Capitolo 20

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Taylor Swift - Wildest Dreams


Zayn's P.O.V.

Le strade di Dublino sono coperte da una pesante coltre di nebbia. Il cielo plumbeo preannuncia una pioggia imminente, scrosciante e devastante. Cammino con le mani spaccate dal freddo e arrossate nelle tasche del cappotto. Gli stivaletti in pelle mi parano appena dai soffi di freddo che mi entrano nelle ossa, facendomi rabbrividire più del necessario. Ad un certo punto mi fermo. Non riesco più a vedere niente, la nebbia si è parata davanti a me ed è un muro invalicabile. Molte persone sono ferme, nessuno prova a superare il muro di nebbia. Un signora accanto a me tiene i sacchetti traboccanti della spesa e guarda fissa di fronte a sé. Ha gli occhi serrati, la bocca spalancata. Tutti fissano il muro. No, non è vero. I loro sguardi sono concentrati su una coppia che se le sta dando di brutto. Lei è rannicchiata a terra e lui la sta pestando. Tutti vedono, nessuno guarda. Ma soprattutto nessuno reagisce. Lei si tiene la testa stretta tra le mani e lle ginocchia racchiuse sul petto, mentre lui le tira un calcio sulla schiena. La donna non reagisce, piange solamente. Ha il labbro spaccato da cui fuoriesce un rivolo di sangue. Mi avvicino per guardare meglio. Lei è incinta. Ma all'uomo sembra non importargliene.

"Puttana. Troia. Dovresti vergognarti" le urla e lei in risposta emette un singhiozzo disperato.

"Come fai a guardati allo specchio, eh? Vattene a fanculo, tu e quel piccolo bastardo" si passa una mano sotto il naso ricurvo e io spero di poterlo vedere negli occhi, ma non ci riesco. Il suo volto rimane oscurato dalla nebbia pesante.

"Non ti voglio più vedere in casa mia. Te ne devi andare. Ma mio figlio rimane con me. Hai dieci minuti per andartene" Non riesco a parlare, non riesco a difendere la donna che rimane a terra agonizzante. Vorrei correrle incontro, aiutarla, ma non riesco a muovermi. La voce mi è morta in gola, gli occhi sono sbarrati.

Lei si tira su lentamente e finalemente le posso vedere il viso. Ha i lineamenti dolci, ma decisi, gli occhi scuri, le labbra carnose. Finalmente ritrovo la voce per urlare solo una parola;

"Mamma!" vorrei correrle incontro, ma i miei piedi sono fermi. Continuo ad urlare il suo nome, impossibilitato nel muovermi, mentre grandi lacrime bollenti mi solcano il volto.

Ma poi tutto finisce.

Mi sveglio ansiamando, il sudore che mi cola lungo la schiena. E' tarda mattinata e fuori si percepisce un gran caldo. Mi ci vogliono cinque minuti buoni per rendermi conto di dove sono. Le lenzuola candide sono impregnate di sudore. Quando il mio respiro ritorna regolare, inizio a ricordare tutto.

Il sogno.

L'ho fatto milioni di volte e ancora mi manda in tilt. Ma solo ricordare i miei genitori prendersela così, continua a farmi male. Mi stropiccio il viso e guardo dall'altra parte del letto. Eve è sempre qui, e sta dormendo beatamente. Mi pare sia stata la nottata più strana di sempre.

Ci siamo lasciati, senza problemi, amici come prima. Ma poi l'ho baciata e un bacio tira l'altro e adesso siamo di nuovo nel mio letto, nudi e felici. Vedo allargarsi un sottile sorriso sul suo viso affilato e elegante. Ho sempre pensato che avesse un viso regale, da sangue blu, insomma. Ha dei bellissimi occhi scuri, ma che nelle giornate soleggiate diventano di un verde meraviglioso. Il naso affilato le rende un'aria misteriosa che si sposa benissimo con le sopracciaglia folte. Si lascia sfuggire un piccolo mugolio prima di girarsi sull'altro fianco. Osservo, con un piccolo sorriso sulle labbra, la morbida curva della sua schiena abbronzata. Mi avvicino lasciando una piccola scia di baci umidi sulle sue spalle tatuate. Le lunghe ciocche di capelli castanti sono cosparse ovunque, un'aureola morbida e profumata. Più la guardo, più sento assalirmi da un forte senso di colpa. Sono andato a letto con la mia ex, poco dopo essermi lasciato con lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02, 2015 ⏰

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