L'ultima campanella della mattina lo colse impreparato. Era seduto al fondo della classe e stava cercando di dare un giudizio al suo primo giorno di scuola. Non era andata male, anzi, aveva conosciuto gente nuova, anche se l'imbarazzante momento della presentazione alla classe gli era costato quasi un attacco di panico. Raccolse i suoi libri e si avviò alla mensa, gli toccavano ancora due ore pomeridiane e poi era ufficialmente libero. Entrò nella grande stanza insieme agli altri studenti per confondersi tra gli altri, quando una voce dall'altra parte della stanza lo chiamò.
"Gerard!" Urlò Ray sventolando la mano e facendogli segno di sedersi vicino a lui. C'era un'altra persona in quel tavolo insieme a Ray. Si avvicinò timidamente ricambiando il saluto del riccio, e si sedette senza proferire più una parola.
"Gerard, lui è Patrick. È il mio migliore amico." Si salutarono tutti e due imbarazzati poi Ray cominciò a parlare della prima cosa che gli passava per la testa.
Le ore pomeridiane scorrevano tranquille, la voce del professore era diventata quasi una cantilena. Era facile perdersi nei pensieri in quel momento, e Gerard lo scopri ben presto. Lasciò lo sguardo vagare fuori dalla finestra, la foresta sembrava invitante, gli alberi muovevano i rami come ad invitarlo ad entrare. Continuava a fissare lo spazio tra gli alberi sperando di poterci entrare e andare in esplorazione. La voce del professore sembrava distante anni luce. La neve ai piedi delle cortecce era macchiata da ombre dalla forma strana,create dai rami.
Fu allora che lo vide.
Era il ragazzo che aveva visto il giorno prima.
Gerard si raddrizzò di scatto sulla sedia continuando a fissare il ragazzo, qualcosa decisamente non andava.
Aveva i capelli neri, una giacca scura e i jeans neri, era estremamente pallido e sembrava più basso di Gerard. Stava fissando anche lui l'entrata della foresta. Mosse qualche passo verso gli alberi. Prima di inoltrarsi del tutto si voltò, per pochi secondi i suoi occhi incontrarono quelli di Gerard.
Poi si girò e sparì nella foresta.Tornò a casa di Helena nel tardo pomeriggio, ancora scosso da quello che aveva visto.
Non riusciva a capire se era una specie di allucinazione oppure un sogno ad occhi aperti, non capiva perché vedeva quel ragazzo, e c'era un'unica cosa che poteva aiutarlo.
E quindi eccolo lì, davanti alla grande foresta di Seaward, pronto a trovare delle risposte alle sue domande. Il vento tirava forte quel pomeriggio, era prevista un'abbondante nevicata per la sera. Mosse un primo passo, lasciando dietro di sé la casa di Helena, ormai era deciso a scoprire tutto.
La sua concentrazione, però, venne troncata dalla suoneria del suo cellulare. Un po' stupito, rispose alla chiamata.
"Pronto?"
"Gerard! Amico dovresti proprio venire qua, io e Patrick ci stiamo divertendo un mondo!" La voce di Ray era squillante per telefono. Fece un respiro profondo, indeciso su cosa fare.
"Okay, sto arrivando." Rispose mettendo giù.
Guardò per l'ultima volta la foresta, prima di incamminarsi verso l'auto. Per il momento, la risposta alle sue domande doveva attendere.
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