"Le gioie violente hanno fine violenta, e muoiono nel loro trionfo come il fuoco e la polvere che si consumano in un bacio."
(William Shakespeare, Romeo e Giulietta)
Londra, tenuta dei Phantomville, nove anni dopo...
-Signorina! Signorina! Non potete fare questo a vostra madre!- esclamò la mia governante con quella vocina lagnosa e petulante che tanto odiavo.
-Oh, sì che posso Maximme, sono stanca di obbedire sempre a mia madre. Non parteciperò a quel ballo e queste sono le mie ultime parole sull'argomento, non voglio parlarne più. Philip mi aspetta.- replicai allacciandomi da sola il nastro rosa tra i miei lunghi capelli biondi.
Mi guardai allo specchio a figura intera e sorrisi.
Ero splendida nel mio abito a stile impero color rosa antico, con tanto di fiocco al centro di una tonalità più scura e altri minuscoli fiocchetti sui panneggi dell'ampia gonna. Per fortuna si reggeva anche senza cerchio altrimenti sarebbe stato davvero scomodo.
Oh, Philip l'adorerà!
-Signorina, ma è impazzita? Cosa dirà sua madre quando scoprirà che è scappata con quel ... Con quel ...
-Conte ricchissimo e bellissimo? Oh, credo che sarà molto felice per me e ora se vuoi scusarmi ... Augurami buona fortuna!- afferrai il mio mantello di velluto nero e uscii dalla mia stanza ignorando i richiami e le minacce vuote di Maximme.
Ero così felice! Del resto quale dama in età da marito non lo sarebbe stata al suo sesto e si presumeva ultimo appuntamento?
Quando Philip, dopo un breve corteggiamento, mi aveva chiesto di vederci proprio la sera del ballo indetto ogni anno dalla mia esigente e facoltosa madre senza pensarci due volte avevo accettato sperando che mi facesse finalmente la proposta.
Ovviamente mia madre andrà su tutte le furie quando scoprirà che non prenderò parte al ballo, ma cosa importa quando si è innamorati? Affronterò mia madre più tardi una volta che avrò l'anello al dito.
Decisi di non farmi accompagnare in macchina per evitare noie e cominciai a camminare, infondo Londra distava soltanto venti miglia. Ma restai alquanto delusa quando non lo vidi davanti al nostro salotto preferito.
Chiesi l'ora a un passante e appurai di essere puntualissima, come sempre.
Che strano ... Ma allora perché Philip è in ritardo? Non è da lui farmi aspettare.
Cercai di convincermi però che era stato trattenuto e mi sedetti ad uno dei tavolini all'interno.
-Cosa desidera, signorina?
-Green Tea, grazie.
-Glielo porto subito.
Ma, un' ora più tardi, avevo ormai finito il mio tè e di lui nemmeno l'ombra.
Alla fine, indignata, pagai il conto e mi alzai. Per fortuna avevo del denaro con me.
Sfortunatamente non ricordavo in quale parte della città abitasse, per cui non sarei potuta andare a prenderlo a calci fin lì.
Le alternative a quel punto erano due: cercarlo per chiedergli una spiegazione o tornare a casa ad affrontare la mia governante e mia madre che sicuramente aveva già saputo dov'ero andata.
Anche se forse la seconda opzione era quella più ragionevole, non avevo alcuna intenzione di rinunciare al mio anello di fidanzamento a costo di cercare Philip per tutta la città.
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Ice and Emerald
ParanormalLondra, 1800. Elizabeth Phantomville, erede della famiglia Phantomville ha tutto ciò che potrebbe desiderare tranne una cosa, l'amore. Dopo l'ultima delusione decide di non innamorarsi mai più, finchè non incontra il misterioso e affascinante conte...