Capitolo 17- Assaggio di felicità

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Ero al centro del salone della mia casa addobbato a festa, con indosso uno splendido abito di broccato verde, attorno a me diverse coppie danzavano allegre. E non ero sola. Alexiel mi stava venendo incontro con un gran sorriso e subito tesi una mano aspettando che lui la prendesse e mi trascinasse nelle danze. Ma poco prima che mi raggiungesse la scena cambiò. La festa si trasformò in un massacro, nessuno danzava più, erano tutti stesi a terra, in pozze di sangue. Inorridita arretrai e cercai di scappare, ma inciampai su un corpo. Urlai quando scoprii che era quello di Alexiel, brutalmente massacrato, con gli occhi color smeraldo spalancati. Poi, tutto attorno a me prese fuoco e di colpo mi ritrovai in una scena terribilmente simile a quella avvenuta nel castello dei De Bourgogne, solo che al posto di Richard c'ero io ad osservare il macabro spettacolo.

Mi svegliai di soprassalto e per poco non urlai. Ma per fortuna era stato solo un incubo; non stavo bruciando ed ero nel mio letto con indosso solo la sottoveste del mio povero vestito ormai da buttare. Le tende erano semiaperte e dalla luce che entrava capii che era giorno: dovevo aver dormito molto visto che i miei ultimi ricordi risalivano alla notte ed ero sola nella mia stanza. A parte un gatto nero che riposava sereno accoccolato sulla mia pancia...

Lo accarezzai e subito questi si svegliò e mi guardò con i suoi occhi verde smeraldo che ormai avrei riconosciuto ovunque.

Il gatto cominciò a farmi le fusa e a miagolare e dopo essersi stiracchiato pensò bene di sedersi sull'altra piazza del letto e riprendere forma umana.

La vista di Alexiel con indosso solo un paio di calzoni disteso sul mio letto mi fece arrossire non poco.

Distolsi lo sguardo per smettere di fissarlo e mantenere almeno un po' di pudore e lui si mise a ridere.

-Non è educato ridere di una signora, non ve l'hanno insegnato?

-Oh sì, ma avete un'espressione così buffa che ... Vi chiedo perdono, ma mi piacerebbe vedervi arrossire ancora una volta.

Mi voltai lentamente guardandolo di sottecchi, credendo di aver sentito male.

-E perché mai?

A quel punto lui si avvicinò a me e mi tirò per un braccio costringendomi a ridistendermi sul letto con lui sopra in una posizione piuttosto compromettente.

Avrei dovuto respingerlo, ma il mio corpo non voleva saperne di muoversi.

-Perché siete ancora più adorabile quando lo fate.- mi sussurrò ad un orecchio prima di tracciare una scia di baci fino al collo per poi scendere più giù... A quel punto qualcuno bussò alla porta.

-Signorina? Siete sveglia?

-Oh, maledizione! E' Maximme!- esclamai ritrovando la forza di scostarlo da me e trascinarlo quasi di peso nell'armadio.

-Signorina Elizabeth? State bene?- domandò ancora, bussando.

-Restate qui dentro e non emettete un fiato finché non sarà andata via.- intimai ad Alexiel senza dargli neanche il tempo di replicare.

-Sì, sono sveglia. Entrate pure.- dissi risistemandomi a letto.

-Vi sentite bene Elizabeth? Ho saputo che la signorina Nicole è stata poco bene alla festa, infatti le ho preparato del latte caldo per colazione, e ho pensato di portarne un po' anche a voi al posto del consueto tè. Ho fatto bene?- domandò Maximme, premurosa come sempre.

-Hai fatto molto bene , in effetti non sono stata molto in forma nemmeno io, ma dopo una bella dormita mi sento decisamente meglio.- le sorrisi e stavolta non era una bugia.

-Meno male, vostra madre era molto preoccupata. Vestitevi adesso, vi aspetta nel salotto, e insieme a lei c'è anche il signorino Winchester.

-Peter?- domandai confusa. Cosa ci faceva lui a casa mia?

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