Prologo

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Igor seppellì la faccia fra le mani grandi e sbuffó aspettandosi di vedere l'espressione delusa della sua famiglia.
Lo avevano avvertito, gli avevano dato trecento avvertimenti, ma lui non gli aveva dato importanza, preferendo continuare a non
studiare e prendere brutti voti.
Sbuffó di nuovo e sentì il cellulare, nella tasca dietro dei skinny jeans, vibrare per l'arrivo di un messaggio a cui non
avrebbe risposto.
Era troppo ansioso di tutto quello, e il suo migliore amico non avrebbe potuto aiutare dal letto perchè malato in questo momento. Diventava uno straccio già a 36 gradi di febbre, adesso ne aveva 38, un Morto Vivente con la M e la V maiuscole.
Sbuffó portando lo sguardo sul quadro dall'altra parte del muro.
Era un mare in tempesta, ma il sole illuminava le povere barche che cercavano di sopravvivere alle onde impazzite.
Lo trovava a dir poco azzeccato per la sua situazione. Lui, una barca che cercava di non annegare nella tempesta in cui era incappata, peró la differenza tra lui e le barche del quadro, era che lui aveva avuto scelta, loro no.
Sbuffó, ticchettando con il piede sul pavimento e cambiando posizione ogni due secondi.
La cosa che lo innervosiva più della sgridata che sicuramente gli avrebbero fatto, era lo sguardo deluso dei suoi genitori e la loro solita frase:
"Perchè non sei come tuo fratello?! Perchè non sei bravo come lui?! Ci fai preoccupare ogni momento con il tuo comportamento infantile. Quando ti metterai la testa sulle robuste spalle che hai? Quando Igor?"
La loro solita scenata, la loro solita ramanzina solo perchè lui non era come suo fratello, cioè diligente, studioso e maturo.
Avrebbe voluto urlare ogni volta che lui non era Ivan Volkov, era Igor! Era diverso da suo fratello maggiore, perchè lui era un altro carattere, un'altra persona. Ma restava in silenzio, chiudeva gli occhi, e provava a volare in un altro mondo, il mondo di Seth, il suo mondo. Il suo mondo segreto.
Fino all'ultima parola lui restava nel suo spazio e poi dava ragione ai suoi genitori e se ne andava a fare i compiti nella sua camera... Sì come no.
Prese un nuovo, lungo respiro e si sedette nella posizione iniziale, dimenticandosi del quadro, dimenticandosi del messaggio ricevuto, dimenticandosi di queste cose, ma non dei suoi problemi, che dietro alla porta di legno venivano discussi.
E dopo una decina di minuti seduto su quelle scomode poltroncine color verde, il suo sbuffare venne interrotto dalla segretaria che gli disse di poter entrare in quell'ufficio che conosceva a memoria per le troppe volte in cui si era ritrovato seduto davanti al preside Simpson.
"Igor siediti vicino alla tua famiglia, grazie." Gli ordinó il preside facendo un gesto con la mano per indicare la sedia.
Il ragazzo sospiró, con lui non si era mai comportato mai così... così educatamente, risospirò e si sedette e cercó di sprofondare nella sedia, guardando tutto tranne gli sguardi delusi dei suoi genitori e di suo fratello.
"Igor ti avevamo avvertito che al prossimo brutto voto avremmo chiamato la tua famiglia. Non ci hai ascoltato, non ti sei impegnato a migliorare i tuoi voti, continuando a saltare le lezioni e disturbando in classe.
Per questi motivi, il consiglio degli insegnanti e con il permesso della tua famiglia ha deciso di assegnarti un tutor. Ti aiuterà nei compiti e nel capire cose che non hai capito. Ci saremmo anche noi insegnanti ad aiutarti, tranquillo, non sarai solo. Comincerete lunedì prossimo. Lo troverai sicuramente, alle 15:00, in biblioteca. Hai qualche domanda?"
Igor fissó gli occhi il preside con un'espressione interrogativa e seppe dire solo una cosa.
"Abbiamo una biblioteca?"

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Hey ciao, questo è solo il prologo e spero proprio che vi piaccia la storia, perchè mi sta molto a cuore, ho pensato molto a tutto quanto.
Però se vi piace questa allora non perdete la mia altra storia in collaborazione con KittaAngel: My Maleficent Love 》l.s.

Ciao e al prossimo capitolo
BB

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