Capitolo 8

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- Si, mi piace molto la musica che componevate ... - dissi io a bassa voce, guardando le nostre mani che ancora si stringevano. Sentii quella di Sonny muoversi e stringere la mia più forte: - Quali ti piacciono di più? - mi domandò all'improvviso. Io lo guardai con un sorriso e poi gli risposi: - Mi piace molto l'album Heroine, ma adoro le canzoni che cantavi tu: Mora, Copaface, Gypsyhook, Oceans, Turmoil, e tutte quelle successive. -

- Wow! Sai proprio tutto ahahahah! - rise Sonny, sistemandosi gli occhiali neri.

- No, è solo che mi piaci davvero tanto ... - risposi io, abbassando ancora di più la voce e riducendola ad un sussurro. Ma lui aveva sentito. Ed aveva colto il vero significato di quella frase. - Lo so, anche tu mi piaci molto Anghel ... e mi dispiace di non esserci incontrati prima. Comunque, è meglio tardi che mai, non credi? - e mi sorrise innocentemente. Io mi sciolsi. Ricambia il sorriso, e rimanemmo a fissarci per minuti interi; poi, quell'attimo magico venne interrotto dall'arrivo dei piatti.

Finimmo tutti in mezz'ora e poi ordinammo dei Brownies da mangiare insieme. Entrambi eravamo fanatici del cioccolato! Mentre finivo di mangiare l'ultimo pezzo, sentii una presenza alle mie spalle; mi voltai e vidi un uomo alto, robusto, dai capelli neri e gli occhi azzurrissimi. Lo guardai prima con diffidenza, ma poi capii: doveva trattarsi di Daniel. Sonny, infatti, si alzò di scatto e corse ad abbracciarlo amichevolmente esclamando: - Ehi!! Come vanno le cose Dan? -

- Sonny! E' sempre un piacere rivederti qui al Dangalang. Tutto a meraviglia, e tu? - rispose entusiasta l'uomo. Doveva avere circa 35 anni. - Lo stesso anche per me. Ti voglio presentare Anghel King, una ragazza davvero speciale e importante per me; è entrata da poco nella OWSLA, ed è straordinaria. - io mi alzai e gli strinsi la mano sorridendo. Lui mi guardò da capo a piedi e poi mi sorrise anch'esso; aveva un sorriso dolce, come quello di un cucciolo. - Wow, bene! Sono curioso di sentire alcuni dei tuoi pezzi. Avrò mai questa opportunità? Ahahahah! - mi domandò, e io annuì un po' in imbarazzo e gli dissi che appena tornavo gli avrei fatto sentire la mia musica.

- Ho sentito da Thomas che avete in programma un tour in Asia. Quando iniziate? - domandò a Sonny, il quale gli rispose subito: - Credo che partiremo verso inizio novembre, ma bisogna ancora programmare tutto ... non abbiamo nemmeno fatto l'annuncio. Non vediamo l'ora! - e mi guardò con un ampio sorriso sul viso, il che mi fece battere forte il cuore. Io annuii insieme a lui e poi guardammo Daniel che iniziò ad augurarci buona fortuna e a dire che gli sarebbe piaciuto venire.

- Appena torneremo qui, faremo un concerto apposta per te amico mio! - esclamò Sonny alzando le braccia al soffitto. Daniel si mosse a destra e a sinistra per la gioia, e poi gli batté il pugno. Io li guardai attentamente: Sonny aveva un grande sorriso sulle labbra, sempre, lo stesso Daniel. Erano entrambi entusiasti della nostra imminente avventura, ma Sonny ... lui era davvero al settimo cielo. E credo anche che si senta così per il fatto che io vada con lui.

Da quando ci siamo conosciuti abbiamo subito legato, e io già innamorata .... Per cui, siamo entrambi felicissimi.

Poi Sonny mi guardò e disse: - Andiamo, Anghel? Vuoi qualcos'altro? -

- Oh nono, sono a posto così. Sì, andiamo! - risposi, prendendo la felpa e la borsa. Sonny tirò fuori il portafoglio e fece per pagare Daniel, ma lui respinse la sua mano con i soldi e disse: - Nonono. Offro io per entrambi, in occasione del nostro incontro dopo tanto tempo e di quello nuovo con la meravigliosa Anghel! Alla prossima ragazzi e non combinate guai! - e ci fece l'occhiolino dopo averci salutato con un batti-il-pugno a testa.

Uscimmo dal Dangalang entrambi col sorriso sul volto: Sonny mi afferrò la mano all'improvviso, senza dire nulla, e diventammo muti. Lo guardai per cercare i suoi occhi, ma lui non mi guardava. Non era voltato verso di me, né diceva nulla, guardava solamente avanti facendo finta di nulla, ma io riuscii a scorgere il pizzico di imbarazzo sul suo viso. Sorrisi in silenzio. Stavamo per attraversare la strada quando sentii il mio corpo sbilanciarsi verso destra e inclinarsi violentemente; sentii che la mano di Sonny lasciava la mia e le mie gambe cedettero. Sentii la dura sbarra di un palo scontrarsi con la mia fronte e il mio corpo accasciarsi sull'asfalto. Per qualche istante non riuscii a vedere nulla, a sentire nulla, rimasi a terra. E' stata una brutta caduta, "ma causata da chi?" mi domandai. Cercai di rialzarmi sorreggendomi con le braccia e guardai verso il basso; una piccola chiazza di sangue scuro era sparsa nel punto in cui la mia testa aveva colpito il palo e il terreno, e più avanti intravidi un uomo che correva lontano sul marciapiede con in mano la mia borsa. Vidi Sonny correre verso di me ed esclamare: - Anghel! Anghel!! Stai bene? Dannazione, ho cercato di fermarlo ma è inutile ... -

- Si, si ... - risposi piano, sedendomi.

- Anghel ... stai sanguinando! - mi disse Sonny terrificato. Fu allora che sentii del liquido caldo scorrere sulla mia guancia destra, e tastai con la mano. La guardai e vidi che essa era ricoperta dallo stesso sangue che era sparso sul marciapiede; avevo un taglio sopra al sopracciglio. Tuttavia non pensai a quello, ma al ladro. Guardai oltre la spalla di Sonny e ancora riuscivo a vedere il ladro correre, così mi alzai barcollando e scuotendo la testa per vedere meglio, e cominciai a rincorrerlo: - Andiamo Sonny, possiamo ancora fermarlo! -

- Ma Anghel hai bisogno di cure!! - mi gridò da dietro.

- Ci penseremo dopo! - gli risposi frettolosamente, poi indicai il vicolo alla mia destra - Entra in questo vicolo e al prossimo incrocio taglia a sinistra, così non avrà scampo! Fai in fretta Sonny!! - e aumentai il più possibile la velocità, anche se la testa faceva terribilmente male.

Diminuii la distanza dal ladro, e arrivati all'incrocio, grazie a Dio, vidi Sonny che era riuscito a superarci e a spuntare di fronte a lui. Nel momento in cui si fermò io gli arrivai alle spalle, e quando si voltò io non esitai a tirargli un destro dritto sul naso con tutta la mia forza, costringendolo ad accasciarsi al suolo. Sonny lo bloccò ma il ladro era già svenuto. Avevo il fiatone e quasi perdevo pure io i sensi; caddi sulle ginocchia e mi trascinai fino al muro di un edificio, appoggiandomi ad esso. Sonny si avvicinò disperato e cominciò a riempirmi di domande: - Anghel!! Come stai? Ti fa tanto male la testa? Ora chiamo la polizia e poi andiamo dritti all'ospedale ... resisti angelo. Cazzo, meno male che non ti ha fatto del male. - e mi abbracciò forte, accarezzandomi il capo. Io appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi, rispondendo solamente che stavo bene. Non mi ero nemmeno interessata a sapere chi era il ladro, avevo solo atteso la polizia e guardato come, dopo averci fatto qualche domanda ed aver controllato la mia ferita, lo portavano via. Dopodiché Sonny volle a tutti i costi portarmi in spalla fino alla macchina, poi guidò verso l'ospedale più vicino.


Sonny's Pov

- E' stata fortunata, signorina King, non ha riportato nessuna frattura o lesione. Solamente un taglio superficiale. Ora compili per favore questi moduli, poi potrà tornare a casa. Arrivederci! - ci comunicò il medico.

- Grazie, dottore ... - disse Anghel con un piccolo sorriso. Finì di compilare i moduli in silenzio e poi uscimmo dall'ospedale. Anghel era silenziosa, e non era molto di buon umore; - Anghel, come ti senti? - le chiesi piano, accerchiandole il bacino col braccio. Lei mi guardò e mi sorrise innocentemente dicendo: - Mi gira un po' la testa, ma il dottore ha detto che è normale ... non ti preoccupare, sto bene Sonny, e grazie ... - io non potei fare altro che fissarla con un grande sorriso. Era così dolce, e non si preoccupava minimamente del suo stato fisico. Quello che le importava era far sapere che stava bene. La abbracciai forte, cercando di tirarle un po' su il morale, e poi entrammo in macchina.

Feci per accendere il motore quando il cellulare di Anghel squillò. - Si? Oh, salve ... Si, si. Che cosa?? Va bene, arriviamo subito. - sentii Anghel rispondere, e poi chiuse la chiamata. - Chi era? - le domandai curioso, e lei sbottò seria: - Sonny dobbiamo andare al distretto di polizia, subito. -

- Che succede angelo?? - insistetti. Che cosa stava succedendo?

Lei mi guardò con gli occhi lucidi, stava quasi per piangere. Mi guardò per qualche istante poi rivolse lo sguardo sulla strada. - Mio fratello. - disse solamente.

- Tuo fratello? Che significa?? -

- Mio fratello ... era il ladro. -







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