Lotta per il potere

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Wooooooooowoooooooooowooooooo!

Clare aprì gli occhi. Si alzò e si vestì in fretta, aveva già preparato tutto prima di telefonare a Frederick. S'infilò i jeans e si mise la maglietta, prese la felpa e se la infilò senza allacciare la zip. Prese il cellulare e se lo infilò nella tasca dei pantaloni. Andò in bagno a lavarsi il volto. Era l'ora.

Axel si alzò assonnato e con una calma innaturale si preparò infilandosi la maglietta. Aveva dormito con i jeans per non perdere tempo ed ora si stava preparando con calma. Sbadigliava e si infilava la maglietta come se dovesse uscire per il solito giro di ronda notturna, come se dovesse compiere qualcosa di banale e non una vera e propria sfida contro il tempo. Al contrario di Clare era pacato ed assonnato. Si avviò verso la porta.

Clare uscì frettolosamente dalla porta sistemandosi i capelli al volo per risparmiare tempo. Corse per le scale e giunse al piano inferiore. Il corridoio era buio ed illuminato da flebili lampade. Corse verso la sala d'attesa.

Axel aprì la porta ed uscì. Non fece neanche in tempo a voltarsi per capire che cosa fosse quel fracasso giù per le scale che Clare gli si piombò addosso scontrandosi. Uno scontro violento che li fece cadere a terra l'una sopra l'altro. Axel aprì gli occhi e si trovò Clare sopra il suo petto. Lei aprì gli occhi ed alzò la testa. Ci misero poco a rendersi conto della situazione ed immediatamente Clare si scansò alzandosi mentre Axel si spostò contemporaneamente per permetterle di alzarsi. La ragazza rimase in ginocchio ed Axel si tirò su mettendosi a sedere. Si guardarono e sorrisero anche se un po' imbarazzati. Entrambi si alzarono in piedi e si avviarono verso la sala d'attesa. Frederick era appoggiato sul bancone in preda ad un attacco di sonno. Axel si avvicinò.

«Che dici» sussurrò a Clare «lo svegliamo?»

«Lascialo dormire» rispose Clare. «Deve avere sonno, anche lui sta sveglio fino a tardi»

«Hai dormito tu?»

«Perché me lo chiedi?»

«Prima non stavi bene per niente. Non vuoi proprio dirmi che cosa avevi?»

«Non avevo nulla e preferirei dimenticare ciò che è successo prima» Non era vero. Si rammentava perfettamente di ciò che era accaduto e non voleva dimenticarlo, ma doveva far finta che non le importasse così che per Axel sarebbe stata meno penosa la sua partenza. Dal canto suo Axel la guardò rammaricato come se ciò che avesse fatto non contasse nulla. Lui non voleva farlo, ma qualcosa l'aveva spinto a compiere quel gesto. Non se ne era dispiaciuto, ma ora si sentiva rammaricato perché Clare gli aveva detto di voler dimenticare tutto. Se solo avesse saputo che in realtà era tutta una finta non si sarebbe sentito così rammaricato.

Frederick sbadigliò. Vide i ragazzi di fronte a se e fece un balzo spaventato.

«Già svegli» esclamò. «Che giovani celeri. Eppure tu Axel impieghi sempre un'ora prima di alzarti»

«Non quando si tratta della mia gang» rispose lui.

«Che è successo in corridoio prima? Ho udito un trambusto»

I ragazzi si guardarono. «Niente» dissero.

«D'accordo» tagliò corto Frederick. «Dovete sbrigarvi se volete arrivare al covo. Devon dovrebbe iniziare il suo discorso»

«Che ne sai?» chiese Axel.

«Mi ha telefonato Justin»

«Come sta? Come stanno tutti?» chiese Axel ansioso.

«Non mi ha detto nulla, sono solo impauriti»

«Non lo saranno per molto» si rivolse a Clare. «Andiamo?»

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