Nuove Regole

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"Finalmente!" esclamò Malfoy quando vide la ragazza di Grifondoro dai capelli selvaggi avanzare verso di lui con la solita borsa piena di libri in spalla.
Quando Hermione lo raggiunse, vide che il biondo aveva preparato tutto il necessario, con i fogli di pergamena disposti ordinatamente, tre diverse penne, la boccetta d'inchiostro appena comprata e diversi volumoni della biblioteca aperti alle pagine dell'ultimo argomento che avevano affrontato in Trasfigurazione, Storia della Magia e Pozioni. La giovane si sedette dall'altra parte della scrivania dove era seduto, di fronte a lui: "Perchè mi hai aspettato? Potevi cominciare almeno dieci minuti fa, tanto io devo solo rivedere i compiti, no?"
Lui assunse la sua solita espressione annoiata: "Riesco a concentrarmi solo quando ci sei anche tu" disse. Si interruppe, e notando la faccia confusa della ragazza, e anche come le sue gote fossero diventate un po' più rosse di prima, sogghignò: "Sará perchè, visto quanto sei irritante e sei tutt'altro che attraente, mi stimoli a fare in modo da finire più in fretta di quanto farei se fossi con qualsiasi altra persona su questa terra."
Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata: non erano passati neanche due minuti e già cercava di farla arrabbiare!
"I tuoi insulti sanno di vecchio ormai, Malfoy. E poi..." si interruppe. Sfilò uno dei fogli del ragazzo, ignorando le sue proteste, e prendendo a prestito una delle sue penne, dopo averla intinta con il suo inchiostro (cosa che al Serpeverde scocciò oltre ogni dire) continuò: "Credo sia ora di mettere per iscritto alcune regole che dovremo rispettare, se vogliamo che questa cosa funzioni senza troppi problemi."
"Regole?" sbuffò il ragazzo "in primo luogo, Granger, le uniche regole a cui devi attenerti è stare zitta mentre faccio i compiti e correggermeli."
" Finchè non mi tratterai con rispetto, Malfoy, io non sono tenuta a restare in silenzio e corregerti i compiti. Se vuoi il mio aiuto, e credo ti convenga dato che non vuoi che la McGonagall ti stia sempre addosso, dobbiamo mettere in chiaro alcune cosette. Altrimenti, per me sarà un piacere spiegare alla professoressa che dovrà prendere provvedimenti, chissà, magari facendoti lei stessa da insegnante di sostegno?"
A quelle parole il ghignetto di Malfoy scomparve, lasciando posto a una smorfia sconcertata.
" È fatta" pensò lei trionfante. Adesso era lei ad avere la situazione in pugno. Era lei a dettare le regole.
Ma la piccola sensazione di trionfo che provava diminuì quasi drasticamente quando il biondo recuperò sorrisetto di superiorità, cosa che faceva presagire che avesse in mente qualcosa, e disse: "Vorrà dire che dovrà cercare un'altra persona, magari una ragazza di Corvonero. In fondo sono rinomate per essere molto intelligenti e, a parte qualche eccezione, sono anche tutte molto carine."
Si piegò leggermente in avanti, così da avere il viso più vicino alla ragazza e poterla trafiggere meglio con quei suoi occhi magnetici: "Non potrai mai indurmi ad abbassarmi al tuo livello, o peggio farti pensare che tu possa essere considerata una mia pari."
"Ah, è qui che ti sbagli, Malfoy" rispose Hermione più allegramente di prima "secondo te, perchè la McGonagall ha chiesto subito a me di farti da babysitter? Mi chiamano 'la strega più brillante della sua età', ed è per questo che qualche volta anche le Corvonero mi chiedono di confrontare i loro compiti con i miei."
Gli sorrise, ormai la sua era una battaglia persa. "Non ti conviene avermi come nemica, quindi accetterai le mie condizioni, o dovrai sorbirti tre ore di McGonagall in più ogni settimana."
Un velo di rassegnazione attraversò il viso del Serpeverde, non aveva scelta. "Quali sono queste regole?" chiese alla fine scocciato. Lei sorrise ancora, poi cominciò a scrivere sul foglio: "Regola Numero Uno: non potrai insultarmi in nessun modo; da adesso in poi non potrai più chiamarmi 'Sanguemarcio' o un'altro di quegli orrendi nomignoli, ma solo Hermione."
"Neanche Granger va bene, adesso?" sbuffò il biondo "È il tuo cognome, e visto che per te sono Malfoy..."
Hermione alzò gli occhi al cielo: "D'accordo, anche Granger può andare bene" disse, e aggiunse un post scriptum alla prima regola.
"Numero Due: visto che la professoressa McGonagall mi ha esplicitamente chiesto di aiutarti, e mi sembra un'enorme perdita di tempo stare ferma e zitta mentre fai i compiti, come vorresti tu, tu dovrai accettare il fatto che ti farò delle vere lezioni di recupero, insieme."
Malfoy alzò un sopracciglio, chiaramente non ne era entusiasta, ma non disse niente, e la ragazza lo prese come un muto acconsentimento. "Bene" fece lei finendo di scrivere.
"Numero Tre: nel caso in cui uno di noi non dovesse riuscire a venire nel nostro solito orario, si avvertirà l'altro e in caso si sposterà per il giorno successivo."
Il giovane annuì.
"Numero Quattro: qualsiasi cosa ti dica di fare, tu la farai, e senza discutere."
Malfoy sospirò rumorosamente, ormai aveva capito che argomentare contro le idee della Grifondoro non portava da nessuna parte e quindi, seppur contro voglia, annuì di nuovo a denti stretti.
"Ora, visto che non mi viene in mente nessun'altra regola da aggiungere, firma il foglio."
Lanciandole un'occhiata torva il ragazzo prese un'altra delle sue penne e, dopo averla intinta nella boccetta d'inchiostro, firmò con uno svolazzo. "Perfetto" aggiunse Hermione dopo aver firmato anche lei "ora possiamo cominciare. Cosa hai portato?"
"Trasfigurazione, Pozioni e Storia della Magia" borbottò lui.
" Anch'io ho portato Trasfigurazione e Pozioni. Direi di cominciare con Pozioni, però, perchè il tema è abbastanza complesso e richiederà più tempo" fece lei aprendo il suo libro e tirando fuori carta, penna e inchiostro.
"Non ho preso tanti appunti a lezione, perciò ho preso qualcosa dalla biblioteca" aggiunse burbero il Serpeverde.
"Io ne ho presi un po', potremmo confrontarli con il libro."
Malfoy annuì, e la lezione cominciò.

Ancora una volta Hermione dovette prendere atto che, quando ci si metteva, il Serpeverde poteva essere molto più intelligente e arguto di quanto desse a vedere normalmente. Durante tutta la lezione si sforzò di non insultarla, e anche se gli sfuggì qualche offesa, una sola occhiata della ragazza era bastata per metterlo a tacere, almeno per qualche minuto. In meno di mezz'ora erano riusciti a finire il compito di Pozioni, e in venti minuti avevano concluso anche quello di Trasfigurazione. Dato che Storia della Magia l'aveva già fatta la giovane Grifondoro decise di aiutarlo anche con quella, suggerendogli alcuni spezzoni di frasi che ricordava di aver scritto nel suo tema, modificandole leggermente in modo da non far sospettare al professore che era un rifacimento del compito per cui aveva tanto faticato. Fecero un po' più tardi, e infatti, quando si avviarono verso l'uscita della biblioteca l'uno accanto all'altra, si accorsero che Madame Pince se ne era già andata e aveva lasciato le chiavi insieme a una nota nella quale chiedeva loro di chiudere a chiave la porta e di lasciare il mazzo nella bocca di uno dei grifoni posti ai due angoli dell'entrata. "È giá così tardi?" commentò Hermione guardando l'orologio a pendolo posto dietro la scrivania della bibliotecaria.
"A quanto pare" rispose Malfoy prendendo le chiavi. Uscirono in silenzio e, dopo aver chiuso a chiave il pesante portone di quercia, il ragazzo lasciò il mazzo nella bocca del grifone alla sua destra, come da istruzioni.
Per quanto Hermione morisse dalla voglia di sapere cosa facesse nella Stanza delle Necessità in modo da poter riferirlo subito a Silente si trattenne dal chiederglielo e rimase in silenzio. Avevano appena iniziato a parlarsi civilmente, non poteva certo rovinare tutto insospettendolo." Dovrò faticate per conquistare la sua fiducia" pensò mentre camminavano lungo il corridoio. Arrivati davanti alle scale si fermarono; sapeva che lui se sarebbe dovuto proseguire per poter raggiungere i sotterranei, mentre lei sarebbe dovuta salire fino al dipinto della Signora Grassa. Stava per salutarlo e aveva già messo il piede sul primo gradino, quando la voce del ragazzo la fece sobbalzare: "Mercoledì, stessa ora?"
"S-Sì" mormorò lei. Lui annuì e continuò a camminare, lasciandola sola davanti alle scale. Erano a circa cinque metri di distanza quando lei disse precipitosamente: "Sai, non sei così male quando non mi insulti." Hermione chiuse la bocca non appena realizzò quello che aveva detto, e sperò con tutta sè stessa che non l'avesse detto ad alta voce o che in ogni caso non l'avesse sentita, ma quando il ragazzo si voltò vide l'inconfondibile ghignetto arrogante sul suo viso. "Anche tu non sei malaccio, per essere una Nata Babbana." Fece una pausa, poi riprese: "Questo ovviamente non ti da il diritto di pensare di poterti avvicinare a me. Io sono ancora un Purosangue, e tu... beh, lo sai cosa sei."
La giovane fece per ribbattere, ma decise di lasciar perdere. "Buonanotte Malfoy. E tanto per essere chiari, non ho nessuna intenzione di avvicinarmi a te."
"Oh sì, invece" disse lui canzonatorio "anche tu sei una ragazza, e per quanto ti ostini ad ammetterlo anche tu mi trovi attraente, come tutte le altre."
Hermione non riusciva a credere alle proprie orecchie: "Io non ti trovo PER NIENTE attraente, ficcatelo bene in testa" rispose lei, infuriata "sei la persona più arrogante e antipatica di questo mondo, e mi chiami 'Sanguemarcio' senza preoccuparti di come mi faccia sentire male, solo per compiacere i tuoi amichetti e perchè i tuoi genitori ti hanno insegnato che sei superiore a quelli come me."
Lo raggiunse e lo guardò dritto negli occhi, la rabbia che aveva represso per tutti quegli anni  aveva prevalso sulla ragione: "Lascia che ti dica qualcosa, Malfoy: ci sono persone come me in questa scuola e fuori nel mondo reale che sono molto meglio di tutti voi cosiddetti 'Purosangue' messi insieme."
E senza aspettare repliche si girò e salì a passo veloce le scale senza guardare indietro e pestando i piedi ad ogni passo. Quel ragazzo la faceva innervosire ogni volta che apriva bocca o la guardava, ma qualcosa dentro di lei era scattato nel momento in cui lui aveva insinuato che lei potesse trovarlo attraente. Come aveva potuto pensare che a lei piacesse Malfoy, lo stesso ragazzo che l'aveva umiliata per tutti quegli anni, fregandosene dei suoi sentimenti?
Quando arrivò davanti al dipinto della Signora Grassa si fermò e prese un bel respiro profondo per calmarsi. Disse la parola d'ordine ed entrò, cercando di fare meno rumore possibile visto che, a parte un gruppetto di ragazzi e qualche ragazza del Settimo stavano ancora facendo i compiti, erano tutti nei rispettivi dormitori. Facendo attenzione a non svegliare nessuno scivolò nella sua camera e si svestì piano. Dopo aver messo il pigiama si infilò dunque nel letto, e nonostante fosse ancora turbata dal suo sfogo con il Serpeverde dopo un po' riuscì ad addormentarsi.

Non Può Essere Malfoy!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora