Hogsmeade

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"Andiamo subito ai Tre Manici di Scopa?"chiese Harry.
"Sì, vi prego, non mi sento più i piedi per il freddo" disse Ron.

I tre amici erano finalmente riusciti ad andare ad Hogsmeade il giorno seguente, sollecitati dalle minacce che Harry aveva ricevuto da parte di Hermione quella stessa mattina. "Non resterò un altro giorno in biblioteca ad annoiarmi per colpa dei vostri maledetti allenamenti" gli aveva detto fuori dalla Sala Grande, un dito puntato davanti alla faccia del ragazzo. "Cascasse il mondo, noi oggi andremo a Hogsmeade, e non voglio sentire discussioni."
"Lo sai che quando fai così a volte sei un po' terrificante?"
"Certo che lo so" aveva risposto lei corrugando la fronte "è così che riesco a farvi fare quello che voglio" aveva poi aggiunto, al che Harry aveva alzato gli occhi al cielo.
"Come se non mi fosse già orrendamente noto" aveva scherzato, e lei lo aveva colpito sul braccio con fare giocoso, sorridendo un po'.
Avrebbe voluto che ci fosse anche Ginny, ma lei era già impegnata con Dean. " Speriamo che non vadano anche loro ai Manici di Scopa" aveva pensato "se Harry, o peggio ancora Ron li vede mentre si sbaciucchiano..." 

Quando entrarono nel pub c'era una calca di gente incredibile, sembrava ci fosse tutta Hogwarts stipata lì dentro. In qualche modo, dopo dieci minuti di attesa, erano riusciti a prendere un tavolo posizionato esattamente davanti all'ingresso, così che ogni volta che qualcuno entrava o usciva venivano colpiti in pieno da una folata di aria gelida. Se solo il giorno prima il tempo era stato clemente, adesso prometteva pioggia, grandi nuvole compatte delle più scure tonalità di grigio che aleggiavano sul paese e sulla loro scuola.
Presero tre Burrobirre e i due ragazzi cominciarono a chiacchierare di Quidditch nel frattempo che Hermione andava a ritirare i loro ordini; mentre sorseggiavano le bibite, Harry, a voce relativamente bassa, chiese all'amica: "Hai scoperto niente su Malfoy?"
Lei corrugò la fronte: "Harry, ti rendi conto che ci ho parlato solo questo venerdì, o meglio, che sono dovuta stare in biblioteca in silenzio mentre lui faceva i compiti?"
Il ragazzo inarcò le sopracciglia: "Sì, ma hai notato niente di strano in lui? Ha forse detto o fatto qualcosa di sospetto?"
"No" rispose Hermione. "Non che io sappia, almeno."
L'amico annuì, chiaramente deluso di non aver ricevuto conferme sulla sua teoria del furetto diventato Mangiamorte. La ragazza, notando la sua espressione, aggiunse: "L'ho incontrato ieri, stava facendo i compiti, e in effetti... si vede che, beh... che c'è qualcosa che non va..." farfugliò, non sapendo bene dove voleva andare a parare.
"Qualcosa che non va?" fece Harry, che si chinò in avanti per sentirla meglio.
"Sembrava malato, o qualcosa del genere. Lui..." si fermò lei, non sapendo come continuare a spiegare quello che aveva visto. Qualsiasi cosa fosse, qualsiasi cosa stesse facendo, lo stava distruggendo lentamente, ne era certa. Non riusciva a spiegarlo a sè stessa, figuriamoci a Harry o Ron, ma aveva la sensazione che Malfoy fosse oppresso da qualcosa.
Harry avvertì la sua indecisione, così aprì la bocca per cambiare discorso, ma proprio in quel momento entrarono Ginny e Dean. Ron era seduto con le spalle rivolte alla porta, perciò non si accorse di loro, e il fracasso era tale che non sentì le loro voci, ma la sorella li vide e le due amiche si scambiarono degli sguardi allarmati. Hermione si girò a guardare Harry, che chiuse la bocca di scatto e, finito di bere, si alzò: "Andiamo, sta diventando rumoroso qui."
Lei capì al volo che non voleva che Ron facesse una sceneggiata, e che non voleva vedere la ragazza per cui aveva una cotta fra le braccia di un altro, così si alzò anche lei e, nonostante le lamentele di Ron, che voleva ancora restare, pagarono il conto e uscirono. Prima di chiedere la porta dietro di sè Hermione si girò a guardare Ginny e Dean. Solo lei la vide annuire in segno di ringraziamento.

"Scusate, potremmo fermarci un attimo al Ghirigoro? Devo comprare una nuova boccetta d'inchiostro" disse Hermione una volta raggiunti gli amici.
"Ora che ci penso devo farci un salto anch'io" commentò Ron in tono meditabondo.
Si avviarono quindi al negozio, ma mentre lui si limitò a prendere direttamente i fogli di pergamena che gli servivano, l'amica camminò lentamente fra gli scaffali, facendo scorrere le dita fra penne, libri scolastici intonsi, diari rilegati, quaderni. Adorava inspirare a fondo l'odore inconfondibile di cose nuove, di scuola, indugiando ogni qualvolta ci fosse un articolo che le piacesse. Ron aveva finito da almeno un quarto d'ora, ma Hermione era persa nel proprio mondo, finchè lui, esasperato, interruppe le sue fantasticherie: "Possiamo andare? Devo ancora copiare da te il compito di Trasfigurazione."
La ragazza sgranò gli occhi."Oh, si certo, va bene" fece. Agguantò la prima boccetta che vide e, dopo aver pagato, uscì seguita dai due. Si incamminarono a Hogwarts prima del previsto per via dei compiti arretrati dei ragazzi (ai quali ormai Hermione era abituata) spronati dal rombo davvero poco rassicurante di un tuono sopra di loro. Non riuscirono tuttavia a evitare di bagnarsi, poichè proprio mentre stavano attraversando i cancelli della scuola, sebbene il tratto fosse breve, vennero letteralmente sommersi da una cascata d'acqua gelida, ed entrarono nell'edificio bagnati fradici e tremanti. Corsero subito nella Sala Comune, dove la strega, bacchetta alla mano, asciugò gli abiti suoi e dei suoi amici, anche se per far sparire i brividi dovettero sedersi tutti accanto al fuoco, le mani protese verso le fiamme, con il rumore della pioggia che batteva contro i vetri in sottofondo.

Una mezz'oretta dopo Harry e Ron avevano tirato fuori i libri e, non senza qualche sbuffo insofferente da parte di quest'ultimo, avevano cominciato a studiare, anche se avevano contrattato con Hermione di fargli copiare i compiti di Trasfigurazione.
"Solo quelli di Trasfigurazione" li aveva ammoniti lei. Dato che non avrebbe potuto fare molto mentre i ragazzi si davano da fare, la giovane strega decise di prendere in prestito un libro dalla biblioteca. "Scendo un attimo in biblioteca, torno subito" disse, e poi uscì dal dipinto.
Scendendo adagio le scale vide molto più in basso una figura alta e snella, probabilmente quella di un ragazzo, uscire da una porta al terzo piano che subito dopo scopamparve. Non c'erano dubbi, chiunque fosse era appena uscito dalla Stanza delle Necessità, e da come si guardava intorno probabilmente non voleva essere visto.
Insospettita, facendo attenzione a non farsi vedere, la ragazza si sporse un po' di più per capire chi fosse, ma dato che il ragazzo stava scendendo le scale piuttosto velocemente e non riuscendo a scorgerlo da ferma decise di andargli dietro e avvicinarsi il più possibile per riconoscerlo. Ma a quanto pare, nonostante Hermione si sforzasse di essere il più silenziosa possibile, si era accorto di essere seguito e cominciò a correre sugli scalini. Quando arrivò al piano terra, Hermione lo vide nella coda dell'occhio svoltare l'angolo in fondo al corridoio alla sua sinistra, e per una frazione di secondo lo vide di profilo. Non ci si poteva sbagliare: capelli biondo platino, carnagione pallida, lineamenti affilati, un completo nero elegante.
Era Draco Malfoy.

"Ehi, stai bene?" chiese Ron, notando che Hermione era tornata senza nessun volumone sottobraccio e con un'espressione nervosa e allo stesso tempo confusa. La ragazza entrò nella Sala Comune, non era ancora rientrato nessuno e fuori la tempesta non accennava a diminuire. Si avvicinò al tavolo ricoperto di fogli scritti e appunti e libri di scuola dove gli altri due erano seduti. "Ho visto Malfoy uscire dalla Stanza delle Necessità, e da come si guardava intorno sembrava che non volesse farsi vedere" disse, lanciando uno sguardo eloquente a Harry. Lui sollevò le sopracciglia: "Devi dirlo a Silente."
Lei corrugò la fronte, esitante: "Ma... non credi sia un po' eccessivo? Voglio dire, si comportava in modo un po' strano..."
Il ragazzo la interruppe: "Devi avvertire Silente. Questo è esattamente il genere di cose da cui devi stare alla larga e lasciare che se ne occupi lui."
Hermione cambiò espressione e quando parlò la sua voce era piena di risentimento: "Quindi pensi che io non sia abbastanza in gamba da confrontarmi con Malfoy?! Pensi che Silente mi avrebbe chiesto di tenerlo d'occhio, se non avesse saputo che potevo cavarmela benissimo da sola?"
Non sapeva spiegare il perchè, ma le sue parole l'avevano punta sul vivo. Harry sgranò gli occhi, decisamente sorpreso dalla sua reazione: "Per l'amor del cielo, sai che non era questo che intendevo..."
"E poi di cosa dovrei avvisarlo, esattamente? 'Malfoy è uscito dalla Stanza delle Necessità e ho sentito il dovere di avvertirla' ... di cosa?" riprese lei. Si interruppe, la testa che le frullava. "Io credo che tu stia cercando qualsiasi scusa per dimostrare a noi e a Silente che Malfoy è un Mangiamorte, e che tu sia disposto a far passare una cosa così stupida per trovare la conferma ai tuoi sospetti."
"Io non sospetto di lui" sussurò Harry "io sono sicuro che sia uno di quelli."
Ci fu un momento di imbarazzato silenzio, nel quale Ron fissava alternativamente l'uno e l'altra. Hermione si girò, dando le spalle ai suoi due amici, così da poter pensare senza avere quegli insistenti occhi verdi puntati sulla sua faccia.
"Sai cosa, fai un po' quello che vuoi" riprese Harry "stavo solo cercando di aiutarti."
Hermione si sentì subito in colpa per quello che gli aveva detto, sapeva di averla presa peggio di come lui intendeva. C'era stato qualcosa all'idea di spifferare i suoi sospetti sul furetto a Silente che l'aveva fatta esitare. Non riusciva a sopportatarlo, e tutte le volte che si incontravano Malfoy trovava sempre l'occasione per umiliarla e offenderla. Ma quando quel sabato pomeriggio mentre era chino sui libri l'aveva visto in quello stato, gli occhi rossi, il viso affilato e quasi trasparente, due occhiaie così larghe e scure da far pensare che avesse fatto a botte con qualcuno, si era convinta che un ragazzo all'apparenza così debole non potesse essere un Mangiamorte, un assassino.

Non Può Essere Malfoy!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora