La Proposta

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Hermione stava seduta sul tappeto davanti al fuoco, le gambe protese verso le fiamme e la schiena appoggiata al divano, con un libro della biblioteca in grembo. Aveva provato a distrarsi e leggere un po' per convincersi che non era cotta di Ron al punto da aspettare per tutto il pomeriggio che lui ed Harry rientrassero dall'allenamento di Quidditch.

Ma ben presto si era resa conto che era proprio quello che stava facendo, ed essendosi giá avvantaggiata i compiti della settimana seguente, non aveva trovato altro da fare che fissare le fiamme che danzavano davanti a lei, ipnotizzandola. Era una delle poche volte in cui poteva veramente rilassarsi e concedersi un momento di pace.

Ed era in questi momenti che vagava con la mente al ragazzo che l'aveva stregata senza mai usare alcuna pozione o incantesimo: Ronald Weasley, Grifondoro, migliore amico di Harry Potter, lo stesso che aveva incontrato anche lei cinque anni prima e che, dopo qualche tempo, era diventato suo amico, nonostante da allora c'erano stati molti litigi che li avevano portati anche a non parlarsi per giorni. Settimane, a volte. Ma alla fine si erano sempre ritrovati, avevano sempre fatto pace.

Ora erano al loro sesto anno, e da subito c'erano stati dei forti cambiamenti. Non solo il Ministero, che fino a un anno prima dichiarava che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era morto e che Harry era solo un bambino viziato che aveva inventato quella storia per spaventarli tutti e tornare ad avere l'attenzione che era solito ricevere, essendo il Bambino Sopravvissuto, e che ora gli stava sbavando dietro cercando di convincerlo di fingere di avere piena fiducia nelle istituzioni e soprattutto nel nuovo Ministro della Magia.
Non solo Sirius Black, il padrino di Harry, l'unica persona con cui lui sarebbe potuto vivere, che sarebbe stata la figura più vicina a un padre, per lui che i suoi genitori non li aveva mai conosciuti se non dalle foto e dai racconti delle persone che li avevano conosciuti. E amati. Come amici, a volte come fratelli. Sirius era morto per mano di Bellatrix Lestrange, sua cugina, davanti agli occhi del figlio del suo migliore amico, James Potter. Voldemort aveva vinto di nuovo, era riuscito a renderlo più vulnerabile, gli aveva tolto un'altra persona a lui cara. A volte Hermione si chiedeva come si potesse essere così crudeli, così senza cuore, da ferire un ragazzo così giovane senza battere ciglio...

"Hermione?" una voce familiare interrupe le sue fantasticherie, riportandola alla realtà. "Non pensavo ci avresti aspettato."
"Non avevo molto da fare, e non ero dell'umore giusto per andare in biblioteca. E poi la Sala Comune era vuota..." spiegò lei, cercando di restare il più composta possibile quando il ragazzo si buttò a sedere sul divano, terribilmente vicina a lei.
"Harry dov'è?" chiese poi, per colmare il silenzio che era seguito. Lui sbuffò "È rimasto indietro per parlare con Ginny di una qualche tecnica di volo..." disse lentamente e con la voce impastata, come se fosse sul punto di addormentarsi. Hermione sorrise: lei sapeva che non l'aveva trattenuta per parlare di tecniche di volo, quanto per passare del tempo da solo con lei.
"Dean non c'era?"
"No, se ne è andato subito dopo gli allenamenti a cercare Seamus. Stanno nella Sala Grande a studiare, credo" disse sorridendo appena. Era circolata voce di una qualche crisi fra lui e Ginny. Ron era stato subito contento di questa imporovvisa svolta. 'Meglio sola che con quella scusa di un Battitore' aveva detto.
Anche Harry ne era stato felice, anche se ovviamente non aveva detto il vero motivo all'amico. Per Ron era semplicemente il fatto che, conoscendola da tanto, era diventata come una sorella per lui. E probabilmente sarebbe stato così, se non fosse stato per quelle maledette farfalle che sentiva nello stomaco ogni volta che la bella ragazza dai capelli rossi lo guardava...
Hermione lo sapeva; non c'era stato bisogno di spiegarlo, era così chiaro, tra loro c'era un rapporto tale che si vedeva un miglio che insieme sarebbero stati perfetti l'una per l'altro.

In quel momento entrò un alunno del secondo anno che, pur con qualche tentennamento, andò dritto davanti a lei.
"Il Professor Silente mi ha chiesto di informare la signorina Granger che sarebbe gradita la sua presenza, nel suo ufficio, per un té" disse con voce tremula.
"Nel suo ufficio?" chiese lei corrugando la fronte.
"Per un tè" ripetè il ragazzino.
Hermione guardò confusa Ron, che nel frattempo si era raddrizzato e sembrava dubbioso quanto lei.
"D'accordo, allora. Vado subito" disse lei alzandosi da terra e poggiando il libro sul tavolino vicino al divano.
"Ti aspetto qui. Tanto sai che dovrò copiare il tuo compito di Pozioni" disse Ron mentre guardava la giovane strega allontanarsi. Lei annuì, sollevando gli occhi al cielo. "Come se non lo sapessi" mugugnò lei, fingendo un'aria seccata che fece sorridere l'amico in un modo che la ragazza sentì le viscere torcersi a quella vista. Aprì la porta del dipinto e uscì fuori, rabbrividendo quando si accorse del calo di temperatura. Fuori dalla Sala Comune dei Grifondoro si ghiacciava, perciò affrettò il passo per raggiungere lo studio di Silente. All'incrocio del corridoio sbattè contro qualcuno, perdendo quasi l'equilibrio. "Scusa..." iniziò lei, prima di riconoscere il ragazzo.
"Malfoy" disse lei, l'odio evidente sia sul volto che nella voce
"Levati di mezzo, Sanguemarcio!" disse lui, riprendendo a camminare, facendo in modo che, passando, urtasse la spalla di lei.
Hermione pensò a un qualche insulto da poter usare, ma lasciò perdere quasi subito. Non ne valeva la pena.

"Zucchero?" chiese Silente alla giovane strega porgendogli la zuccheriera. "No, grazie, Professore" rispose lei, sorridendo educatamente. Lui annuì, riappoggiò la zuccheriera sul tavolo e prese la sua tazza di tè fra le mani, girando e rigirando il cucchiano con le sue dita nodose.
Hermione si sentiva un po' a disagio. Il fatto era che non era mai stata invitata dal suo Preside nel suo ufficio, e dato che egli non era esattamente un tipo da imvitare i propri alunni a prendere un tè senza un valido motivo si aspettava che avesse qualcosa di importante da dirle. L'anziano mago però non sembrava aver fretta di parlare, e la ragazza notò che la mano che reggeva la tazzina era nera e raggrinzita, come se si fosse bruciata.
"Ha un brutto aspetto, non le pare?" chiese lui, guardandola. Hermione, sorpresa del fatto di esser stata scoperta, arrossì lievemente e cercò di rimediare. "Ehm...beh, io..."
"Non si preoccupi" aggiunse lui sorridendo benevolmente "non ne sono infastidito."
"Professore, posso chiederle..."
"...perchè l'ho invitata?" finì lui.
Hermione annuì. "Signorina Granger, sono dell'idea che la sua collaborazione potrebbe essermi utile per una questione alquanto importante."
"Lei è una ragazza intelligente, piena di risorse. C'è un ragazzo in questa scuola che sta passando un periodo difficile, in quanto gli è stato chiesto di compiere atti di cui potrebbe pentirsi. E di ciò i suoi voti ne risentono. Vorrei che lei, sotto la scusa (ben fondata) di lezioni di recupero si avvicini a lui, lo aiuti a... diciamo, ravvedersi, e gli dia conforto. Naturalmente, lei concorderà con me, non dovrà sapere che l'amicizia che lei gli offrirà è allo scopo, per lei, di tenerlo d'occhio per me. Confido nella sua riservatezza a tale proposito."
Hermione non sapeva cosa dire: avrebbe dovuto fare da spia per Silente?
"Posso chiederle da cosa devo tenerlo d'occhio?" chiese dopo una lunga pausa.
"Dal male. Il signorino in questione ha fatto scelte sbagliate perchè costretto, e ho paura che ne stia già soffrendo."
Lei annuì. Sebbene la risposta che aveva ricevuto non aveva soddisfatto la sua domanda, aveva la sensazione che il mago non avrebbe aggiunto altro se l'avesse riformulata.
"Potrei sapere chi è il ragazzo, Professore?" domandò.
Lui appoggiò la tazzina vicino alla teiera, per poi riappoggiarsi allo schienale, le dita sottili ora incrociate fra loro. Poi, con voce solenne e mediatabonda, rispose: "Draco Malfoy"

"COOOSA?" tuonò Ron il mattino seguente a colazione.
"Abbassa la voce, per l'amor del cielo, Ron" sibilò Hermione.
Ma lui la ignorò "Gli hai detto che piuttosto ti butteresti dalla Torre di Astronomia?"
Lei sospirò, abbassando lo sguardo sulle sue mani. "Non puoi esattamente rifiutare qualcosa a Silente..."
Ron sbuffò, e lei alzò gli occhi sul ragazzo dai capelli scuri e arruffati e gli occhiali storti davanti a lei, sapendo che lui avrebbe capito quello che intendeva.
"In poche parole hai accettato di fare da babysitter a Malfoy!" continuò il rosso, parlando un po' più piano. Hermione non rispose.

Più tardi, mentre stavano uscendo dall'aula di Trasfigurazione, Harry la prese per il braccio e aspettò che tutti gli altri si allontanassero. "Tu sai perchè Silente vuole che tu tenga d'occhio Malfoy?"
Lei corrugò la fronte "Te l'ho detto, è..."
Lui scosse la testa "Non mi vorrai dire che hai veramente creduto a quello che ti ha detto!"
La ragazza liberò il braccio dalla stretta dell'amico "Di cosa diavolo stai parlando?"
"Non hai ancora capito? Silente vuole che tu lo tenga d'occhio, perchè crede che sia un Mangiamorte!"
"Ancora con questa storia, Harry" disse lei con una punta di sarcasmo.
"Senti, io so che Malfoy trama qualcosa. Il fatto che abbia chiesto proprio a te di tenerlo sotto controllo è chiaramente segno che sta combinando qualcosa di importante."
A questo Hermione non seppe come controbbattere.
"E allora, se è come dici, perchè non ha chiesto a te di farlo?"
"Perchè sa che lui non si fiderebbe mai di me. Io sono la persona che odia più di tutte in questa scuola. Lo stesso si può dire di Ron, si scaglierebbero incantesimi dopo neanche cinque secondi. Tu sei una ragazza, e anche se ti prende continuamente in giro non ti torcerebbe un capello. Si ritroverebbe a tappeto se anche solo ci pensasse" disse sorridendo.
"Neanche a una Sanguemarcio?" chiese lei in tono piatto.
Lui la guardò prima di rispondere "No, neanche a una Nata Babbana."
Lei annuì "Ora devo proprio andare, ho Aritmanzia."
"Ti accompagno" si offrì lui.
Camminando lungo il corridoio ormai deserto Harry continuò a parlare bisbigliando.
"Quello che Silente vuole è che, tramite te, lo possa tener d'occhio anch'io."






















Non Può Essere Malfoy!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora