Capitolo 16

104 4 0
                                    

Il giorno successivo mi trovai subito con Alvin a casa mia per iniziare il progetto; Sonny, intanto, era andato a sbrigare alcune faccende con Chris in giro per la città. 

Avevamo 20 giorni per concludere la canzone.

Stavamo facendo una breve colazione in cucina, prima di iniziare, e ci eravamo persi in un mare di chiacchiere e risate; Alvin era davvero un ragazzo molto simpatico e gentile. Mi raccontò molte cose: mi raccontò di come aveva iniziato a suonare, dei suoi genitori che lo avevano abbandonato da giovane con suo fratello minore, James, della sua ragazza attuale, Alice, e di molto altro. - E ora stiamo pensando di sposarci. - concluse Alvin, mordendo un biscotto. I miei occhi si illuminarono e gli sorrisi ampiamente, emozionata: - Davvero?! E' meraviglioso, Alvin! - e lo abbracciai amichevolmente. Lui rise e poi mi chiese: - Verrai al matrimonio, vero Anghel? - 

- Certo che si! E anche Sonny! - 

- Da quanto tempo state insieme, voi? - mi domandò curioso. Io arrossii un pochino e guardai la ciotola di cereali, giocherellando con il cucchiaio: - Beh ... ci siamo dichiarati circa cinque giorni fa, a casa sua, per cui penso proprio da quella data li ahahah. Certo, ora non è ancora nulla, però siamo davvero felici di esserci incontrati e uniti. - gli spiegai io. - Oh! Beh, ma è comunque fantastico! Spero duri a lungo!! - mi disse Alvin, stringendomi la mano.

Dopo altri 10 minuti passati a rimpinzarci di biscotti al cioccolato, iniziammo a mettere giù alcune idee per la canzone di Halloween. Salimmo nello studio e cominciammo a rovistare tra i nostri track; - Che cosa mettiamo insieme, Anghel? -

- Mmmmh ... deve essere una canzone per Halloween, per cui deve essere abbastanza accattivante. L'introduzione potrebbe essere l'inizio di un soundtrack di qualche film, poi facciamo partire My Name is Skrillex. Proviamo. - e cercai qualche intro che potesse interessarci; purtroppo non trovammo nulla di interessante, niente si combinava bene con la canzone di Sonny. - Ah! Questa potrebbe andare bene! - esclamò ad un tratto Alvin, riproducendo un brano di un compositore a me sconosciuto. Era una melodia ritmata con delle percussioni, ed il suono era profondo e coinvolgente. I bassi si combinavano a pennello con i suoni del piano e delle altre corde. Mi piaceva! Dopo aver confermato la nostra scelta, mettemmo mani alle console e cominciammo a produrre il mashup vero e proprio.

Dopo due ore di lavoro riuscimmo ad estrarre una bozza della prima parte della canzone; era difficile, ma non impossibile. L'unico problema era il tempo; tuttavia credevamo in noi stessi e non smettevamo di sperare nella conclusione in tempo del nostro progetto. Mentre facevamo una pausa sentimmo la porta aprirsi e poi richiudersi; scesi velocemente le scale e vidi che Sonny e Chris erano tornati. Saltai al collo di Sonny ed esclamai il suo nome, ridendo dalla gioia. Lui mi afferrò e mi alzò in aria, cominciando a girare su se stesso: - Mi sei mancata, splendore! - 

- Anche tu cucciolo! - e dopo avermi messo a terra lui mi baciò felice. Scese anche Alvin e salutò i suoi amici con un grande sorriso. 

Erano quasi le 12.30, per cui decidemmo di fare qualcosa da mangiare: intanto che Sonny e Alvin preparavano il tavolo, io e Chris sparimmo in cucina (essendo gli "esperti" :D) e cominciammo a cucinare. Dopo 20 minuti tutto era pronto, e il cibo arrivò in tavola: come primo lasagne e per secondo hamburger con contorno di spinaci. Si, avevamo molta fame.

- Allora, a che punto siete con il vostro lavoro? - mi domandò Sonny, versandomi dell'acqua. Io lo guardai prima distrattamente, poi scossi la testa e guardai Alvin: - Hah, siamo ancora all'inizio, tuttavia almeno una bozza ce l'abbiamo. Ora dobbiamo trovare un ritornello! - 

- Si. Non è proprio così facile trovare qualcosa per la festa di Halloween che si abbini alla tua canzone, amico. - disse sinceramente Alvin, tirandogli un pugno amichevole sulla spalla. Sonny rise e ci augurò buona fortuna, dopodiché ci mettemmo a discutere sul da farsi nel pomeriggio. Ma, ironia della sorte, nessuno aveva in mente niente. Eravamo tutti stravaccati sul divano a guardare la tv, quando il telefono mi squillò. - Pronto? -

- Ciao cara, sono la zia Charì. - mi rispose una donna a me familiare.

- Ciao zia! - risposi entusiasta. Vidi Sonny che mi guardò confuso, ma non disse nulla e io proseguii a parlare con zia Charì.

- Come stai? - le chiesi, alzandomi e spostandomi verso la finestra, lontano dagli altri.

- Bene, tesoro, e te? - 

- Sto bene, grazie. Ora sono a casa. Ti serve qualcosa? -

- In effetti si. - disse lei a basso tono - Ma più che un favore è un invito. -

- Oh, capisco. Dimmi tutto. - presi un biscotto dalla ciotola sul tavolo e cominciai sgranocchiarlo.

- Domani ci sarebbe la festa di compleanno di Lara. Lei ti ricorda sempre, e vorrebbe vederti, per cui mi ha chiesto se ti andava di venire alla festicciola; non è niente di particolare, una semplice festa tra bambini della sua età qui a casa nostra. Le farebbe molto piacere rivederti dopo tanto tempo. -

- Oh! La piccola Lara cresce sempre più ... - esclamai io. Lara era la mia piccola cuginetta, di 8 anni. Domani ne avrebbe compiuti nove. Lei è la figlia della sorella di mio padre, e in effetti era da quasi tre mesi che non vedevo più entrambe; l'ultima volta che le avevo viste era stato alla cerimonia del ricordo di mio papà al cimitero. Ero felice di sentirle di nuovo dopo tanto tempo. - Beh, non ho particolari impegni domani, per cui penso proprio vada bene! A che ora vuoi che venga? -

- Oh, quando vuoi cara. La festa inizia alle 15.00, per cui giù di li, insomma ... - mi rispose zia Charì con un accentuato accenno di gioia. Io annuii per me stessa e poi le chiesi, prima di concludere la chiamata: - Ah e ... potrebbe venire anche Sonny? E' il mio moroso. -

- Certo! Non c'è alcun problema! Ah-ha e così hai fatto colpo, Anghel. Sono felice per te! Domani mi spiegherete tutto. E' un bravo ragazzo? - 

- Certo. E' la cosa più bella. - dissi con la voce calma e sincera. Sentii dei passi arrivarmi da dietro, e voltandomi vidi che Sonny mi aveva raggiunto. Gli feci rapidamente l'occhiolino con un sorriso, e poi ritornai a parlare con mia zia.

- Bene bene. Allora ci vediamo domani, tesoro! A presto, un bacione!! - e riattaccò la cornetta. Spensi la chiamata a mia volta e poi mi girai verso Sonny. - Chi era? - mi chiese curioso. Io gli presi le mani e gli spiegai tutto. - Che carina! Si ci vengo volentieri! - esclamò lui dopo la mia conclusione. 

- Avrai il grande onore di conoscere la sorella di mio padre, Charìa King. - gli dissi con tono regale, gonfiando il petto. Lui mi guardò con un'espressione onorata e si inchinò: - Mi sento profondamente onorato, signora. - e mi baciò, tirandomi a sé. Iniziammo a muoverci in sincronia, abbracciandoci forte, quando venimmo interrotti poco dopo dalla voce di Alvin che gridò: - Mi raccomando ragazzi, ignorateci per bene! - e scoppiammo tutti a ridere. 

Ritornammo sul divano, avendo ormai deciso di passare il pomeriggio davanti ad un bel film e mangiando pop corn.




One Of More Than Seven BilionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora