Un debole raggio di sole entrò in una delle stanze del dormitorio delle ragazze di Grifondoro, andando a posarsi sul letto della giovane strega dai capelli ricci castani e gli occhi color cioccolato che teneva chiusi mentre dormiva. Era la mattina di un sabato di fine ottobre, e sebbene il cielo era ancora coperto da nuvole cariche di pioggia, per quella volta aveva permesso al sole di ravvivare un po' gli animi e concedere un po' di luce agli studenti di Hogwarts.
Hermione aprì lentamente gli occhi e sospirò, increspando le labbra in un lieve sorriso: oggi sarebbero andati a Hogsmade. Si accorse di avere una gran fame e, senza far rumore, sgattaiolò in bagno con un paio di jeans, dell'intimo, una maglietta e uno di quei morbidi pullover che adorava.
Dopo essersi fatta una doccia veloce ed essersi asciugata i capelli con un colpo di bacchetta si vestì e uscì fuori dal dormitorio e dalla Sala Comune. Scese le scale ed entrò nella Sala Grande, dove i tavoli erano già imbanditi; notò che al tavolo dei Grifondoro c'erano tre ragazzi del Settimo Anno con cui lei non aveva mai parlato intenti a mangiare chiacchierando e quattro ragazze del Quinto che bisbigliavano fra loro e continuavano a guardarli ostentatamente, ridendo di tanto in tanto.
La ragazza prese posto, si riempì il piatto e cercò di ignorare il fastidioso cicaleccio di quelle galline. Mentre mangiava fece vagare lo sguardo sul resto della sala: c'era un numeroso gruppo di Corvonero, anch'essi del Settimo, che oltre ai piatti ricolmi avevano davanti a sè libri di Rune Antiche e Storia della Magia, e ripetevano a mezza voce il capitolo sulla caccia alle streghe che lei aveva già letto l'anno scorso.
C'era poi il tavolo dei Tassorosso, che era occupato da Hannah Abbott e due sue amiche; e poi c'era quello dei Serpeverde, occupato da Zabini, due stanchi Tiger e Goyle, Theodore Nott, Pansy Parkinson e un'altra ragazza di cui Hermione non ricordava il nome. Decise di andare a salutare Hannah prima di andare in biblioteca a leggere un libro per distrarsi finchè Harry e Ron non si fossero svegliati. Quando finì di mangiare si alzò e attraversò la sala fino al tavolo dei Tassorosso.
"Ciao Hannah" disse Hermione avvicinandosi. "Oh, ciao Hermione. Queste sono le mie amiche Sarah e Lucy, e questa è..."
"Hermione Granger" disse sorridendo la ragazza dai capelli color ambra che Hannah aveva presentato come Lucy. Hermione ricambiò e dopo aver chiacchierato per un po' le salutò e si avviò verso l'uscita della sala per andare in biblioteca.Un'ora e mezza dopo venne raggiunta da Harry, che aveva ancora un'aria mezza addormentata. Quando lo vide si alzò e rimise il libro che stava leggendo sul suo scaffale, pronta ad andare ad Hogsmade, ma Harry aveva altri piani in mente. "Hermione scusa, ma la squadra mi ha chiesto di fare un po' di allenamento per la partita. Oggi non posso venire con te a Hogsmeade"
La giovane strega sentì il proprio umore calare sotto i tacchi, e si sentì una chiara nota irritata quando, deglutendo, gli rispose: "No, certo, capisco... io...avevo comunque dei compiti da fare..." mentì.
"Non sai quanto mi dispiace" fece Harry guardandola dispiaciuto.
Lei sorrise forzatamente: "Sta tranquillo, ci vedremo dopo."
Il mago annuì e girando sui tacchi si allontanò, lasciandola sola nella grande biblioteca. "Perfetto" pensò "non posso neanche uscire con Ginny" , anche l'amica faceva parte della squadra di Quidditch insieme al suo ragazzo, Dean Thomas. Sospirò e, recuperato il libro che stava leggendo prima che arrivasse Harry si lasciò cadere sulla sedia dalla quale si era alzata e ritornò al punto in cui si era interrotta.
Due o tre volte ebbe l'impulso di andare a vedere l'allenamento, giusto per prendere un po' d'aria, ma la prospettiva di restarsene seduta per ore al freddo e prendersi un probabile raffreddore la trattenne. Non si sarebbe ammalata solo per poter vedere il ragazzo dai capelli rossi che le piaceva mentre svolazzava con la sua scopa per il campo da Quidditch!Tre ore dopo Hermione stava ancora seduta nella stessa scrivania, ormai a metà del suo libro, e nel frattempo guardava di tanto in tanto attraverso la finestra alla sua sinistra, dalla quale ci si poteva godere una vista perfetta del campo da Quidditch. Era talmente assorta che non si accorse che un'altra persona era entrata nella biblioteca e si era sistemata non molto lontano dalla ragazza con il libri di Pozioni, Storia della Magia e Divinazione, innumerevoli fogli di pergamena e una boccetta di inchiostro scuro nel quale era immersa una penna.
Volgendo lo sguardo per tornare al suo libro finalmente lo notò con la coda nell'occhio, e dato che ogni tentativo di lettura si era rivelato inutile decise di avvicinarsi e aiutarlo con i compiti, e accordarsi su quale sarebbe stato il loro orario per le ipotetiche lezioni di recupero.
Si alzò e attraversò adagio la stanza e stava a più di due metri dalla scrivania dove era seduto quando la sua voce la interruppe. "Ah, ecco la Sanguemarcio!"disse senza neanche alzare lo sguardo. "Starei studiando, e vorrei che gentilmente non mi infastidissi."
Hermione rimase interdetta, poi sentì montare la rabbia: lui aveva l'audacia di dirle che lo stava disturbando quando di solito era lui che la infastidiva ogni giorno con i suoi commenti maligni e quel soprannome?!
In un impeto d'ira sbattè la mano con violenza sulla sua scrivania: "Senti, deficiente di un furetto" sibilò "io sono venuta per aiutarti con i compiti, dato che hai dei problemi, ma dato che sei un egocentrico pallone gonfiato che non fa altro che insultarmi anche quando cerco di essere gentile, non mi arrischierò mai più."
"Nessuno ti ha chiesto di aiutarmi, a parte la McGonagall. Per il resto posso fare da solo, mica ho bisogno che mi fai da babysitter" disse calmo Malfoy, che non aveva alzato lo sguardo neanche una volta. Hermione aprì la bocca per ribbattere, ma pensò che non ne valeva la pena. Rimase in silenzio per una decina di secondi e a quel punto il ragazzo sollevò gli occhi. Quello che vide la strega la colse di sorpresa: gli occhi di ghiaccio del furetto erano rossi e sotto c'erano delle profonde occhiaie talmente scure da sembrare dei lividi; aveva sempre avuto la pelle chiara, ma ora era di un bianco innaturale, quasi trasparente. Sembrava seriamente malato.
"Malfoy... ti... sei sicuro che stai bene?" chiese incerta a bassa voce.
Lui sollevò le sopracciglia, poi scrollò le spalle e, abbassando gli occhi per tornare a studiare, borbottò: "Lasciami lavorare in pace, Granger."
Lo guardò confusa per un po', poi si allontanò e, rimesso a posto il libro che aveva letto fino ad allora (qualche vecchio saggio sulla rivolta dei goblin) se ne andò, preferendo di gran lunga andare a vedere i suoi amici mentre si allenavano, con l'aiuto di una giacca calda per combattere il freddo, piuttosto che morire di noia a leggere per tutto il giorno sui goblin, soprattutto durante una giornata così soleggiata come quella."Ehi!" la salutò Ginny raggiungendo l'amica sugli spalti, il sole che stava tramontando dietro le alte montagne già coperte di neve "Cosa hai fatto oggi?"
Hermione sospirò: "Non molto in realtà... Sono andata..."
"Fammi indovinare: in biblioteca?" la interruppe la rossa sorridendo.
"Si, non avevo altro da fare e in biblioteca ci sono tanti libri interessanti..."
"Non li hai giá letti tutti?" chiese di nuovo Ginny scherzosamente.
L'altra la guardò storta e alzò gli occhi al cielo davanti al sarcasmo dell'amica.
"Non mentirò, mi sono un po' annoiata... E ci sono rimasta un po' male quando Harry mi ha detto che voi vi sareste allenati" confessò Hermione abbassando lo sguardo, un po' imbarazzata.
"Per questo volevo chiederti se vuoi venire a dormire con me. Giusto per chiacchierare un po', ho una voglia matta di stare un po' con la mia migliore amica..."
Hermione annuì sorridendo contenta e insieme si diedero appuntamento dopo cena nella stanza di Ginny."Allora?" chiese Ginny ore dopo, seduta sul suo letto, con la bocca piena di liquirizie. "Allora cosa?" chiese Hermione.
"Com'è Malfoy?" fece la rossa sollevando le sopracciglia in tono allusivo.
"Tu come credi? È sempre lo stesso" rispose Hermione, scrollando le spalle "Non c'è bisogno di altre spiegazioni"
"Lo immaginavo" disse Ginny."Ti scrivi ancora con Viktor?" domandò per cambiare discorso. L'altra arrossì lievemente, e l'amica lo notò. "Devi forse dirmi qualcosa che ancora non so riguardo al nostro caro giocatore bulgaro?" continuò la ragazza, notando come Hermione cercava di non guardarla in faccia. "Niente."
"Non mi convinci per niente."
"È perchè tu insisti sempre che dovremmo stare insieme, e... beh... mi metti a disagio se continui a farmi parlare di lui e mi guardi con quella faccia" fece indicando l'espressione di Ginny. "Siamo solo amici, e questo è quanto; è stato il mio primo bacio, è stato molto romantico quando siamo andati al Ballo del Ceppo insieme, ma... non mi piace in quel senso" concluse, fissandola negli occhi per farle capire che parlava sul serio.
"Peccato" commentò la rossa "sareste stati un sacco carini insieme."
"Non andare a dirlo a tuo fratello, mi ha rovinato la serata dicendomi che "stavo fraternizzando con il nemico. "
"Non lo avrei mai perdonato se lo avesse fatto a me. Lo sai che non lo ammetterebbe mai, ma ci tiene veramente a te."
Hermione abbassò di nuovo lo sguardo per non far notare all'amica il sorriso che si stava facendo strada sul suo viso, cosa del tutto inutile, dato che sapevano entrambe i sentimenti che provava per Ron, ma Ginny fece finta di non averlo notato.Si addormentarono circa due ore dopo sul letto di Ginny, ed Hermione stava ancora sorridendo per ciò che l'amica le aveva confidato quando aveva chiuso gli occhi ed era scivolata in un sonno tranquillo.
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Non Può Essere Malfoy!
FanfictionPer il suo sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Silente chiederà a Hermione Granger di tener d'occhio il giovane Malfoy con la scusa di fargli da tutor. Quello che la Grifondoro non sa è che quel ragazzo così arrogante, impreve...