Dopo quasi un'ora e mezza di viaggio arrivammo finalmente alla casa di Anghel, che era poco distante dalla sua vecchia sede. Parcheggiai davanti ad un grande edificio quadrangolare bianco diviso in quattro piani; il terzo e un tratto del secondo erano completamente chiusi da vetrate invece che dalle mura, e sopra al quarto piano si scorgeva una terrazza. - Benvenuto a casa King ... - mi disse lei dirigendosi verso il grande portone d'entrata. Io rimasi senza parole: - Tutto questo è tuo?! - domandai stupito, e lei annuì sghignazzando. Dopodiché aprì il portone con le chiavi e mi fece entrare. Era enorme. Appena entrati un grande salotto luminoso si estendeva per tutto il perimetro, unito alla cucina che si estendeva verso il fondo del piano; il grande divano, i mobili, gli scaffali, tutti erano di un nero carbone ... mentre il pavimento era ricoperto da piastrelle lucide e bianche. - E' magnifica! -
- Davvero? Grazie Sonny ... - mi rispose sorridente, mentre si dirigeva verso le scale per salire al piano successivo. - Vuoi vedere il resto? - mi chiese puntando di sopra, e io annuì curioso. Mi mostrò il secondo piano dove vi era una stanza interamente dedicata al guardaroba, una camera con tre letti (forse una specie di camera per gli ospiti ...) e un bagno cristallino; salendo al terzo, dove vi erano le immense vetrate, c'era la sua camera da letto la quale era immensa. Nella stanza vi erano un letto matrimoniale bianco, una tv da almeno 42 pollici e un grande cassettone in legno nero, e le finestre davano a vedere un panorama bellissimo sulla città. Oltre alla sua camera, vi era un secondo bagno molto più grande con persino una piccola vasca idromassaggio accanto alla vasca. Quarto piano: lo studio. Uno studio perfettamente attrezzato, con un mixer gigantesco, un'ottima console e molti cdj sparsi qua e là, scollegati dal resto; inoltre, quattro enormi casse attive circondavano la stanza agli angoli, delineando le pareti insonorizzate. - E' qui che lavori di solito ai tuoi progetti? -
- Sì, ma ora sposterò tutto questo alla sede della OWSLA, se non è un problema. Potrebbero tornarci utili queste cose ... - spiegò lei, passando una mano sul bordo del mixer; - Direi proprio di si! - esclamai, guardandomi attorno. - Andiamo all'ultimo piano e poi cominciamo a raccogliere le cose. - disse uscendo dallo studio. Io la seguii subito. Salimmo sul terrazzo e ... era il terrazzo più bello che avessi mai visto: una piscina gigantesca a forma di ovale era situata al centro del piano, con un mosaico simboleggiante il viso di un alieno sul fondo. Attorno ad essa vi erano un bel po' di sdraio (saranno state una quindicina ...) tutte di un bianco candido; il pavimento del terrazzo, coperto da un parquet chiarissimo, creava un contrasto straordinario con le piante che delineavano l'intero perimetro dell'area. Piante che andavano da piccole palme, a bellissimi bonsai, a grandi fiori come hibiscus, vinche e altri fiori esotici molto belli e particolari. Era davvero incredibile. Inoltre, era quasi l'ora del crepuscolo ... e l'atmosfera era mozzafiato; il panorama, che permetteva di vedere un larghissimo squarcio dei tetti della città, era colorato di un arancio intenso e acceso, riflettendosi anche sull'acqua della piscina.
- Vuoi fare un bagno, Sonny? - mi domandò lei, notando che il mio sguardo era soffermato particolarmente sulla meravigliosa piscina. - Oh! Beh io non, non mi dispiace ma ... come vuoi tu, se vuoi ... a me va bene, intendo. - balbettai, paralizzandomi davanti al quel meraviglioso sorriso che incontrò i miei occhi. - Andiamo, ti dò uno dei costumi dei miei amici ... - disse lei, scendendo nuovamente.
Mi passò dei pantaloncini neri con un disegno astratto sulla sinistra, chiedendomi se poteva andarmi bene. Io annuì entusiasta e andai dietro all'anta di uno degli armadi per indossarlo. Mi sentivo un po' in imbarazzo ed esitavo ... poiché Anghel era ancora nella stanza per scegliere il suo! Dannazione ... e se mi vedeva nudo? No no Sonny, aspetta che se ne vada per spogliarti. - Fatto, ora vado a cambiarmi. Ci vediamo sul terrazzo, ok? -
- O-ok! - risposi in fretta, sfilandomi la maglia e le scarpe.
Salii sul terrazzo e notai che Anghel era già li e ... santo dio se era stupenda. Aveva addosso un costume colorato a due pezzi, a strisce bianche e blu, le donava davvero tanto. In più, notai che sul braccio destro, subito sotto alla spalla, Anghel aveva un grande tatuaggio tribale che si attorcigliava fino al gomito, e sulla schiena (all'altezza del bacino) vi era una scritta: "It's not about making good music, it's about being happy."quella frase non mi suonava nuova, ma non riuscivo a ricordare dove l'avevo già sentita, così non le domandai nulla ma le dissi semplicemente che era bellissima. Lei arrossì come un pomodoro; aaah Anghel sei troppo bella!! - Dai buttati! - esclamò lei, arrivandomi alle spalle. Io voltai il viso e scossi la testa, dicendo che prima era il suo turno. - Bene. - sospirò lei, ma rimase ancora immobile. - Anghel? - ma non feci in tempo a finire che l'acqua mi circondò fin sopra la testa; riemersi prendendo un profondo respiro e poi guardai verso l'alto. Vidi Anghel che si sbellicava dalle risate a bordo piscina ... così decisi di sorprenderla. Nuotai silenziosamente fino al bordo e le presi entrambi le caviglie, trascinandola giù. Un grande schizzo d'acqua volò verso l'alto, e subito dopo la sua meravigliosa figura fuoriuscì dall'acqua: - Stupido! - gridò lei ridendo e scuotendosi i capelli. Io mi misi a ridere, e lei fece lo stesso.
Mi fermai. Mi misi a guardarla.
Lei era davanti a me, sorridente e con lo sguardo su di me, ma non diceva nulla. Rimanemmo così per qualche minuto, poi mi decisi a parlare ... anche se a bassa voce: - Sei splendida, angelo. - e subito dopo mi coprì il viso con le mani, imbarazzato al massimo. L'avevo chiamata "angelo", senza accorgermene .... Non sentii nessuna risposta, ma sentii le sue braccia che lentamente mi accerchiavano il collo, stringendomi in un sincero abbraccio; io rimasi per qualche istante immobile, stupito, ma poi mi lasciai andare e le presi i fianchi, tirandola ancora più vicino. Le misi le mani sulla schiena e affondai il viso nella sua spalla, stringendola ancora più forte. Finalmente potevo sentire la sua pelle: era così soffice, come un cuscino. - Grazie di averci accolti, Sonny ... - mi sussurrò lei nell'orecchio, sempre rimanendo abbracciata a me. - Non dire nulla. Sono così fortunato ad averti incontrata ... -
- Anche io sono felice. Davvero tanto. - rispose lei, sciogliendo quel momento che sembrava magico. Eravamo ancora mezzi-abbracciati: lei aveva le braccia sulle mie spalle e le mie mani erano sui suoi fianchi. Ci sorridemmo e poi lei mi disse che era giunto il momento di tornare dalla OWSLA per portare il nuovo materiale. Così uscimmo dalla piscina, ci asciugammo e andammo di sotto per cambiarci e ripartire.
Anghel's Pov
Erano ormai le 7 passate quando partimmo da casa mia per tornare da Chris e gli altri. Entrammo nella hall lentamente, sommersi dalle valigie contenenti gli strumenti nuovi; subito ci raggiunsero Ron e Fred che, avendo sentito la porta aprirsi, erano giunti in "nostro soccorso". Presero alcune delle valigie e ci aiutarono a metterle in un angolo della hall; dopodiché ci riunimmo per la cena insieme agli altri.
Passò ancora un'ora, ed era giunto il momento di tornare a casa. - Che fai stasera? - mi chiese Sonny, accostandosi a me lungo il corridoio. Io stavo cercando le chiavi della mia Lotus e la borsa, le quali trovai sul tavolo circolare al centro della grande hall illuminata. - Sono sola a casa ... per cui mi annoierò. E tu? -
- Anche io sono a casa da solo ... cioè, ci sono anche Emily, Jas e Dillon ma loro avranno in mente altri progetti. - rispose facendo spallucce.
- Vuoi venire da me? Puoi stare anche per la notte se ti va ... così non devi guidare dopo quando sei stanco e assonnato. - gli chiesi con un pizzico di imbarazzo. Il mio cuore ricominciò a battere all'impazzata.
- Volentieri, se per te non è un problema ... - rispose lui entusiasta, mettendomi una mano sulla spalla. Io appoggiai la mia sul suo braccio e annuii con un sorriso emozionato. Cavolo, Sonny sarebbe venuto a dormire da me! Questo è come un sogno!
In un batter d'occhio Sonny era già pronto. Aveva preso uno zaino grigio e le chiavi della sede prima di uscire e raggiungermi in auto, entrando poi e chiudendo la portiera. - Allora, cosa vuoi fare quando arriviamo a casa? - gli domandai iniziando a guidare.
- Non saprei, a te cosa va di fare? - mi rigirò la domanda, e io non sapevo cosa rispondere! Così ci riflettei un attimo: - Mmmh ... potremmo guardare un film, oppure ho la play 4 ... potremmo fare qualche partita, oppure andare sulle sdraio di sopra ahah. Non so. - gli diedi queste opzioni, e lui fece una scelta molto interessante: - Che ne dici se prima giochiamo alla play, poi andiamo in terrazzo e poi guardiamo un film? Così facciamo tutto quanto insieme! - esclamò ridendo e togliendosi delle ciocche di capelli dal viso.
- Va bene! - esclamai sorridendo. In seguito ci fu il silenzio per un po'; lentamente sentii che le dita di Sonny iniziarono a sfiorare la mia coscia, cominciando ad accarezzarla. Tuttavia lui non mi guardava, aveva il viso rivolto dalla parte opposta, che guardava il paesaggio scorrere. Io sorrisi in silenzio e dentro di me il mio cuore stava per esplodere: gli misi la mia mano sulla sua, e le nostre dita si incrociarono.
Era tutto così bello da quando ero entrata nella OWSLA. Da quando avevo conosciuto lui. Mi ero innamorata non solo dei suoi occhi, ma anche del suo sorriso, del suo modo di ridere, di fare le cose, del suo umorismo, della sua dolcezza, della sua simpatia, del suo carattere.
Si, mi ero innamorata di lui.
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One Of More Than Seven Bilion
General Fiction"Sono una ragazza come tante altre. Non sono diversa. Sono una goccia d'acqua in un vasto oceano. Ma vorrei tanto essere diversa. Forse sono un po' più conosciuta di altre ragazze; molti mi conoscono come "Hydra", una delle rare e giovani ragazze ch...