Leggende che hanno un fondo di verità

40 2 0
                                    

Giunsero all'albergo ed entrarono. Frederick li salutò con un cenno della testa, ma percepì dai loro volti la stanchezza che li avviluppava. Il loro passo era affaticato ed i volti sudati e lisi dalla fatica.

«Vi conviene darvi una lavata e poi cenare. La notte sarà lunga e penso sia meglio che andiate a dormire presto» disse loro.

Entrambi annuirono. Si guardarono e si avviarono verso il corridoio. Axel entrò nella sua stanza e diede un'ultima occhiata a Clare mentre stava salendo le scale. Lei lo guardò chiudere la porta ed i suoi occhi verdi svanirono dietro al legno. Si avviò per le scale e poi – giunta dinanzi la porta della sua camera – entrò nella sua stanza. Si spogliò e lanciò i vestiti sul letto. Si recò in bagno ed entrò nella cabina doccia. Aprì il rubinetto e beneficiò del getto caldo che la inondò. Chiuse gli occhi e lasciò che l'acqua le ghermisse il viso scivolando dai capelli; le fulgide gocce le discesero lungo il volto per poi accarezzarle il collo e slittare lungo tutto il corpo fino a raggiungere l'unione con ciò da cui si erano staccate: una massa d'acqua destinata a vagabondare nelle putride fogne della città.

Stette sotto la doccia per un tempo assai sufficiente per farla sentire spensierata, ma di fatto non lo era. Persino sotto l'acqua pensava a quella notte, la fatidica notte. Si sarebbe deciso tutto quella stessa notte; Axel sarebbe riuscito a riprendersi la gang, o forse no? Se fosse stato sconfitto da Devon che cosa sarebbe accaduto agli Wolfy? Lei lo aveva preparato abbastanza? Certo non poteva pretendere di affiancarlo nel combattimento, ma se fosse stato sconfitto la colpa sarebbe stata solo sua: non lo aveva preparato bene. Quella notte sarebbe stata la più importante e pericolosa e lei lo sapeva, come lo sapeva Axel.

Uscì dalla doccia e si avvolse nell'accappatoio viola. Entrò in camera asciugandosi i capelli con l'asciugamano preso dal lavandino. Se li sfregò per togliere l'acqua rimasta e poi se li avvolse nell'asciugamano. Aprì l'armadio e scelse un paio di jeans comodi che arrivavano ai tre quarti della gamba, se li infilò e fece un piccolo risvolto sopra il ginocchio. Prese un foulard rosa e se lo legò come una cinta. Scelse una maglietta bianca con delle striature rosa simili ad artigli. Ciò le ricordava la ferita al fianco. Se la curò nuovamente, le bende le aveva tolte prima di entrare nella doccia e le aveva gettate perché erano marchiate di sangue. La ferita si era un po' cicatrizzata, ma ancora era fresca. La disinfettò per non farla infettare e poi la rifasciò stretta. Si infilò la maglietta e fece in modo che la benda non si vedesse. Andò in bagno ed iniziò ad asciugarsi i capelli. L'aria calda del phon le colpì i biondi capelli.

Ora che ci pensava lei era andata via da Sonniesburg per trovare una scuola adatta per raggiungere il suo sogno di diventare psicologa, ma arrivata a Lazyer gli avvenimenti accaduti le avevano sconvolto la vita cambiandola radicalmente. Innanzi tutto ciò che le era accaduto nel vicolo con Rey: da quello era succeduto tutto il resto, compreso Axel. Già Axel, era stato lui a cambiarle la vita, lui l'aveva trascinata nel mondo delle gang e delle lotte per il predominio della città. Un mondo di violenza, droga, fumo e non curanza del rispetto e della disciplina. Un mondo completamente diverso da quello ove aveva vissuto lei, non pensava che Last Anges e le città adiacenti fossero così. Un universo differente dal suo le si era manifestato davanti e lei vi era entrata senza saperlo ed ora – stranamente – non riusciva più a farne a meno. Qualcosa la costringeva a rimanere pur sapendo che avrebbe dovuto abbandonare il suo sogno. Lei aveva promesso che non si sarebbe più fatta toccare da nessun uomo di sesso maschile e forse era proprio quella sua scelta ad averle mutato la vita. Era entrata all'interno di un giro di gang e lotte per il potere dal quale prima era ripugnata, ma che ora sentiva come sua necessità: non riusciva più ad uscire da quel giro, c'era qualcosa che la bloccava e forse questo qualcosa era proprio l'amicizia che aveva trovato a Lazyer. Frederick, Lenny, Justin ed Axel. Forse era proprio quest'ultimo a bloccarla, ma non doveva essere così. Lei doveva seguire il suo sogno, eppure era trattenuta a Lazyer da ciò che vi aveva trovato e che ora le apparteneva, vi aveva trovato una specie di famiglia e questo lei lo sentiva più di ogni altra cosa. Aveva perduto i genitori a Lazyer e si era trasferita a Sonniesburg dalla zia ed ora era ritornata nella città che era stata la causa della morte dei suoi parenti. Che ci fosse qualcosa di inconsueto o qualche collegamento con i suoi genitori? Tutti quei ragazzi con i poteri: era una cosa assai strana ed insolita. Axel aveva il dono della supervelocità e a dire il vero sapeva utilizzarla molto bene; Justin curava le ferite ed aveva guarito Axel; Arthur aveva un udito finissimo; Devon leggeva nella mente e dalle sue nocche uscivano degli artigli acuminati. A dir la verità Devon era molto sospetto, i suoi occhi diventavano gialli quando leggeva nel pensiero, in pratica quando utilizzava il suo potere, mentre ad Axel e agli altri non mutava il colore degli occhi. C'erano troppi pericoli a Lazyer, troppe cose strane, troppi misteri. La capanna! Già quel luogo era irto di misteri solo per il fatto di possedere uno schermo che non permetteva di vederla salvo ai parenti di Vincent, ecco perché Axel la vedeva: discendeva da lui, ma allora perché anche lei riusciva a vederla? C'erano troppi misteri. Era entrata in un giro dal quale non sarebbe riuscita a scappare se fosse andata ancora aventi, ma doveva assicurarsi che Axel riprendesse gli Wolfy e poi avrebbe potuto andarsene tranquillamente. Sarebbe tornata a Sonniesburg da zia Audrey ed avrebbe continuato gli studi. Audrey stranamente le mancava e voleva tornare nella sua città, ma ciò che aveva trovato a Lazyer la tratteneva non poco: forse era proprio a causa di Axel che non riusciva a prendere una decisione.

GANGSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora