Profumo Di Colonia

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Quel pomeriggio, appena finite le lezioni, Harry, Ron e Ginny se ne andarono ad allenarsi a Quidditch, e come sempre Hermione si ritrovò in Sala Comune a leggere seduta sul divano di fronte al camino,
rannicchiata davanti a un fuoco scoppiettante.
Non che le dispiacesse, anzi avere un po' di silenzio per poter raccogliere i propri pensieri era quello che le serviva in quel momento.
La sua antipatia per Lavanda Brown aveva raggiunto il picco quando Parvati le aveva detto che era stata lei l'ultima ad uscire dai dormitori e che lei e Sally, l'altra loro compagna di stanza, le avevano chiesto di svegliarla dato che loro dovevano correre a colazione per poter avere più tempo per ripassare.
" L'ha fatto apposta" aveva pensato. Ora che ci pensava, aveva notato che quando lei e Ron erano insieme la Brown la guardava scocciata, un'ombra di gelosia appena accennata sul volto. Non ci aveva dato peso all'inizio, ma dubitava che lei non sapesse della sua cotta per il ragazzo, e aveva comunque deciso di giocare sporco per potersi avvicinare a lui.
" Meno male che adesso non è qui" pensò Hermione. Probabilmente se in quel momento fosse passata davanti a lei ci sarebbero state buone probabilità che le saltasse addosso e le strappasse i capelli. Giusto per ricordarle che non poteva surclassare gli anni di amicizia che aveva instaurato con Ron...

Alzò gli occhi e sospirò: erano le sei e un quarto e nessuno della squadra di Grifondoro era ancora tornato.
Stanca di aspettare, decise di mettere da parte il libro che stava leggendo e andare un po' in biblioteca per avvantaggiarsi con i compiti per la settimana successiva, o comunque per ripassare per la centesima volta Aritmanzia e Rune Antiche.
Si alzò, andò a recuperare i suoi libri di scuola e uscì dalla Sala Comune attraverso il dipinto della Signora Grassa. Sapeva che, essendo mercoledì, le sarebbe toccato Malfoy quella sera e scendendo le scale sbuffò insofferente al solo pensiero. Quel ragazzo era capace di farle saltare i nervi e offenderla in poco più di dieci secondi.
"Se si azzarda a dire una sola parola contro di me giuro che gli tappo la bocca con il nastro isolante" pensò entrando in biblioteca. Andò a sedersi al banco più in fondo della sala in modo da potersi concentrare e tirato fuori tutto il necessario cominciò a borbottare a bassa voce tutte le nozioni di Aritmanzia fin dalla primissima pagina.

Dopo una mezz'ora che stava lì seduta sentì che c'era qualcosa che non andava e sollevò lo sguardo allarmata. Aveva la spiacevole sensazione di essere osservata da molto vicino: tese le orecchie, ma si ritrovò a sentire un lieve odore di colonia proprio dietro di lei. Si voltò, e con suo grande disappunto vide che il suo osservatore era appoggiato allo scaffale in una posa rilassata, un ghigno stampato in faccia e i capelli biondo platino solitamente lisciati all'indietro ora spettinati.
"Sto cercando di studiare Malfoy" disse la ragazza ritornando ai suoi compiti.
"Ti disturbo forse?" fece lui piano.
Hermione alzò gli occhi al cielo, ma decise di non rispondergli. Sperava che se lo avesse ignorato alla lunga si sarebbe scocciato e se ne sarebbe andato, ma con la coda nell'occhio vide che la sedia dall'altra parte della scrivania si era mossa e che seduto di fronte a lei ora c'era quello stesso furetto che la stava guardando poco prima.
"Che cosa vuoi?" chiese la giovane Grifondoro alzando di colpo la testa e guardandolo esasperata.
Il ragazzo non si fece impressionare dalla sua espressione e si appoggiò allo schienale, limitandosi a osservarla.
"Non ho tempo per i tuoi giochetti, Malfoy! Dimmi cosa vuoi e lasciami in pace" sbottò lei con enfasi.
"Niente" rispose lui con lentezza. "Non voglio niente da te."
"Che sei venuto a fare qui?" continuò Hermione, ora decisamente scocciata.
"La biblioteca non è solo per te, sai. Ci può andare anche il resto della scuola, me incluso."
La ragazza aprì la bocca per controbbattere, ma la richiuse e sbuffando chiese: "Perchè sei seduto qui?"
"Sua Maestà non vuole che io stia qui, non è vero?"
Ci fu un momento di impacciato silenzio.
"Vorrei solo che mi lasciassi studiare in pace" borbottò lei.
"E chi ti dice niente? Pensavo solo che volessi un po' di compagnia."
"Oh davvero? Beh, grazie per il bel pensiero, ma preferirei ricevere un pugno nello stomaco piuttosto che avere la tua compagnia."
Il sorrisetto del furetto scomparve dal suo volto, ed Hermione potè quasi vedere nei suoi occhi l'effetto che avevano avuto le sue parole. Come se l'avessero ferito.
"Bene" fece lui serio. Si alzò di scatto: "Non dire che non ho mai provato a essere gentile con te" aggiunse poi acidamente, e se ne andò.
Hermione rimase lì seduta, confusa: non aveva idea di cosa era appena successo.

Non Può Essere Malfoy!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora