5. Ci sarò per sempre

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Era fatta, l'unica vera ragazza che sarebbe potuta piacermi era scappata via:decisi quindi di tornare a casa scoraggiato.
Scrissi un messaggio ad Eva intento a farmi perdonare per il malinteso e poi mi disteso sul letto, nella mia solita camera, che ormai non mi accoglieva più come piccolo. Sapevo che Eva con difficoltà mi avrebbe ascoltato e questo non mi fece chiudere occhio, finché non riuscii finalmente a dormire...

~  ~  ~
La mattina segue mi svegliai di soprassalto, mio padre continuava a dirmi di scendere se no avrei fatto tardi.

Mi feci una doccia e scesi al piano di sotto, in cucina per mangiare solo una fetta della torta cucinata da mio padre. Mio padre non sapeva cucinare completamente, da quando mia madre era morta lui aveva continuato a cucinare per me, ma i suoi piatti erano paragonabili a cibo di gomma.

Uscii presi la moto e mi diressi verso la scuola. Quando arrivai ormai la campanella era suonata e non mi rimaneva che andare in classe. Biologia. Mi sarei dovuto sopportare biologia a prima ora e successivamente inglese.
A biologia trovai Eva seduta sola. Era così bella anche quel giorno. Aveva fatto una cosa alta e un morbido ciuffo di capelli boccolati le ricadeva sul viso. Quel giorno aveva una polo di color blu scuro e dei pantaloni bianchi con sfumature azzurre con le delle vans abbinate alla polo. Era sempre molto semplice.

La vidi scarabocchiare qualcosa nel suo quaderno di note, mi avvicinai e mi sedetti nel posto libero.
Stavolta mi vide, si girò e abbasso lo sguardo nuovamente verso il quaderno.
Io le feci cenno di ascoltarmi e si girò
"Lo ha fatto apposta, ti giuro ieri sera volevo stare solo con te, era con le sue amiche e senza che abbia detto nulla mi si è avvinghiata"
" e tu hai lasciato che ti si avvinghiasse"
Mi disse con quella solita parlata a sonora,  e poi notai qualche altro segno ...stava per piangere.
"Ehi Eva ascolta, ti giuro non volevo fare nulla di male, ti prego non piangere, volevo uscire con te e sono venuto. Giuro"
"Ok"
"Ok?"
"Si ok ti credo"
Non ci potevo credere, quella ragazza era anche molto meno complicata del resto della jackson.

Passammo il resto delle lezioni separati, non si fece sentire neppure a pranzo.
~ ~ ~
Quel pomeriggio avevo basket, volevo almeno iniziare a riavvicinarmi alla palestra, mi fu difficile però, visto che sentii di nuovo la canzone, era lei.

Era di nuovo in anfiteatro, e come la prima volta che le avevo parlato mi avvicinai.
"Che ci fai qui Manson"
" sono venuto a vedere come stavi"
" sto bene grazie..."
Ci furono minuti di silenzio, sembravano ore...
"Come sapevi che fossi qui"
"Ti ho sentita suonare, e poi la musica è la tua vita... Ero certo fossi tu"
"Capito"

Stanco di essere così lontani presi il suo quaderno e tutti i fogli volanti, la presi per mano e la trascinai fuori , verso il parcheggio, verso la mia moto.
"Dove andiamo Alex?"
"È una sorpresa!"

La feci salire sulla moto. Le diedi un casco e poggiò le mani sulle mie spalle per non cadere.
"Mai salita su una moto?"
"Mai e mi ero promessa di non farlo"
"Beh allora devi sciogliere la tua promessa"

Partii di tutta fretta e mi diressi verso un posto che conoscevo solo io... E mia madre. Arrivammo e feci scendere Eva.
"Dove siamo?"
"Questa è una vecchia casa al lago di famiglia... Io e mia madre venivamo spesso qui la sera ... Ci godevamo il tramonto e poi tornavamo a casa... È sempre stato bellissimo venire qui."
"È fantastico "
"Ti piace veramente? Bene da ora sarà il nostro posto, quando vorrai avermi con te, ci ritroveremo qui"

Ci sdraiammo sulla sabbia del lago naturale e dopo il silenzio Eva disse...
"Si chiamava George"
"Chi?"
"Il mio ex. Mi ha lasciata perché ero sorda e non voleva che gli rovinassi la vita. Era un mostro. Solo quando mi ha lasciata ho capito perché non mi aveva neppure voluto dare il primo bacio. Ero una scommessa con i suoi amici. Per questo ho subito avuto paura ieri, mi dispiace "
"Mi dispiace per George, ma io sono diverso, e se vorrai avermi con te, ci sarò sempre "
"Grazie Alex "
"E di cosa?"
"Di esistere "
Quindi mise la testa sulla mia spalla e ci godemmo il pomeriggio in spiaggia.

Ascoltando l impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora