8. Cambiamo il passato

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Ci sedemmo sulla sabbia del lago, iniziammo a mangiare un panino e a bere qualcosa. Poi Eva staccò la radio che ci accompagnava con musica moderna.

"Ti ho raccontato un sacco di cose su di me" disse " ma ora dimmi qualcosa di tuo... Personale."
"Hmm ... Non ho molto da dire. La mia unica vera passione è il basket. Non sono bravo nello studio e mi piace venire qui"
"Come mai ami così tanto questa casa... Questo posto?"
"Beh... Questa è la casa della mia infanzia diciamo. Era di proprietà di mia madre e mi portava sempre qui a vedere l'alba o il tramonto. Amo questo posto perché mi ricorda lei... E io non voglio dimenticare"
"Di cosa è morta?"
"Cancro"
"Oh... Mi dispiace"
"Preferisco pensare che in fondo la troverò sempre qui, a vedere l'alba con me... In fondo è meglio ricordare la persona in un luogo che dimenticarla totalmente"
Eva prese due bicchieri e ci mise della coca cola, me ne passo uno e disse
"Brindiamo a tua madre!"
I bicchieri di plastica non fecero alcun rumore e in ogni caso lei non la avrebbe sentita la differenza, ma amavo il suo ottimismo , il vedere tutto come un regalo.

Passammo un magnifico pomeriggio ma verso le sei di sera dovemmo entrare nella casa sul lago per il fresco che iniziava a diventare sempre più fastidioso e pungente. Così la feci entrare nei miei ricordi e iniziai a raccontarle di ogni più piccola esperienza passata li.
"Mi è venuta un'idea " le dissi
"Si?"
"Hai mai fatto un pigiama party?"
"No!"disse ridendo
"Bene allora stasera dormiamo qui."
"Ma domani abbiamo scuola!"
"Ti ricordo che domani si entra più tardi per riunione"
"Beh per lo meno fammi avvertire mia madre "
"Certo"

Preparai dei piumoni in salotto per creare due letti improvvisati e poi ci sdraiammo e iniziammo a ridere e scherzare
"Allora. Preferiresti... Baciare la professoressa di educazione fisica- una vecchia sempre sudata con un brufolo gigantesco sempre puntato accanto al naso- oppure farti vedere vestiti da hawaiana?" Mi disse sorridendo.
"Dopo quanto posso nascondermi?"
"Mezz'ora... Oggi sono buona"
"Faccio l'hawaiano " dissi mentre mi sollevavo e iniziavo come uno scemo a fantasticare un ballo con gonnellino.
Eva si alzò e ridendo si mise a ballare come me. Poi iniziai a farla girare come nei balli lenti e lei rideva dicendo " non so ballare!!!" Poi mise un piede male e cadde addosso a me che barcollai e finii sul divano ricoperto di pellicola ormai vecchio.
"Te lo avevo detto che non sapevo ballare!" Mi disse continuando a ridere mentre il suo corpo era perfettamente adagiato sul mio.
"Beh imparerai!"
Sorrideva e i suoi occhi le brillavano. Mai stata così bella. La luce delle candele le coronavano il viso come una dea o un angelo forse... Le sue mani da pianista erano ancora poggiate sul mio petto quando la tirai verso me e la baciai. Fu lungo e dolce, come se volevamo appartenerci... Lei non si ritraeva il che voleva dire che le piacevo poi le presi il viso fra le mani e iniziai ad accarezzarle quei morbidi capelli che mi solleticavano il volto. Era perfetta. Ed era mia in quel momento.
Poi ci staccammo piano piano... Lei mi guardava negli occhi sorpresa...
"Mi sei sempre piaciuta Evangeline"
"Non sei mai stato un amico Alex "
Poi ci sdraiammo sui piumoni e iniziammo a dormire. Mano nella mano. Quella notte sognai mia madre dopo mesi.

•••
La mattina dopo accompagnai Eva a casa e poi mi diressi verso la mia. Quella notte era stata forse la più bella e volevo cambiarle il ricordo del 22 ottobre. Salii in camera mia, mi feci una doccia e mi misi dei jeans e una maglietta della squadra di basket visto che il pomeriggio avrei avuto allenamento. Mi diressi verso la moto e mi arrivò un improvviso messaggio...

Potresti darmi uno strappo a scuola? Mia madre ha la febbre. Baci .
                                                  Eva

Quindi salii e mi diressi a casa di Evangeline. Non c'era nessuno fuori quindi andai verso la porta per suonare il campanello. A quel punto aprii una signora dai capelli neri e con una coperta poggiata sulle spalle .
"Buongiorno signora. Eva mi ha chiesto un passaggio... Sono venuto per portarla a scuola"
"Ah tu sei Alex! Che piacere! Evangeline parla sempre di te!" Eva parlava di me? Da quando? " comunque piacere, mi chiamo Emily"
"Il piacere è tutto mio!"
Vidi Eva scendere dalle scale. Aveva una maglietta bianca stretta in vita che si allargava quando scendeva e dei jeans stretti che le formavano molto bene il suo corpo così perfetto. I capelli liberi e mossi si muovevano mentre scendeva le scale. E notai la familiarità di aspetto con sua madre. Due gocce d'acqua. Perfino gli stessi bellissimi occhi blu.
"Buongiorno Alex!" Disse divertita " prendo i soldi per il pranzo e vengo"

Pochi minuti dopo eravamo in sella alla mia moto diretti verso la scuola. Sarebbero state interessanti le lezioni quel giorno.

Appena arrivati a scuola notai che tutti mi guardavano pensando tipo.
<< o mio Dio la prossima vittima di Barbara si è già trovato la ragazza!!!>>
Ebbene si, non mi interessava dover essere lo schiavetto di Barbara . Mi ero stancato.

"Mi fissano tutti" disse davanti il suo armadietto.
"No fissano noi "
"E perché ci fissano?"
"Perché per Barbara io sono il suo prossimo ragazzo e se viene a sapere che mi hai rubato il cuore viene a casa tua a strangolarti" le dissi mentre la tiravo a me.
"Beh è il mio fascino da pianista sorda!" Disse sollevando le sopracciglia.

Ci prendemmo per mano e fra sguardi indiscreti camminammo fino all'aula di educazione fisica. Vedemmo la professoressa Asher che si dirigeva in palestra.
"Inizia ad uscire il gonnellino hawaiano Manson"
"Lo preferisco di gran lunga"
"Beh magari ti innamori del brufolone "
"Sempre meglio di Barbara"

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