai acquisiti sei diventato uno stregone, come noi.-
Mi aspettavo un'altra risata e invece -Come faccio a sapere che quello che dici non è una balla?-
Sospiro, sollevata dal fatto che mi crede. O quasi. -Chiudi gli occhi e concentrati su quella penna.- e gli indico la penna che si trova sul tavolino del soggiorno- Pensa che col pensiero riuscirai a spostarla. Provaci.-
Mi guarda, non si fida ancora del tutto. -Fidati- gli dico -non è una balla.-
Poi chiude gli occhi, cerca di concentrarsi. Passano diversi secondi in cui non succede nulla. Riapre gli occhi, seccato e mi guarda. Fa un enorme sospiro dicendo -Beh, se volevate prendermi in giro, ci siete riusciti alla grande- Si alza e fa per andarsene. Ma io sono più veloce. Lo prendo per le spalle e lo ributto sul divano.
-Se non credi in te stesso e in quello che stai per fare, non ci riuscirai mai!-gli urlo di nuovo -Adesso riprovaci.-
Sospira di nuovo, poi si concentra. Passano altri lunghi secondi. Quando riapre gli occhi la penna non si è mossa di un centimetro.
Mi guarda: è arrabbiato. Pensa sul serio che lo abbiamo preso in giro.
Si rialza. Io sono ancora davanti a lui. Fa per spingermi via con la mano, ma io mi levo prima che mi tocchi. Va verso la porta. Mi sento una stupida. Non voglio incontrare lo sguardo di nessuno, quindi riguardo la penna.
Un momento. Avrei giurato di averla vista più verso sinistra...
-Si è mossa! La penna si è mossa!- urlo. Tutti si precipitano a guardare.
-Hai ragione!- urla Michael.
-Tanto ormai non ci casco più!- dice Jason.
Mi precipito verso di lui e lo blocco.-Ascolta, quello che ti ho detto non è una balla, è la pura verità. Sei uno stregone. La penna l'hai spostata tu. -
Si gira e comincia a camminare verso il tavolino. Guarda la penna. -L'avete spostata voi.-
-No! Non ci siamo mossi di un centimetro!- esclama Bonnie.
-Smettetela, cazzo! Non voglio passare per un pagliaccio perchè voi volete farvi due risate!- dice, tirando su le braccia.
Guardo il tavolino. La penna fluttua nell'aria. Tutti si girano a fissare.
Jason muove un braccio su e giù, per vedere se è proprio lui che sta muovendo la penna.
-Adesso ci credi?- gli chiede Shane.
Jason annuisce, ancora sorpreso. Anzi, più che sorpreso: ha gli occhi fuori dalle orbite e la mandibola gli è arrivata a terra (in senso figurato, ovviamente). Non ci crede.
-Col tempo imparerai a utilizzare meglio i tuoi poteri e a spostare oggetti molto più grandi.- gli sorrido, cercando di essere il più convincente possibile.
In quel momento mi suona il cellulare. È mia zia.
-Pronto?- dico.
- Ehi, Paige, sono io. Ce l'avete fatta? Lo avete trovato?-
-Sì e gli abbiamo già detto tutto.-
-Bene, allora raggiungetemi qui alla Briola, che dobbiamo tornare a casa. Ci aspetta Miriam, il vostro spirito guida.-
Ah, già. Miriam. Lo spirito che ci ha fatto visita questa mattina a casa di Laurel.
-Ok, arriviamo- chiudo la chiamata-Ragazzi dobbiamo andare. C'è Miriam a casa di mia zia. -
-Chi è Miriam?- chiede Jason.
-È uno spiritello che si diverte a spaventare!- dice Michael.
Tutti si mettono a ridere.
-È il nostro spirito guida- interviene Laurel -ti spiegheremo tutto mentre andiamo.-
Ci incamminiamo verso la Briola. Shane si avvicina a me e dice -Sei stata pazzesca prima quando ti sei messa ad urlare per convincerlo. Ho scoperto un lato di te che non avrei mai potuto immaginare che avessi.-sorride. E io mi sciolgo.
-Beh, quando ci vuole ci vuole. E poi non sopporto che mi si rida in faccia.-
Arriviamo alla macchina. Per nostra fortuna, nel bagagliaio si possono aggiungere due posti.
Alla vista di Jason, mia zia sorride -Benvenuto nel club-.
Anche lui sorride. Sembra imbarazzato. E ancora un po' incredulo.
Mi sfugge una piccola risata. Ci avviamo verso casa.
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Heaventown
FantasíaQuesta è la storia di sette ragazzi,ognuno con un particolare potere. Paige, la protagonista,è una strega. La sua famiglia lo è da generazioni. Con lei ci sono Laurel, Jason e Bonnie,anche loro stregoni; Michael,un medium; Damon e Shane,due fratelli...