Capitolo 12 - Intuition.

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Ho finito anche la mia seconda canzone, si intitola Intuition.

Il testo è scorrevole e piacevole, è venuto fuori davvero un bel lavoro.

In realtà devo ringraziare Hollie, la sorellina di Seth, e devo ringraziare anche un po' Jenny e a tutto ciò che mi ha detto.

Oggi ho voglia di passare da lei, ne ho bisogno.

Esco di casa, trovando fuori il mio cortile Nash in camicia e cravatta, pantaloni eleganti e i capelli aggiustati in modo diverso.

Ok, i miei ormoni non possono reggere questo.

Ma è normale che sento improvvisamente caldo?

Eppure ci stiamo avviando verso l'inverno.

Mi cade la borsa dalle mani, facendo girare Nash di scatto.

"Sel!" dice, venendomi incontro.

Bene, io non so nascondere le mie emozioni, poi lui viene tutto sparato verso di me.

Aiuto.

"Nash!" provo a essere calma.

"Stai andando a scuola?"

Madonna quanto è bello.

"Si, tu dove vai vestito così elegante?" chiedo.

In quel momento esce Jackson di casa, guardando me e Nash.

"Buongiorno Jackson." Nash lo saluta.

Jackson lo guarda con aria da babbeo.

Ma tanto lui è un babbeo.

"Dove stai andando alle otto di mattina?" chiedo a mio fratello, incrociando le braccia al petto.

"A un colloquio di lavoro." esclama mio fratello senza emozioni.

"Anche io!" esclama Nash.

"Mi interessa." dice ironicamente Jackson.

Gli do una pacca sulla spalla.

"Colloquio per cosa?" chiedo al ragazzo dagli occhi verdi che amo tanto.

Sembro una ragazzina di dodici anni.

"Per una cattedra."

Aw, il mio professore.

"Complimenti Nash! In bocca al lupo allora!" esclamo.

"Crepi!" mi fa l'occhiolino, prima di andare via.

"Beato lui, io vado a fare un colloquio di lavoro per essere preso come barista." Jackson sospira, avviandosi verso la strada.

Aspetta, cosa?

"Jackson aspetta!" lo fermo.

"Che vuoi?" mormora.

"Che vuol dire che stai andando a fare un colloquio come barista? Il college..?"

"Non sono stato preso, ok? Non sono il figlio perfetto come lo sei tu, non sono portato per queste cose." esclama, abbastanza irritato.

"Non ci credo che non sei portato, sei tu che lo hai ripetuto talmente tante volte a te stesso, che te ne sei autoconvinto."

"Non è vero, i miei voti alle superiori erano pessimi, non ho mai seguito corsi extra, mi odiavano tutti in quella scuola, come avrei potuto pensare di entrare al college?" urla.

Sospira.

"Lo hai detto a papà?"

"Ovvio che no, se glielo dicessi, il suo orgoglio per me scomparirebbe; quindi visto che lui mi considera il figlio maggiore e un esempio da seguire per te, vorrei non deluderlo, così gli faccio credere di andare al college quando in realtà vado a lavoro." spiega.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 18, 2015 ⏰

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