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Un mese.
Era passato un mese dal loro primo incontro, nella foresta.
Si ricordava tutto nei minimi particolari, come una fotografia ancora nitida nella sua testa.
Frank lo aveva fissato per qualche istante, gli occhi castani spalancati spiccavano sul viso pallido.
Lo guardava come se non capisse. Come se ci fosse qualcosa di strano.
Era rimasto in silenzio per la maggior parte del tempo, poi si era deciso a parlare.
"Chi sei?".
Ricordava ancora la sensazione di freddo nella sua voce, chissà perché se l'era immaginata diversa, più dolce, forse.
Fu così che avvenne la loro presentazione; Gerard balbettò qualche parola su di sé, poi rimase in silenzio. Tutte le domande che voleva fargli erano passate in secondo piano, in quel momento c'erano solo lui, Frank , i suoi occhi e la foresta.
Quando tornò a casa decise di non dire nulla a Patrick e Ray. Non gli importava tradire la loro fiducia, non era disposto a condividere questo fatto con loro. Era un pensiero molto egoista, il suo, ma dopo il New Jersey aveva capito che qualche segreto bisognava tenerlo per sé.
Dopo quel giorno si incontrarono diverse altre volte, sempre nella foresta, sempre da soli.
Sentiva una strana affinità con Frank, spesso si capivano al volo, a volte bastavano pochi sguardi per capire i loro umori.
Passavano interi pomeriggi a parlare di tutto quello che gli passava per la testa, oppure si sdraiavano per terra, sulla neve e fissavano il cielo senza parlare. A volte non c'era bisogno di parlare, a volte i silenzi erano le parole più belle.
Quel pomeriggio erano distesi sulla neve, il sole filtrava tra i rami creando strani giochi di luce.
Quel pomeriggio non avevano ancora parlato. Le domande che Gerard si era posto, quelle prima dell'incontro con Frank, erano sempre lì, ma non aveva il coraggio di dirle a voce alta. Non erano ancora arrivati a questo, al parlare delle loro vite. Di solito gli argomenti delle loro discussioni erano l'arte, la filosofia, Frank amava la filosofia, e la musica. Avevano scoperto di avere gli stessi gusti musicali, un po' classici, un po' rock.
Quel pomeriggio aveva la testa di Frank appoggiata sulla sua pancia, e una strana voglia di fargli quelle domande.
"Perché non sei al college?" provò a chiedere.
"Quale college?" rispose Frank stranito.
"Hanno detto che eri partito per il college. Una settimana prima del mio arrivo qui a Seaward".
Lo sentì irrigidirsi sotto le dita che gli accarezzavano i capelli.
"Oh, sì. Il college. Non faceva per me, ho mollato." rispose incerto.
Il suo comportamento era strano, magari era una domanda scomoda per lui, magari non era ancora pronto a parlare di sé. E Gerard odiava mettere in difficoltà la gente, sapeva come si sentivano, ci era passato anche lui e lo faceva tutt'ora quando voleva evitare le domande di Ray e Patrick.
Si sentì in colpa per averglielo chiesto, così decise di stare zitto per il resto del tempo.
Il pomeriggio passò in fretta, nessun'altra parola fu detta, e i due decisero insieme che era arrivato il momento di tornare a casa.
Si salutarono in fretta con la promessa di vedersi il giorno dopo, poi si allontanarono.

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Capitolo di passaggio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 18, 2015 ⏰

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