7. Ricordi di compleanno

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"Cosa stai facendo Manson?"
"Ti sto preparando la merenda no?"
"Magari se ti giri e mi fai leggere le tue labbra capisco che hai detto"
Giusto, mi dovevo ancora abituare
"Sto preparando delle crêpes per fare merenda"
"Buone!!!"
"Ti piacciono veramente?"
"Si... Prima dell'incidente sono stata a Parigi, li le crêpes erano una delizia!"

Il pomeriggio dopo Eva era tornata a casa mia. Volevo diventasse un abitudine è quel giorno avendo pochi compiti finimmo subito. Le stavo preparando le crêpes.

"Se non ti dispiace, Eva... Potresti raccontarmi dell'incidente?"
"Oh si certo! Non è un problema!"poi continuò " era il giorno del mio dodicesimo compleanno, il 22 ottobre... Stavamo tornando da Disneyworld ,Vivevamo a Orlando noi. Mio padre non andava forte. Però quel giorno stranamente vi era una fitta foschia e soprattutto era notte quindi il buio pesto non si poteva combattere neppure con 100 lampadine. Un gruppo di ragazzi guidava dal verso sbagliato della strada. Il buio non ci permise di vederli. Gli abbaianti della macchina opposta ci accecarono e mentre mio padre perdeva il controllo l'auto ci ha presi in pieno"
"O Dio Mio"
"I miei non so con quale miracolo sono riusciti a salvarsi, io invece non avevo cintura di sicurezza né l'airbag era incluso nei sedili posteriori, quindi ho sbattuto la testa e ho perso l'udito. Hanno cercato di operarmi... Ma l'unica operazione che potrebbe salvarmi è parecchio complicata e mi spaventa. E in ogni caso mille persone convivono con la loro disabilità... Che sia anche peggiore. Il signore mi ha salvata e gli sono grata"
" sei molto ottimista"
"Quando hai rischiato la morte e ti sei procurata solo qualche graffio e disabilità uditiva credo che tutto il mondo ti appare un prato magico" le misi una crêpes sul suo piatto è uno sul mio. Ci sedemmo uno davanti all'altro e continuammo a parlare.
"Non ti ha mai dato fastidio?"che sfacciato
"No... Cioè sono sempre stata una ragazza piuttosto riservata. Sorda o no il mio mondo rimane mio. Sono il solito tipo che preferisce appuntare note in un quaderno che magari un giorno diventerà il mio lavoro"
"Ma è normale che così non avrai mai rapporti... Facciamo così. Domani ti iscrivi in un qualsiasi club scolastico. "
"No so dove potermi trovare un'amica veramente " disse sorridendo " sei fin troppo gentile"
"Mi preoccupo"
"Di cosa"
"Per te, sembri talmente fragile"
"Sono la ragazza più forte che tu abbia mai visto"
"Ci credo"
"Ok le crêpes più buone del mondo sono tue... Mi ricredo"
"Ecco. Mia cara sono il migliore in cucina"
"Peccato che l'unica cosa che sai fare sono le crêpes "
"E tu come lo sai?"
"Lo so. Io so sempre tutto"

•••
Il resto delle giornate furono le stesse. Eva era sempre la ragazza entrata nel mio mondo per caso ma che non per caso mi aveva stravolto la vita. Avevo ricominciato ad allenarmi a basket. Eva mi aveva fatto capire una cosa. Non importa cosa accadrà. Dobbiamo sempre rincorrere i nostri sogni , perché se lo vogliamo veramente, tutto è possibile. Io avevo perso mia madre, ma lei amava il fatto che praticavo sport... Avrei continuato per lei, dovevo continuare per me.

Eva continuava a non volerne sapere di amicizia. Diceva che si sarebbe fatta delle amiche al college, dove c'erano vere ragazze... E non delle evidenti bambine viziate come nella nostra scuola... Non potevo biasimarla.

Derek continuava a provarci con tutte e la scuola era la stessa. Finché non arrivo il giorno del 18 esimo compleanno di Eva. Ed essendo lo stesso giorno dell'incidente volevo farle dimenticare tutto. Dovevo farla sentire unica. E sapevo come...

•••
"Dove stiamo andando Alex!"
"tu aggrappati a me e non chiedere nulla"
"Ok"

Poco tempo dopo eravamo arrivati. Ero riuscito a far diventare la spiaggia del lago uno scenario per un romantico pic nic di primo pomeriggio. Avevo portato cibo bevande e della musica . Sarebbe stato divertente ... E poi era domenica per fortuna, quindi massimo relax.

Guardai Eva che fissava lo scenario. Gli occhi si illuminarono... Poi sì inumidirono e iniziò a versare lacrime... Acqua le rigava il viso e la rendeva La mia piccola fragile Eva.

"Grazie Alex, non saprei cosa fare senza di te " disse mentre mi tirava a se e mi stringeva
"Eva. Non saprei io cosa fare. Grazie di esistere"

Ascoltando l impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora