10 Un regalo inaspettato

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Stava procedendo tutto benissimo. Io Eva la amavo ... Non potevo perderla. Passavamo ogni pomeriggio insieme , studiavamo e qualche volta mi faceva perfino sentire i suoi bellissimi brani, ma solo una cosa ci rendeva impossibile il poter veramente essere felici, il fatto che lei fosse sorda. Si sentiva esterna al mondo e quelle sue emozioni le chiudeva dentro se... Non parlava e se accadeva era perché la esortavo io... Non si sentiva apposto... Quindi trascorso quest'anno e preso il diploma un giorno decisi di farle una sorpresa

"Dove mi stai portando Alex!"
" vedrai piccola... È un posto che mi è sempre piaciuto "
" dai dimmelo "
" no è una sorpresa "
Arrivammo all'aeroporto e dopo averle tolto la benda agli occhi mi guardò
" ma siamo all'aeroporto!"
" si... "
" e qui che ci facciamo?"
" sai io amo gli aeroporti... Veramente passerei ogni secondo della giornata qui. Mi piace respirare l'aria di libertà e sognare di prendere uno di questi aerei e dirigermi ovunque. Hai detto che non sono alla Green ma i miei pensieri non possono essere più romantici ... Sognare è come volare... È un qualcosa in cui speri ma non sai mai se accade..."
"Wow Alex "
" Eva siccome io ho bisogno di te... E so che c'è qualcosa che ti impedisce di fidarti ...ti ho portato qui per darti un regalo"
"Dimmi"
A quel punto uscii una busta ed Eva lesse
"Due biglietti per New York? Dimmi sei pazzo e ci fai?"
"Leggi la seconda busta scema "
" Gentile signorina Evangeline Brooks la invitiamo a unirsi a noi per le audizioni di accesso alla Juliard School di New York!"
" ho mandato un tuo video e ti hanno presa in considerazione... Andrai lì per le audizioni "
Eva non rispondeva... Era immobile e fissava il biglietto.
" chi te lo ha chiesto" disse sussurrando
" non ho capito ripeti"
"Chi ti ha chiesto di mandare questo dannato video! Io ? Mia madre? Nessuno!!! Se non voglio andare lì è perché ho paura! Perché per me provare a entrare sarebbe solo un fallimento ok? E se entrassi non sarebbero solo che anni persi! Mi odierebbero tutti e non farebbero altro che sottovalutarmi mettendomi da parte!"
"Perché lo dici!"
" perché ci sono già passata!!!"
Silenzio... Mai si era sfogata così...
"Eva ti va di andare alla casa sul lago?"
"Proprio ora?"
"Si "
"... Va... Va bene "

Arrivammo alla casa e feci sedere Eva sulla sabbia in riva al lago... Lei piangeva e io volevo calmarla... La abbracciai con tutte le mie forze e poi feci in modo di farla sfogare
"Quando ero piccola mi odiavano tutti... Sono intelligente e brava bella musica anche se sono sorda e mi invidiavano... Ho sempre creduto di poter fare meglio degli altri per convincermi che per me non è finita,.. Ma guarda, ho 18 anni e non so neppure cosa fare, non riesco neppure a sentire la mi voce , immagina se posso migliorare quando suono. Io sono solo un surrogato, ce ne sono di meglio!"
" o di peggio"
" cosa vuoi dire?"
" sai Eva ci sono persone con gambe amputate che corrono ... E gareggiano come normodotati. Ci sono cechi che dipingono paesaggi che ricordano... E neonati che mai hanno visto il viso della loro mamma... Ci sono persone in ospedale che aspettano solo il loro giorno, contano i secondi e li riempiono di attimi speciali. Tu sei bravissima nel suonare , giuro, perché sprecare una vita come la tua , un sorriso come il tuo per un ostacolo che puoi superare! Mia madre ascoltava spesso una canzone che diceva - solo chi ha paura mette limiti- Eva, piccola mia, non portene, perché sono qui e non farò che rendere la tua vita una semplice discesa , e magari renderò la mia un insieme di fatiche ma lo farò per te" respirai e presi le sue mani " ti prego vieni con me a New York e fai l'audizione "
Eva guardava le nostre mani e la busta con i biglietti e l'invito della Juliard.
" verrò "
" veramente?"
"A condizione che se io vengo presa tu verrai con me a New York "
" prometto"
Un caldo abbraccio si insinuò in quel momento, e ci ritrovammo a guardare il lago mentre goccia dopo goccia iniziò a piovere... Tipiche estati del Nord America!
Presi Eva in braccio e inizia a farle volteggiare in aria... Rideva come matta e qualche volta scivola e si bagnava più di prima... Poi i nostri sguardi si incontrarono e credetemi, vedere il tutto, anche la propria vita dentro gli occhi di qualcun altro vuol dire amare quella persona ... E io vidi il mio tutto.
Un bacio scattò, ma diverso, non di quelli semplici e santi che ci diamo normalmente... Stavolta ci stavamo mangiando... E come sempre tutto si fermò , lei non voleva correre, e io volevo ciò che rendeva felice lei. Quindi la ripresi in braccio e la accompagnai a casa dove parlammo a sua madre del viaggio e lei si mise a saltare pure sui divani per l'emozione. Poi mi prese in disparte e mi ringraziò per ciò che facevo a Eva, ma rendere felice lei, poterla trattare come la mia piccola... Era ciò che più desideravo.

Ascoltando l impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora