Animo traditore

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Axel ritornò in camera per riposare quel poco che gli sarebbe bastato a tenerlo sveglio per la notte. Passando vicino al bancone di Frederick, cercò dall'uomo una parola di buon augurio per la nottata dato che tutte le sere gli augurava sempre "buona fortuna" per la nottata, ma stavolta non disse nulla e si limitò a guardarlo male pulendo un bicchiere. Axel abbassò lo sguardo ed entrò in camera con amarezza; chiudendo la porta si diresse verso il letto e si distese sul letto riflettendo sulle sue sensazioni. Provava rabbia e allo stesso tempo rancore, dolore ed orgoglio, onore e rispetto. Sembrava che lottasse con sé stesso cercando di trovare una via d'uscita a quel labirinto di pensieri che lo avvolgeva. Doveva trovare la giusta strada e scegliere quella più adatta alla sua situazione e ad il suo bene, ma soprattutto adatta a non farlo soffrire per tutt'altra situazione. Rimase a rigirarsi nel letto per minuti che parvero interminabili e senza via di fuga. Finché, non si addormentò.

Wooooooooowoooooooooowooooooo!

Clare si svegliò.

Rimase seduta sul letto finché non udì che Axel si stava muovendo.

Aspettò ancora qualche secondo, poi sentì Axel uscire dalla finestra e correre via. Non aspettò altro tempo. Si vestì rapidamente e corse giù per le scale cercando di non svegliare i clienti dell'hotel. Giunse nella sala d'attesa dove Frederick la stava stranamente aspettando. Vide Frederick seduto sulla sua sedia a sorseggiare un bicchiere d'acqua. Finito di deglutire poi appoggiò il bicchiere sul tavolo ed incrociando le dita delle mani guardò Clare come se sapesse perfettamente che cosa avesse in mente. Lei fu un po' impaurita da quello sguardo, ma riprese subito il controllo.

«Clare» le disse Frederick. «Dove stai andando?»

«Non lo indovini Frederick?»

«Beh certo potrei immaginarmelo, anzi, credo di sapere esattamente dove tu voglia andare»

«E allora perché me lo chiedi?»

«Perché voglio sapere il motivo. Dopo quello che è successo vuoi ancora aiutarlo?»

«Lo so Frederick, ma...» inspirò a fondo «Lui mi ha aiutata già tre volte tirandomi fuori dalla mia paura e adesso tocca a me aiutarlo! Come mi avete detto entrambi non devo lasciare che le mie paure passate influenzino il mio futuro e quindi non permetterò che la paura di ciò che succede in questa città di notte mi ostacoli nell'aiutare un ragazzo che rischia di perdere la cosa a cui tiene di più»

Frederick rimase sgomento dalle parole della ragazza. «Hai ragione Clare» sospirò. «Ma permettimi di aiutarti»

«In che modo?»

«Se aveste entrambi bisogno di aiuto» Estrasse un foglietto di carta dal cassetto del suo bancone «Non esitare a chiamarmi» Dettò ciò scrisse il suo numero di cellulare sul foglietto e lo porse a Clare. La ragazza lo prese e lo memorizzò immediatamente nel cellulare.

«Grazie Frederick»

Frederick fu felice di quella risposta e la lasciò andare, ovviamente dopo averle raccomandato di stare attenta. Clare sorrise ed uscì dalla porta d'entrata. L'atmosfera della notte le incuteva paura, ma voleva e soprattutto doveva aiutare Axel. Trasse un profondo respiro e s'incamminò seguendo la strada principale. Gli occhi vigili e le orecchie tese, pronta a scappare percependo il più piccolo rumore.

Quella sera Clare non udì le sirene degli Sharker. Era strano. Troppo strano.

Continuò a percorrere la strada principale finché non arrivò al vicolo dove la sera prima aveva incontrato Axel. Il vicolo era buio ed incuteva sempre quel qualcosa di spaventevole. Buio e stretto. Deglutendo, Clare si fece coraggio ed entrò nel vicolo. Lo percorse in estremo silenzio gettando lo sguardo ovunque e tendendo le orecchie ad ogni minimo rumore. Arrivò davanti al muro in fondo al vicolo. La tenue luce della luna che filtrava nel vicolo rendeva il muro di un bel grigiore chiaro, i mattoncini di cui era fatto si potevano distinguere chiaramente e ne si poteva percorrere il contorno con un dito anche se era mezzanotte e la luna era alta nel cielo diffondendo la sua luce sulla città.

GANGSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora