Decidere, scattare, colpire

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Bum!

Frederick si svegliò di soprassalto.

Bum!

Si stropicciò gli occhi e si guardò attorno.

Bum!

Qualcuno stava bussando alla porta.

«Clare!»

L'uomo si alzò dalla sedia e superato il bancone corse ad aprire. Clare entrò nell'albergo.

«Finalmente sei ritornata» disse Frederick. «Ero in pensiero, è quasi l'alba sai?»

Lei sorrise. «Lo so, ma sono tornata. Non devi più preoccuparti»

«Mi sento più sollevato. Hai capito come sconfiggere Devon?»

«Sì» rimase in silenzio per qualche istante. «Non è semplice»

«Che cosa intendi dire?»

«Devon è mosso dalla bramosia di Lazyer, vuole ottenere la città ad ogni costo. Axel rivuole gli Wolfy, ma questo suo desiderio non sarà sufficiente. Ora che è stato ferito ha pochissime probabilità di vittoria»

«Pensi che non ci riuscirà?»

«Se lo affronterà alla sprovvista potrebbe perdere per sempre gli Wolfy. Ha bisogno di allenarsi sul punto debole di Devon»

«Qual è?»

«Sono tre tatuaggi, tre punti precisi»

Frederick cercò di nasconderlo meglio che poté, ma si vedeva benissimo che la notizia lo aveva lasciato allibito. «Dove si trovano questi tre punti?» chiese.

«Sulla nuca, nel polso sinistro e nella caviglia destra» rispose la ragazza.

Lo stupore dell'uomo aumentò. Chiuse gli occhi e li riaprì sorridendo.

«Li hai persino detti nel giusto ordine» disse a bassa voce.

Clare rimase sconcertata. Come fa Frederick a conoscere l'ordine? Pensò. Di sicuro le stava nascondendo qualcosa. Si finse indifferente e fece finta di non aver udito nulla.

«Per Axel non sarà facile batterlo. Deve prepararsi»

«Più che giusto» rispose l'uomo, ma si era accorto dell'espressione di Clare. Lei aveva subito cambiato discorso, ciò significava che aveva udito la sua affermazione sull'ordine dei tatuaggi. «Lo porterai ugualmente alla capanna?» chiese continuando il discorso della ragazza.

«Sì» rispose lei. «Deve allenarsi. Quando si sveglierà sarà più riposato e pronto»

«Ma se non vai a dormire tu sarai distrutta»

«Hai ragione, credo che andrò a dormire»

«Faresti bene ad andarci subito, sono le cinque e quaranta, è tutta la notte che sei in giro»

Lei sbadigliò. «Vado a dormire. Frederick...»

«D'accordo» la interruppe lui. «quando si sveglierà Axel ti chiamerò»

«Grazie» disse lei sorridendo. S'incamminò verso la scala a chiocciola. Passando davanti alla porta di Axel si fermò. Sentiva il suo respiro pesante e tranquillo. Per lo meno lui stava riposando senza preoccupazioni.

Meno male pensò. Almeno lui sta bene e la sua ferita è quasi guarita...a differenza di me.

Scrollò la testa e riprese il cammino. Appoggiò una mano sul corrimano della scala e salì i gradini.

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