Aveva promesso ai suoi nuovi amici di non parlare con Brendon, ma ciò non gli impedì di andare nella foresta quello stesso pomeriggio.
Si strinse di più la giacca attorno al corpo, faceva un freddo polare in quel posto.
Stava camminando tra gli alberi, cercando di schivare i rami ghiacciati e appuntiti che gli graffiavano le gambe, sbuffi di aria congelata gli uscivano dalle labbra.
Continuò a camminare incurante del fatto che probabilmente si era perso in quel labirinto di neve e legno.
Gerard voleva sapere.
Voleva delle risposte su quel ragazzo e sull'incidente della sera prima, probabilmente le cose erano collegate, o forse era solo la sua mente che si prendeva gioco di lui.
Continuò ad avanzare nel cuore del bosco, passò un ruscello ghiacciato con una tavola di legno per attraversarlo, enormi sassi erano accumulati tutti in un punto della riva, poi proseguì dritto finché non si ritrovò in una radura.
Al centro si ergeva una piccola casa di legno, come quella di Helena, o forse più piccola, e sembrava abbandonata.
Si fermò, preoccupato di aver violato qualche proprietà privata, poi decise di procedere con cautela verso l'entrata.
Il rumore di un motore lo bloccò all'istante e si nascose dietro gli alberi prima di essere scoperto.
Da una parte era sollevato di sapere che c'era una strada lì vicino, ma la paura di farsi scoprire era troppa.
Sbirciò tra gli alberi per vedere a chi apparteneva quella casa.
C'era un pick-up blu sbiadito parcheggiato poco più avanti dal suo nascondiglio, poi un uomo aprì la portiera e scese.
Da lontano sembrava enorme, del vapore gli usciva dalle labbra, probabilmente era una sigaretta.
Nonostante i vestiti pesanti, Gerard riuscì a capire che era ben piazzato. L'uomo iniziò a camminare, strascicando qualche parola che Gerard non riuscì a cogliere, poi entrò in casa sbattendo la porta dietro di lui.La sveglia suonò alla solita ora, e così fece anche la campanella di scuola.
Si affrettò ad entrare nell'aula di matematica, Patrick e Ray gli avevano tenuto un posto vicino al loro.
Moriva dalla voglia di condividere ciò che aveva scoperto con loro, ma non sapeva se si fidava a tal punto. Potrebbero prenderlo per pazzo e rovinarsi così l'ultimo semestre prima di New York. No, non aveva intenzione di parlare del ragazzo della foresta con loro.
Ma poteva sempre parargli della casa. Il professore entrò in classe quasi all'istante, e con il suo ingresso, anche i dubbi di Gerard svanirono.
Strappò un figlio di carta e ci scrisse a matita Sono andato nella foresta ieri poi lo lanciò in avanti verso Ray.
Aspettò qualche istante per studiare le loro reazioni, ma sembravano tranquilli.
Fin dove sei arrivato? fu la risposta di Patrick. Prima di rispondere, fissò per qualche minuto il professore, facendo finta di seguire la lezione. Odiava matematica.
Prese la matita e scarabocchiò qualche frase come casa dopo il fiume e pick-up blu, poi aspettò il momento giusto per lanciarlo.
Il biglietto di ritorno atterrò sul suo libro nello stesso istante in cui la campanella suonò, aprì velocemente il pezzo di carta e guardò la risposta.
Casa Iero
Prese in fretta i suoi libri e uscì dall'aula.