Nella Nebbia

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Cari mamma e papà,
Mi dispiace di non essermi fatta sentire molto recentemente. Quest'anno abbiamo un nuovo insegnante di Pozioni, il professor Lumacorno, e di conseguenza Piton ha avuto la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure. Harry è diventato il nuovo cocco di Lumacorno: ha trovato un vecchio manuale di Pozioni con un sacco di appunti e suggerimenti, e il bello è che anche se sa di non meritare tutti i suoi complimenti dato che è sempre stato abbastanza scarso in questa materia non ha mai ammesso al professore che il motivo per cui riesce in OGNI esercizio o esperimento che ci assegna è merito di quel libro!
A parte ciò sono comunque riuscita a piacergli, tanto che per la prossima settimana mi ha invitato di nuovo a una delle sue feste private.
Ron è un po' di malumore, è l'unico di noi tre che non è ancora stato invitato, e anche se glielo abbiamo detto un'infinità di volte che non ci si diverte mai non glielo ha ancora perdonato.
Per il resto è tutto a posto, il weekend andiamo sempre a Hogsmeade, studiamo (o meglio, io studio e poi li faccio copiare), il solito insomma.
A quel punto Hermione si fermò, la penna sospesa sul foglio, incerta su come continuare. Quella mattina aveva ricevuto una lettera dai suoi genitori per la quale, subito dopo aver finito la colazione ed aver recuperato i suoi libri, si era appartata nel suo solito angolino in biblioteca per rispondergli. Era indecisa se raccontare loro di quello che Silente le aveva chiesto di fare circa una settimana prima, delle sue finte lezioni di recupero con Malfoy, dei sospetti di Harry nei confronti del furetto, della strana atmosfera che regnava sovrana da quando avevano affrontato Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e i suoi seguaci al Ministero, per cui la gente aveva finalmente creduto a quello che Harry aveva ribadito per tutto l'anno, e cioè che Voldemort era tornato...
Rabbrividì al solo pensiero. Ovviamente non aveva detto una sola parola ai suoi genitori sull'argomento. Ci aveva pensato a lungo tante volte, se avvertirli del pericolo che correvano tutti, Babbani e Maghi, ora che il Signore Oscuro era uscito allo scoperto per finire ciò che aveva iniziato sedici anni prima, ma aveva realizzato che, in realtà, sarebbero stati molto più al sicuro se non ne avesse parlato. Chissà, magari per proteggerla l'avrebbero ritirata da Hogwarts, dato che essendo una Nata Babbana avrebbe corso più rischi di molti altri...
Vi voglio bene, Hermione

"Ti dispiace se mi siedo qui?"
La giovane Grifondoro alzò gli occhi dal suo foglio. Davanti a lei c'era una ragazza dall'aspetto familiare, dai capelli color ambra e la divisa dei Tassorosso. Cercò di provare a ricordare chi fosse, e l'altra parve notarlo poichè, sorridendo amichevolmente, aggiunse: "Non ti ricordi, vero? Sono Lucy, l'amica di Hannah Abbott."
"Oh, giusto" disse Hermione, un po' imbarazzata "certo che puoi sederti." Spostò la sua borsa per far posto alla nuova arrivata. L'altra si sedette e recuperò i suoi libri dalla borsa. Rimasero in silenzio mentre facevano i compiti, entrambe intente a scrivere, sfogliare, segnare pagine, sottolineare, con gran sorpresa di Hermione, che si era aspettata fosse una di quelle oche che anche quando studiano non la smettono mai di parlare e disturbare chi stava cercando di concentrarsi, come le era capitato parecchie volte.
Subito dopo aver scritto ai suoi genitori aveva messo da parte la lettera e tirato fuori il suo manuale di Rune Antiche, e stava sudando su un pezzo veramente insidioso del suo testo da tradurre. A un certo punto sentì una presenza dietro di lei, come se qualcuno la stesse osservando. Si girò per vedere chi fosse, ma alle sue spalle c'era solo lo scaffale pieno di libri rilegati in pelle, e a parte loro due non c'era nessun altro nei paraggi. Scrollò le spalle e tornò con il naso fra i libri; doveva assolutamente uscire, o prima o poi sarebbe diventata veramente paranoica.

Stava seduta su quella panca da almeno venti minuti e stava già cominciando a congelarsi. Harry, Ron, Ginny e il resto della squadra di Grifondoro appena finita la colazione si era precipitata nel campo da Quidditch apposta per allenarsi, dato che la prima partita di quel campionato si stava avvicinando. Quando era arrivata non aveva fatto a meno di notare che c'era anche Lavanda sugli spalti, ma aveva deciso comunque di fermarsi per poter andare subito dopo a Hogsmeade con i suoi due migliori amici. Aveva fatto del suo meglio per evitarla, e il fatto che anche lei cercava di fare lo stesso facilitava le cose.
Mentre li osservava lo sguardo le cadde su Ron: in sei anni era diventato quasi un'altra persona fisicamente, anche se la sua personalità e il suo carattere erano praticamente rimasti gli stessi. Era alto quasi come Fred e George, un po' allampanato, i capelli rossi erano tagliati leggermente più corti dell'anno scorso e ora scompigliati in una massa informe, la pelle chiara e gli occhi color del mare, a volte così luminosi, soprattutto dopo aver vinto una partita o comunque quando parlava di Quidditch, che a volte Hermione doveva costringersi a distogliere lo sguardo, dato che a guardarli troppo a lungo le pareva di annegare. Non aveva mai confidato a nessuno della sua cotta per l'amico, ma sapeva che ormai Ginny l'aveva capito viste le occhiate a metà fra il compiaciuto e l'impaziente che rivolgeva loro di tanto in tanto, e sarebbe stato solo questione di tempo prima che anche Harry lo scoprisse.
Incapace di stare ferma un secondo di più si alzò, aveva le mani di ghiaccio e i piedi avevano perso quasi del tutto sensibilità, e comunque voleva allontanarsi dalla Brown, la quale, da quando era arrivata, le aveva lanciato occhiatine poco amichevoli. Non che ne fosse impressionata, non le avrebbe mai dato quella soddisfazione, ma alla lunga poteva essere esasperante. Per fortuna, proprio in quel momento Harry annunciò la fine degli allenamenti e la ragazza scese fino al campo dove tutti i membri della squadra stavano atterrando.
Raggiunse i due ragazzi, che apparivano decisamente stanchi (soprattutto Harry, il quale quell'anno era diventato capitano) e un po' sudati. "Credo tu abbia una nuova ammiratrice, Ron" disse lei indicando gli spalti con un cenno della testa. Lui sollevò un sopracciglio e alzò gli occhi in quella direzione. Quando vide Lavanda Hermione notò un'espressione di sorpresa, e le fece un cenno di saluto con la mano cui la giovane rispose, la faccia adorna di un sorriso smagliante visibile anche da quella distanza.
Si schiarì la gola, ed Harry parve capire il disagio e soprattutto la gelosia di fronte a quello scambio di saluti. "Forza, andiamo a cambiarci, così possiamo andare direttamente a Hogsmeade" disse tirandosi dietro l'amico, e si diressero verso gli spogliatoi.

Arrivarono ai Tre Manici di Scopa correndo, i loro cappotti fradici di pioggia così come le scarpe e i capelli. Decisero di comune accordo di sistemarsi il più vicino possibile al camino dove un bel fuoco scoppiettava allegro e presero un tavolo lì accanto. I due ragazzi presero una Burrobirra ciascuno e Hermione optò per una cioccolata calda. Parlarono della scuola, Ron si lamentò del comportamento 'inappropriato' di Ginny con Dean (che per fortuna non erano lì), e la ragazza stava finalmente rilassandosi quando notò una figura maschile alta e fiera, completamente vestita di nero scendere le scale alle spalle di Harry e Ron. Il ragazzo si fermò un attimo, giusto il tempo per dare a Hermione l'occasione di capire chi fosse. Non c'erano dubbi, quei capelli biondi quasi albini potevano appartenere a una sola persona. I suoi dubbi si confermarono quando Malfoy si guardò intorno, chiaramente non voleva essere notato, e quando incontrò il suo sguardo lo vide irrigidirsi, la mascella contratta e gli occhi così penetranti da sembrare di metallo liquido, anche a quella distanza. Lo vide scuotere leggermente la testa mantenendo il contatto visivo con lei, e quello che le stava dicendo era chiaro."Non una parola, a NESSUNO."
"Hermione?" fece Harry corrugando la fronte. Si girò per vedere anche lui cosa stava guardando l'amica, ma non c'era niente o nessuno di insolito.
La giovane scrollò le spalle, evasiva, e scuotendo leggermente la testa tornò a concentrarsi su di loro. "Scusa, mi ero un attimo distratta. Di cosa stavate parlando?"
"Ti avevo chiesto come stava andando con il furetto."
La ragazza prese un sorso di cioccolata per poter guadagnare un po' di tempo, arricciando leggermente il naso quando l'aroma amaro le rimase in bocca. "Beh" disse tamponandosi la bocca con il tovagliolo "diciamo che da quando ho avuto l'idea della lista il nostro rapporto è diventato molto più civile. Il fatto che non mi chiami più Sanguesporco è già di per sè un miracolo."

Rimasero per un'oretta circa, poi decisero di comune accordo di tornare a Hogwarts. Si stava facendo notte sempre più presto, e in più si stava alzando una nebbia spettrale. L'intero villaggio sembrava avvolto in una nuvola, il freddo ancora più pungente di quando erano arrivati, e anche se aveva smesso di piovere c'era ancora umidità nell'aria. Si infilarono dunque le giacche, che per fortuna si erano asciugate, e battendo forte i piedi per riscaldarsi un poco si avviarono a passo svelto verso il castello. Percorrendo la strada principale, però, Hermione notò con la coda nell'occhio un'ombra muoversi in un vicolo alla sua destra. Si fermò di botto e si avvicinò silenziosamente per capire chi fosse, anche se aveva già una mezza idea sulla sua identità. La silhouette era alta e slanciata, e fece un cauto passo nella sua direzione. Evidentemente il fatto che lei lo aveva notato lo spaventò, perchè in un attimo si girò dalla parte opposta e scomparve.
"Tutto a posto?" fece Harry avvicinandosi. Gettò uno sguardo sul vicolo che la ragazza stava osservando, ma di nuovo, non vide niente.
"Sì" rispose lei riscuotendosi "stavo solo pensando. Andiamo?"

Non Può Essere Malfoy!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora