Messa in guardia

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Axel arrivò la mattina dopo all'alba. Aprì la porta di entrata e si abbatté sul bancone di Frederick. Sembrava veramente esausto. Aveva l'aria di aver lavorato senza sosta tutta la notte e che non dormisse da mesi. Si reggeva in piedi per miracolo e le palpebre pesavano come incudini sui suoi poveri occhi stanchi.

«Ehi ma cosa ti è successo?» chiese Frederick vedendolo sdraiato mezzo addormentato sul suo bancone. Axel alzò la testa lottando contro il sonno.

«Hai avuto un'altra nottataccia?»

Axel annuì con la testa. «Hai ragione Frederick» Fece un lungo sbadiglio. «Accidenti che nottata!»

«Che cosa hai fatto?»

«Mi sono quasi ammazzato per impedire ad un branco di quegli stupidi Sharker di derubare una gioielleria!»

«Ecco perché hai quel livido sul braccio» disse Frederick osservando una macchia violacea sul braccio destro di Axel.

«Già ma non è niente, non ti preoccupare ho soltanto picchiato per bene alcuni di quegli Sharker, niente di più» Frederick si mise a ridere ed Axel si unì alla sua allegra risata.

«Quando imparerai a non cacciarti nei guai?»

«Ma dai Frederick! Sai benissimo che non sono il tipo che impara! Tu mi conosci meglio di chiunque altro !»

«Hai ragione...»

«Vado a dormire, sono stanco morto! Mi raccomando Frederick: non voglio essere disturbato per nessun motivo a meno che non sia qualcosa di veramente importante»

«Certo vai tranquillo»

«Grazie» Axel si avviò verso la camera lottando contro il sonno.

Frederick aspettò che Axel fosse entrato. Aprì uno sportello dietro al bancone e guardò una serie di pulsanti numerati, erano i pulsanti di chiamata nelle camere dell'albergo. Pigiò sul numero 9.

Biiiiiiiippppppppp

Il suono della chiamata fece sussultare Clare. Osservò il comodino e vide una spia rossa accesa sul telefono e sul display era scritto: "Chiamata sala d'attesa". Capì immediatamente che si trattava di Frederick. Si vestì meglio che poté e si preparò ad uscire.

«Grazie Frederick» Aprì la porta e cominciò ad avviarsi verso la camera di Axel correndo per poter arrivare prima. Giunse alla porta della camera del ragazzo e la trovò chiusa.

Bussò con forza.

Nessuna risposta.

Bussò nuovamente con più forza.

Nessuna risposta.

«Axel!» urlò bussando nuovamente.

Axel aprì gli occhi appesantiti dal sonno.

«Axel!»

Sentì che qualcuno stava bussando alla sua porta.

«AXEL!»

Anzi la stava quasi distruggendo!

«Axel! Accidenti apri! Axel! Axel!»

Sentì qualcuno che urlava il suo nome. Chi poteva essere? Certamente qualche stolto che non sapeva quanto fosse importante la sua identità.

«Axel! Mi vuoi aprire!»

Si alzò dal letto ed andò alla porta.

«Axel! Axel!»

La porta suonava dei pugni che riceveva nel tentativo di aprirla. Axel udì dei passi di qualche cliente dell'albergo che stava uscendo dalla camera. Se quello sciacallo di fuori non avesse smesso di urlare tutti avrebbero saputo chi fosse il capo degli Wolfy!

GANGSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora