Capitolo 17

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Clary e Jace correvano a perdifiato per le strade di Brooklyn. Quello che avevamo appena visto andava chiarito e fermato. Una volta arrivati di fronte alla libreria di Luke chiamarono Izzy, Simon,Alec e soprattuto Magnus. - Siete sicuri di quello che avete visto? - domandava il marito di Jocelyn, - Raziel, certo Luke! Sembravano pegasi, cavalli alati ma con qualcosa di demoniaco, non li ho mai visti e neppure studiati nei libri di Hodge... Non so cosa fossero precisamente. - - d'accordo Jace, avete chiamato gli altri? - il ragazzo annuì. Era teso. Odiava non sapere. Non capire.
Dopo pochi istanti arrivarono anche Magnus e Alec che venivano direttamente da Taki's mentre Simon ed Izzy erano andati a Central Park. Vennero aggiornati sulla situazione. - fate... - mormorò lo stregone pensieroso. - cosa signfica, Magnus? - chiese Isabelle - significa che vogliono qualcosa da voi. Da noi. - si corresse. - Ma dopo la Guerra Oscura, con i nuovi Accordi, le fate sono state... - iniziò Alec - umiliate...- era intervenuto Jace. - e cosa vogliono da noi? Se dovessero attaccare dovrebbero farlo ad Alicante. Noi non c'entriamo niente. - - Voi no. Ma io si. - Clary si era alzata in piedi e aveva scrutato tutti i visi dal primo all'ultimo. Era sorpresi. Confusi. Lo avrei dovuto sapere... - Clary... Che succede? - aveva chiesto Jace con deglutendo rumorosamente, non la guardava neanche, aveva lo sguardo fisso sul pavimento. C'era una freddezza in quelle parole, tale che fece venire alla cacciatrice i brividi lungo la schiena. - Loro non sono fate. Sono i membri della Caccia Selvaggia. Quando tentavo di tornare alla Corte Seelie, li ho incontrati. Avevano perso un membro. Mark Blackthorn. Sapevano che l'avevamo aiutato prima di arrivare ad Edom. E quando gli ho incontati sulla strada del ritorno, hanno dato la colpa a me della fuga del ragazzo. Li ho convinti che sapevo che Mark si trovasse ad Idris. La prima notte di luna piena, quattro giorni fa, avrei dovuto portarlo nella Foresta a nord di Alicante. Loro avrebbero pensato al resto. In cambio, avrebbero recapitato a voi il messaggio. Ed ora non ho mantenuto il patto, perciò sono venuti per pareggiare i conti. -
- Perchè non me l'hai detto? Perchè Clary? È sempre questo il tui problema! Ti metti nei casini e non sai come uscirne. Adesso per colpa tua abbiamo la Caccia Selvaggia contro, e il Conclave non può intervenire perchè non sono Nascosti qualunque tantomeno Fate!! - Jace era arrabbiato, la vena sopra la tempia gli pulsava troppo velocemente. A quelle parole Clary non si scompose. Non un segno di cedimento. Nessun sentimento usciva fuori da quegli occhi di ghiaccio. - perdonami se volevo tornare. Se ero stufa della vita che avevo lì. Se si può chiamare vita. Se non reggevo più il suo sguardo, la sua voce, le sue mani su di me. Perdonami. Non era mia intenzione. - aveva risposto lei con un tono pacato ma carico di rabbia cieca. Si accorse che non aveva neppure la minima voglia di piangere. Non era normale. Avrebbe dovuto essere sconvolta dalle parole di Jace, ma invece non era così. Era semplicemente arrabbiata.
Detto questo prese Eosforos dal tavolo dove lo aveva appoggiato e si girò verso la porta - non azzarti ad andartene- rispose Jace mentre con una velocitá strabiliante le prese il braccio con forza per non farla uscire. - lasciami il braccio. Immediatamente - disse lei digrignando i denti. - Mai. - e le prese anche l'altro stringendo sempre con più forza. - Lasciami, Jace. Mi stai facendo male. -

Nel frattempo gli altri erano rimasti bloccati. Non sta davvero succedendo. Loro non stanno litigando. Quando il primo a riprendersi dallo stupore, fu Simon, che prese Jace e lo sbattè contro la libreria. - ti ha detto di lasciarla, deficente. -
Clary uscì di corsa. Avrebbe affrontato il problema da sola.

Shadowhunters: La battaglia non è mai finitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora