Halloween

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Era il 31 ottobre, e come ogni anno la Sala Grande era stata decorata con festoni dai colori autunnali e sul soffitto volteggiavano zucche intagliate. I pasti che venivano serviti, poi, erano a dir poco spettacolari, anche se non erano mai al livello di quelli offerti per Natale, da come Hermione aveva sentito dire da Harry e Ron.
Erano passati quattro giorni dal suo ultimo incontro con Malfoy: da quando l'aveva lasciato sulle scale, non l'aveva più rivisto, né in classe né nei corridoi né in Sala Grande, e da ciò la strega aveva intuito che non ci sarebbe stato bisogno di restare ad aspettarlo in biblioteca. Neanche Tiger e Goyle si erano fatti vedere più di tanto, giusto le poche volte in cui aveva lezione con i Serpeverde. La cosa più strana, però, era che si presentavano sporadicamente durante i pasti: non li vedeva quasi mai a pranzo, e aveva notato che spesso saltavano la cena, per poi ripresentarsi completamente esausti a colazione. Vagando per la Sala con lo sguardo notò che, anche stavolta, non c'era nessuna traccia di loro, né del furetto.
Scrollando le spalle si sedette davanti a Ginny, che a poco a poco sembrava essere tornata quella di sempre, anche se di tanto in tanto la vedeva occhieggiare in direzione di Dean, ormai diventato il suo ex-fidanzato. Quella sera era scesa senza Harry e Ron: a quanto pareva l'allenamento di quel giorno e degli ultimi in generale non era andato particolarmente bene. La partita che si sarebbe disputata il giorno seguente vedeva come sfidanti Grifondoro contro Serpeverde, i quali da quando Ron era stato selezionato come Portiere non avevano perso occasione per prenderlo in giro con quello stupido inno, Weasley è il nostro re.
Nonostante Harry avesse cercato in tutti i modi di incoraggiarlo a non ascoltarli e a concentrarsi solo sul gioco l'amico aveva continuato a distrarsi, facendo passare ben più della metà dei tiri. Erano arrivati al punto che Harry aveva dismesso il resto della squarda per concentrarsi su Ron, ma anche se a un certo punto i Serpeverde se ne erano andati dalle tribune, probabilmente annoiati, il rosso era rimasto irritabile e di umore nero, tanto che, alla fine degli allenamenti, aveva camminato a testa china e non aveva spiccicato parola. Da quando era rientrato era salito direttamente al dormitorio, e nonostante Hermione fosse intenzionata ad aspettarlo per scendere insieme in Sala Grande, alle sette e venticinque Harry, che nel frattempo era rimasto nella Sala Comune di Grifondoro, avvicinandosi le aveva detto di andare a mangiare e di non preoccuparsi. "Dobbiamo lasciarlo in pace per un po', lo aspetto qui quando si decide a scendere."
La ragazza aveva annuito: "Come fai a sapere che verrà?"
Harry aveva fatto una smorfia a metà fra il divertito e l'esasperato: "Lo conosco abbastanza da sapere che non salterebbe mai la cena, per quanto depresso o irritato sia."

Dopo il discorso di Silente tutti gli studenti si avventarono sul cibo come api sul miele e fu proprio allora che dal portone sgattaiolarono dentro Harry e Ron, che proprio come aveva predetto l'amico per un secondo aveva messo da parte il cattivo umore per far spazio alle necessità del suo stomaco.
Si sedettero a fianco alle due ragazze, Harry vicino a Ginny (ovviamente) e Ron accanto a Hermione.
Una sola occhiata di Harry la avvertì che avrebe dovuto controllarsi e soprattutto tenersi alla larga da qualsiasi argomento contenente le parole 'domani' e 'partita' nella stessa frase. Aprì la bocca un paio di volte, ma temendo di dire la cosa sbagliata e di farlo inombrare ancora di più decise di tenere la bocca chiusa e lasciare che gli altri cominciassero la conversazione. Come se l'avesse letta nel pensiero l'amica sbottò seccamente: "Beh? Vuoi tenere quel muso lungo per tutta la serata?"
Il fratello, che nel frattempo si era adoperato per riempire il piatto di pollo arrosto e roast beef, alzò lo sguardo e lanciò uno sguardo truce alla rossa.
"Fai anche il voto del silenzio adesso?" continuò lei.
Ron rimase impassibile, ma si vedeva che si stava innervosendo.
"Quello che succederà domani si deciderà domani. Quello che potrai fare in campo è mantenerti concentrato, anche quando quelli ti canterano quella canzoncina. Ma adesso è ora di cena, e mi piacerebbe che quell'aria da cuculo sotto la pioggia la lasciassi fuori da questa stanza, così che anche i tuoi amici possano godersi questa sera senza preoccuparsi di non farti arrabbiare."
Detto questo riprese a mangiare, incurante degli sguardi allibiti che si scambiavano Harry ed Hermione e di quello fumante del rosso. Quest'ultimo finì di mangiare in un baleno e, non appena svuotò il piatto anche del bis, si alzò e se ne andò, senza degnare di un solo sguardo la sorella, che lo seguì con gli occhi.
"Sarà meglio che vada anch'io" fece Harry alzandosi a sua volta.
Entrambe le ragazze annuirono e lo videro scomparire dietro il pesante portone senza essere notato. "Pensi sia stata troppo dura con lui?" chiese Ginny rivolgendosi all'amica.
"La penso allo stesso modo, ma credo che avresti potuto dirglielo un po' più gentilmente" rispose Hermione.
L'altra assentì con il capo e per il resto della cena rimasero perlopiù in un silenzio impacciato mentre intorno a loro rieccheggiavano voci e risa da ogni tavolo.

Non Può Essere Malfoy!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora