13. Stephan

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Mi ero appena risvegliato dal mio sonno quando guardando fuori dal finestrino noto il cielo che termina e combacia perfettamente con New York ... La città era proprio come la sognavo è presto svegliai Eva per farle vedere lo scenario... Tante luci di milioni di colori danzavano sui grattaceli e più scendevamo più sembrava di sentire un altra aria.. Aria di vita nuova . Finalmente un nuovo inizio. Atterrati prendemmo le valigie imbarcate e ci dirigemmo a mangiare qualcosa...sempre affamati noi due... Mentre rovistavo dentro le valigie per cercare altri soldi vidi una busta. La busta era gialla e dentro c'era un foglio con del denaro. E una lettera. Era di Eva e si capiva fosse una risposta dalla Juliard. Ma se già la risposta era stata buttata nel cestino da Eva stessa cos'era quella?
"Signorina Evangeline,
La informiamo che la sua lettera di disdetta per l'audizione al corso di musica è stata presa in considerazione è accettata. Cordiali saluti . La direttrice."
Ero scioccato. Non stavo capendo... Perché portarmi a New York se aveva disdetto tutto? Perché mentirmi e perché illudermi?
Poi trovai un secondo foglio
"Cara Evangeline,
Mi dispiace se in questi anni non sono potuti venire da te... Mi manchi tanto e vorrei poterti rivedere. Sei il mio unico desiderio. 
                                Stephan "
E vi era un indirizzo ... Che era praticamente vicino a quello della casa momentaneamente affittata per il nostro soggiorno. Mi girava la testa. Eva era in bagno e volevo scappare ma non potevo . Dovevo chiedere , perché perché?! Per caso voleva rivedere un suo ex? Conoscere un altro ? Io non conosco questo Stephan non me ne ha mai parlato.
E poi la vedo dirigersi verso di me, sorridente e spensierata. Stavamo mangiando quando sono scoppiato.
"Lo sai cosa non sopporto Evangeline?"
"Cosa , Alex" disse guardandomi e aspettandosi una battuta.
"Non sopporto i bugiardi"
"Oggi ne hai per caso incontrato uno? Sembri furioso "
"Si , Eva ... Ne ho scoperto uno... Anzi ... Una. Chi è Stephan eh?"
A quel punto abbassò lo sguardo e posò il bicchiere dal quale beveva... Si avvicinò a me e disse...
"Hai scoperto pure della Juliard?"
"Si. E sinceramente voglio stare solo . Ci rivediamo a casa Evangeline "
Poi voltai le spalle e andai via e dissi Eva gridarmi contro ma non avrei potuto rispondere ...lei non mi avrebbe mai sentito.
••••
Ero sola con la valigia e decisi stanca di tornare a casa. Io e Alex avevamo optato per una piccola casetta a Brooklyn certo un po' messa male ma per il momento perfetta. Appena entrata era giusto sistemare un po le cose: c'erano  un salone cucina, una camera da letto, e un bagno. Accesi la TV per vedere se c'era qualcosa... Incominciai a seguire il film quando mi resi conto che era ora di iniziare almeno a cucinare. Poi mi resi conto che in effetti non avevo portato mangiare e che l'unica cosa da mangiare era la polvere... E non era per niente commestibile. Il mio solito inutile udito non permetteva di poter chiamare un ristorante per cibo da asporto. Per fortuna sotto casa c'era un supermarket e comprai dei piatti freddi da riscaldare. Due. Ma quella sera Alex non tornò. E io lo aspettai invano . Finché non mi addormentai sul letto . Cercando un suo abbraccio.... Ma lui non era lì e mi mancava. Ad un tratto sentii il suono del campanello... Sentire relativamente poiché ero sorda... Da quando ero piccola riuscivo a collegare le vibrazioni del campanello alle figure che facevano ombra dietro la porta.Era presto chi poteva essere se non Alex ... Felice scappai fino alla porta... Guardai all'occhiello ma non c'era il solito ragazzo che mi accompagnava per i corridoi della scuola. Non era quel ragazzo che amavo e di cui stavo aspettando il ritorno. Era l'altro ragazzo che stavo aspettando. Aprii la porta.
"Ciao Evangeline...da quando non ci si vede... Non mi ricordi? Sono Stephan"

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