Ero al centro del salone della mia casa addobbato a festa, con indosso uno splendido abito di broccato verde, attorno a me diverse coppie danzavano allegre. E non ero sola. Alexiel mi stava venendo incontro con un gran sorriso e subito tesi una mano aspettando che lui la prendesse e mi trascinasse nelle danze. Ma poco prima che mi raggiungesse la scena cambiò. La festa si trasformò in un massacro, nessuno danzava più, erano tutti stesi a terra, in pozze di sangue. Inorridita arretrai e cercai di scappare, ma inciampai su un corpo. Urlai quando scoprii che era quello di Alexiel, brutalmente massacrato, con gli occhi color smeraldo spalancati. Poi, tutto attorno a me prese fuoco e di colpo mi ritrovai in una scena terribilmente simile a quella avvenuta nel castello dei De Bourgogne, solo che al posto di Richard c'ero io ad osservare il macabro spettacolo.
Mi svegliai di soprassalto e per poco non urlai. Ma per fortuna era stato solo un incubo; non stavo bruciando ed ero nel mio letto con indosso solo la sottoveste del mio povero vestito ormai da buttare. Le tende erano semiaperte e dalla luce che entrava capii che era giorno: dovevo aver dormito molto visto che i miei ultimi ricordi risalivano alla notte ed ero sola nella mia stanza. A parte un gatto nero che riposava sereno accoccolato sulla mia pancia...
Lo accarezzai e subito questi si svegliò e mi guardò con i suoi occhi verde smeraldo che ormai avrei riconosciuto ovunque.
Il gatto cominciò a farmi le fusa e a miagolare e dopo essersi stiracchiato pensò bene di sedersi sull'altra piazza del letto e riprendere forma umana.
La vista di Alexiel con indosso solo un paio di calzoni disteso sul mio letto mi fece arrossire non poco.
Distolsi lo sguardo per smettere di fissarlo e mantenere almeno un po' di pudore e lui si mise a ridere.
-Non è educato ridere di una signora, non ve l'hanno insegnato?
-Oh sì, ma avete un'espressione così buffa che ... Vi chiedo perdono, ma mi piacerebbe vedervi arrossire ancora una volta.
Mi voltai lentamente guardandolo di sottecchi, credendo di aver sentito male.
-E perché mai?
A quel punto lui si avvicinò a me e mi tirò per un braccio costringendomi a ridistendermi sul letto con lui sopra in una posizione piuttosto compromettente.
Avrei dovuto respingerlo, ma il mio corpo non voleva saperne di muoversi.
-Perché siete ancora più adorabile quando lo fate.- mi sussurrò ad un orecchio prima di tracciare una scia di baci fino al collo per poi scendere più giù... A quel punto qualcuno bussò alla porta.
-Signorina? Siete sveglia?
-Oh, maledizione! E' Maximme!- esclamai ritrovando la forza di scostarlo da me e trascinarlo quasi di peso nell'armadio.
-Signorina Elizabeth? State bene?- domandò ancora, bussando.
-Restate qui dentro e non emettete un fiato finché non sarà andata via.- intimai ad Alexiel senza dargli neanche il tempo di replicare.
-Sì, sono sveglia. Entrate pure.- dissi risistemandomi a letto.
-Vi sentite bene Elizabeth? Ho saputo che la signorina Nicole è stata poco bene alla festa, infatti le ho preparato del latte caldo per colazione, e ho pensato di portarne un po' anche a voi al posto del consueto tè. Ho fatto bene?- domandò Maximme, premurosa come sempre.
-Hai fatto molto bene , in effetti non sono stata molto in forma nemmeno io, ma dopo una bella dormita mi sento decisamente meglio.- le sorrisi e stavolta non era una bugia.
-Meno male, vostra madre era molto preoccupata. Vestitevi adesso, vi aspetta nel salotto, e insieme a lei c'è anche il signorino Winchester.
-Peter?- domandai confusa. Cosa ci faceva lui a casa mia?
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Ice and Emerald
ParanormalLondra, 1800. Elizabeth Phantomville, erede della famiglia Phantomville ha tutto ciò che potrebbe desiderare tranne una cosa, l'amore. Dopo l'ultima delusione decide di non innamorarsi mai più, finchè non incontra il misterioso e affascinante conte...