Prologo

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Carl correva lungo la via che portava all'entrata del podere. Teneva per mano Alicia. Non l'aveva mai lasciata sin dall'inizio della battaglia. Dopo l'ultimo attacco al podere Silver aveva rafforzato la sua armata ed ora i suoi seguaci non ammontavano più a poche centinaia, ma a migliaia. I Cavalieri Cromati avevano sempre voluto mettere le grinfie sul podere di Vincent Staffolane, il padre di Carl e solo grazie alla bramosia di Silver erano in grado di fronteggiare le truppe del re.

Vincent aveva ottenuto quell'appezzamento di terreno con numerose battaglie. Sin dal principio il suo sogno era quello di fondare una città dove avrebbero vissuto persone dall'animo nobile e leale. Una città che sarebbe stata sempre alla portata di chiunque ed ogni abitante avrebbe sempre avuto gli stessi identici diritti. Una città all'apice della giustizia e della libertà dove avrebbe sempre regnato l'ordine e la fratellanza. Il podere era abbastanza grande da permettere lo svilupparsi di una città di medie misure con lo spazio sufficiente per un castello ed alcune case. Sarebbe stato un progetto altruistico fondato sui principi dell'uguaglianza. Vincent aveva dato tutto se stesso per creare la città ed era giunto alla costruzione delle case per gli abitanti. Mancava solamente il castello e poi la città sarebbe nata. Violente battaglie erano passate su quelle terre ma Vincent le aveva vinte tutte proteggendo il podere per la sua città. I pochi abitanti che vi dimoravano avevano aiutato il loro re nella difesa della loro patria. I Cavalieri Cromati erano sempre stati esiliati, ma Silver non si era mai dato per vinto. Bramava quel terreno. Più di ogni altra cosa. Aveva creato proprio per questo i Cavalieri Cromati e non si arrese mai.

Ora l'ultima battaglia infuriava sul podere. Silver aveva aumentato i suoi Cavalieri creando un esercito in piena regola. Benché anche Vincent avesse creato un'armata coinvolgendo gli abitanti, l'esercito di Silver era notevolmente più grande ed attrezzato. Silver aveva attaccato all'alba. Schiere di uomini dagli occhi gialli avevano circondato la città. Il loro Signore, Silver, era apparso sulla sua cavalcatura nera ed aveva dato inizio all'attacco. La città si era trovata spiazzata ed aveva organizzato difese in troppo poco tempo perché potessero essere sufficienti. Vincent era subito andato in prima linea e difendeva la sua città come solo un vero re era in grado di fare.

«Papà non andare!» gli aveva detto Carl. «Non sai a che cosa stai andando incontro!»

«Carl è inutile» lo aveva rassicurato Alicia. «non puoi fermare tuo padre, lo conosci»

«Alicia ha perfettamente ragione.» Aveva risposto Vincent dopo essere montato sul suo cavallo color ruggine. «Un re deve difendere la propria città anche a costo della vita»

«Ma padre, non puoi morire così!»

«Carl, non sono mai riuscito a capire la tua pavidità. Hai sempre voltato le spalle alla difesa della città, ma hai sbagliato! Lo vuoi capire che se Lazyer non dovesse sopravvivere Silver avrebbe il pieno controllo su tutto il regno? Dobbiamo difendere la città ad ogni costo! Non posso permettere che gli Uomini muoiano uccisi da un Nemico di tale mostruosità. Io caccerò Silver e finché non l'avrò emarginato nel Regno dei non vivi non avrò pace. Tu sei libero di scappare, non ti obbligo a nulla». Poi aveva speronato il cavallo ed era partito verso la prima linea. Carl non l'aveva più rivisto.

Le catapulte lanciavano munizioni infuocate che cadevano sulla città come grandine. La battaglia aveva preso una brutta piega per gli Uomini. Silver aveva penetrato le difese di Lazyer e stava entrando nella città. I Cavalieri Cromati sfondarono in massa l'armata di Lazyer e si avviarono verso Vincent. Il re li intravide e spronando il cavallo caricò contro i nemici. Sguainò la spada e ne trafisse una decina. Caddero a terra senza vita. Vincent sorrise.

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