"Cosa ci fai qui Malfoy?" chiese Hermione senza interrompere il loro contatto visivo e senza togliere la bacchetta dal petto del ragazzo.
"Potrei farti la stessa domanda, Granger" rispose calmo il Serpeverde.
Hermione sbuffò: "Al contrario di te, Malfoy, faccio il mio dovere di Prefetto e controllo i corridoi per riprendere chiunque sia fuori dalla propria Sala Comune fuori orario e senza autorizzazione" rispose la strega. "Te lo ripeto di nuovo: che ci fai qui fuori?"
Il biondo la guardò impassibile. "Quello che faccio non ti riguarda, Granger. E noi non ci siamo mai incrociati, mi hai capito?"
Fece per passare oltre, ma la Grifondoro si spostò in tempo per impedirgli di scappare. L'aveva in pugno.
"Non così in fretta, Malfoy" disse lentamente, la bacchetta alzata in modo da poterlo vedere bene in faccia e allo stesso tempo intimorirlo.
"Cos'è, mi minacci?" sbuffò il Serpeverde, per nulla impressionato.
"Voglio sapere che cosa stavi facendo da queste parti a quest'ora. Non è la prima volta che graviti qui intorno, o sbaglio?" fece lei inclinando leggermente la testa.
Il ragazzo non si scompose, ma Hermione vide chiaramente nei suoi occhi che si stava spazientando. "Non te lo ripeterò un'altra volta: cosa ci fai qui, Malfoy?" chiese pressante la Grifondoro, stringendo ancora più forte la bacchetta.
In un attimo il Serpeverde tirò fuori la propria bacchetta dalla tasca della divisa e la puntò a sua volta al petto della ragazza. "Non immischiarti in ciò che non ti riguarda, Sanguemarcio, perchè potrei perdere la pazienza con te."
Il tono era talmente glaciale che Hermione si costrinse a rimanere al suo posto e a non lasciar trasparire alcuna emozione.
"Non voglio creare una rissa in corridoio, Malfoy" gli disse fissandolo.
"Sei tu che stai rendendo tutto più difficile Granger. Non devi fare altro che girarti e fare finta che tu non mi abbia visto stanotte."
Hermione sbuffò. Stava tramando qualcosa al Settimo Piano, qualcosa a che fare con la Stanza delle Necessità. Era talmente vicina dallo scoprire la verità, talmente vicina dallo scoprire se Malfoy era veramente un Mangiamorte, che andarsene adesso come le suggeriva il ragazzo sarebbe stato impossibile. Voleva sapere. Doveva.
Così non disse niente, si limitò a guardarlo fisso, finchè non si accorse che Malfoy sembrava sul punto di pronunciare un incantesimo.
"Stupeficium" disse Malfoy.
"Expelli Armus" fece allo stesso tempo Hermione.
La fattura del ragazzo la colpì in pieno petto e la fece volare dieci metri più indietro e atterrare pesantemente, mentre la bacchetta del biondo cadde a metà strada fra i due. Il dolore della caduta si fece sentire sul fondoschiena e in parte sulla spalla sinistra, ma Hermione si rialzò a fatica, mentre Malfoy la guardava a cinque metri di distanza, tenendo due bacchette. La sua e quella della ragazza.
"Non guardarmi con quella faccia Granger. Te l'avevo detto di non testare la mia pazienza."
Lei lo guardò in cagnesco.
"Dammi la bacchetta Malfoy" grignò.
Il ragazzo la guardò divertito. "No".
"Ridammi la bacchetta o ti farò male anche senza usare la magia."
"Tipetto violento, eh Granger?"
"Smettila con i tuoi giochetti e dammi la bacchetta, maledizione!"
"Qualcuno sta perdendo la calma, forse?"
A quel punto la strega si alzò di scatto e fece un passo verso di lui: i suoi occhi castani brillavano pericolosamente.
"Ridammela. Ora."
"Dovresti provare a chiedere più gentilmente. Dove sono andate a finire le buone maniere?"
Vedendo che la ragazza si faceva sempre più vicina, il giovane Malfoy cambiò tattica.
"Se tu chiedessi per favore potrei considerare di ridartela" fece lui.
Ma Hermione ne aveva abbastanza. Con un movimento della mano appellò la sua bacchetta, che sfuggì dalla mano del Serpeverde per tornare dalla sua legittima padrona.
Le sopracciglia di Malfoy si inarcarono dalla sorpresa, e a quel punto la ragazza puntò di nuovo al petto del ragazzo.
"Torna nel tuo dormitorio, Malfoy" mormorò lei minacciosamente.
Il giovane stava per ribbattere, quando la voce di Antony Goldstein li interruppe.
"Tutto bene? Che sta succedendo?"
Entrambi si girarono verso il Prefetto di Corvonero che si stava avvicinando. "Malfoy, che ci fai qui fuori? Meglio che torni nella tua Sala Comune prima che vi tolga venti punti!"
Il Serpeverde digrignò i denti facendo scattare la mascella.
"Non finisce qui" sibillò diretto alla Granger. Poi li superò, dando di proposito una spallata ad Antony, che si trattene dal rispondergli male, e prese le scale cominciò a scendere finché scomparve alla vista.
"Tutto a posto?" chiese il Corvonero per rompere il silenzio, non appena anche i passi di Malfoy non si sentirono più.
Hermione annuì. "Grazie per l'aiuto, ma davvero, non ce n'era bisogno."
Il ragazzo inarcò un sopracciglio, chiaramente scettico.
"Me la sarei cavata. Dopotutto è solo Malfoy" aggiunse la giovane sorridendo leggermente per confermare la sua posizione.
"Ne sono certo. Il fatto è che avevo sentito le vostre voci di sotto..."
"Sto bene" lo interruppe lei, un po' più rudemente di quanto volesse. Sorrise nuovamente: "Davvero, apprezzo quello che hai fatto."
Antony annuì. "Devi ancora finire il tuo giro, giusto?"
"Si, è vero."
"Non ti dispiace finirlo da sola? O vuoi che ti accompagni?"
"No, no, non preoccuparti. Anzi, mi dispiace di averti fatto preoccupare."
"Nessun problema. Allora" fece lui dirigendosi dalla parte opposta dalla quale era venuto, senza mai distogliere lo sguardo dalla ragazza "beh, buonanotte."
"Buonanotte Antony" salutò lei. Si sorrisero un'ultima volta prima che il ragazzo si girasse e continuasse per il corridoio buio, per poi girare l'angolo e scomparire definitivamente. Hermione ruotò le spalle e si scrocchiò il collo e, cosciente del fatto che adesso fosse veramente sola, si affrettò a concludere il suo giro di perlustrazione, la bacchetta ben stretta in mano, desiderosa di tornare al più presto possibile nel suo dormitorio."Ehilà? Tutto a posto?" fece Harry ore dopo in Sala Grande, agitandole una mano praticamente davanti al naso per scuoterla dal suo torpore. Hermione scacciò il braccio del suo amico e si stropicciò gli occhi. Dopo l'incontro con il Serpeverde non aveva fatto altri incontri inattesi, nè notato nulla di insolito, e quando si era finalmente accoccolata nel suo bel letto morbido, si era ritrovata a rimuginare su Malfoy.
Doveva parlare al più presto con Silente: lui le aveva chiesto di tenerlo d'occhio, in quanto, proprio come Harry, sospettava stesse nascondendo qualcosa, e ora lei aveva la certezza che qualsiasi cosa fosse avesse a che fare con la Stanza delle Necessità. Lo aveva beccato altre volte nelle vicinanze, e l'incontro di ieri sera lo aveva confermato.
"Tutto a posto, sono solo stanca" rispose lei facendo uno sbadiglio "è la prima volta che non dormo bene per due intere settimane. Forse dovrei provare con una tisana o una Pozione."
Harry annuì, l'espressione ancora preoccupata per l'amica, ma lei fece finta di non averla notata. Si sentiva un po' in colpa per non aver ancora detto niente ai suoi due migliori amici, soprattutto Harry, il quale sembrava l'unico a sospettare anche lui di Malfoy, ma aveva deciso che prima di tutti avrebbe informato il Preside, e poi i ragazzi. Si alzarono da tavola e, mentre seguivano la calca di studenti riversarsi fuori per correre in classe, Hermione non potè fare a meno di sperare di restare sveglia fino alla fine delle lezioni prima di crollare."Stasera hai il tutor con Malfoy, vero?" chiese Harry all'amica, trovandola alla fine degli allenamenti ancora curva a studiare nella Sala Comune.
La ragazza annuì, completamente esausta.
"Speriamo solo che non mi faccia innervosire, perché potrei essere nel giusto stato d'animo per ucciderlo stavolta" biascicò lei, per poi chiudere i libri sui quali aveva penato e, incrociate le braccia, posare la testa e chiudere gli occhi stanchi.
"Lo spero per te...Perché non vai a farti una dormita prima di cena? Giusto per non toglierti di dosso quell'aspetto da zombie..." intervenne Ron avvicinandosi.
"Grazie Ron, sono davvero toccata."
"Lo dico per te!"
"Mi hai appena dato dello zombie!" scattò lei aprendo gli occhi.
"Non per sembrarti troppo realista, ma lo sei."
"Ci sono altri modi per dirlo. Magari dovresti cominciare a imparare da Harry. Lui mi ha solo detto che sembro stanca, non che mi sono appena risvegliata dalla mia tomba!" fece Hermione alzandosi.
Ron non rispose, chiaramente inviperito, e la ragazza, ormai completamente svuotata dopo l'ennesimo litigio, mormorò ad un imbarazzato Harry: "Ci vediamo a cena."
E se ne andò a preparare una Pozione, giusto per stare ancora un po' sveglia.La cena non si rivelò di alcun beneficio, era talmente distrutta che a malapena aveva masticato qualcosa. Era rimasta in silenzio per tutto il tempo, desiderosa di togliersi di mezzo da tutto quel baccano e avere finalmente un po' di pace. Alla fine era schizzata via e, senza dire una parola, era tornata nella Sala Comune per raccogliere tutti i libri per la lezione con Malfoy e, sotto lo sguardo preoccupato di Harry, si era diretta in biblioteca, incurante del fatto che avrebbe dovuto aspettare un'intera ora prima che il Serpeverde arrivasse. Salutò la bibliotecaria e si avviò in fondo verso le ultime scrivanie, e aspettò lì seduta. I minuti passavano lenti, e la ragazza udì distintamente i passi di Madame Pince che si allontanavano e delle porta che, gemendo, si apriva e si richiudeva, lasciandola completamente sola. Guardò l'orologio: erano le dieci e mezza. Mezz'ora di ritardo. Cosa diavolo sarebbero stati capaci di fare nei rimanenti trenta minuti? E poi, non si erano forse messi d'accordo di informarsi a vicenda nel caso uno dei due non avesse potuto venire? Magari con un bigliettino?
Hermione sbuffò, scocciata, ma poi le venne un dubbio. E se fosse nella Stanza delle Necessità proprio in questo momento? Decise di dargli il beneficio del dubbio e di aspettare per altri dieci minuti prima di andare a controllare. Tamburellò con le dita il dorso di uno dei suoi libri e si guardò intorno, gli occhi che involontariamente tornavano sempre sulle lancette dell'orologio a pendolo alla sua sinistra. Meno venti, diciannove, diciotto, diciassette contava Hermione, ora più che sveglia, seguendo i movimenti della lancetta dei secondi. Dieci, nove, otto, sette, sei la ragazza infilò alla rinfusa tutti i suoi libri nella cartella e corse giù per il corridoio. Tre, due, non fece in tempo ad afferrare il pomello in ottone del pesante portone di quercia che questo si aprì e una figura alta e vestita di nero si parò davanti alla ragazza, facendola sbattere contro il suo petto. Hermione si allontanò da lui, mettendo un po' di distanza fra loro, e quando alzò gli occhi vide il ghigno che si stava facendo strada sulla faccia del ragazzo.
"Andavi di fretta, Sanguemarcio?" chiese Malfoy "Hai forse un incontro romantico con Lenticchia?"
STAI LEGGENDO
Non Può Essere Malfoy!
أدب الهواةPer il suo sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Silente chiederà a Hermione Granger di tener d'occhio il giovane Malfoy con la scusa di fargli da tutor. Quello che la Grifondoro non sa è che quel ragazzo così arrogante, impreve...