Capitolo Uno.

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-Katherine-
Avete presente quando le giornate partono già con il piede storto?
Perfetto.
Questa è una di quelle giornate per me.
La sveglia non l'ho sentita, mia madre non mi ha svegliata ed in più ho perso L'autobus una volta uscita di casa e, correndoci dietro, sono inciampata e mi sono ferita le mani.
Fortunatamente i miei vestiti non si sono stracciati, anche perchè indietro a cambiarmi non sarei tornata siccome già ho fatto abbastanza tardi.
Sono affranta e arrabbiata con me stessa.
Oggi sarebbe dovuto essere il mio primo giorno di scuola del quinto anno in una nuova scuola e già sono in ritardo!
Non oso immaginare la professoressa o il professore quando entrerò nell'aula dopo 30 minuti di ritardo.
Mi sgriderà? Mi manderà fuori?
Al solo pensiero mi tremano le gambe.
Al solo pensiero di tutti quegli occhi puntati su di me, e delle loro risate mentre mi ridicolizzano mi vengono i brividi.

Il cuore mi batte forte contro il petto mentre salgo le scale per entrare nell'atrio.
Chiedo a una bidella quale sia la mia classe e lei, annoiata, mi dice che è la n°24 al piano di sopra.
Perfetto.
Adesso dovrò trovarla.
Mi agìro per i corridoi con le mani affondate nella mia grande e larga felpa mentre cerco la mia aula.
Poi la trovo.

Okay, Katherine. Non è la prima volta, puoi farcela!

Eppure.. Eppure come ogni volta non ci riesco. Come ogni volta l'idea di conoscere nuova gente mi terrorizza.
Emettendo un lungo sospiro sollevo il braccio e busso alla porta.
Qualcuno -colei che suppongo sia la professoressa- smette di parlare solo per invitarmi ad entrare.

Mi mordo il labbro ed apro la porta
«Oh! Tu devi essere-»« Katherine Grint, mi scusi per il ritardo prof» la interrompo abbassando un attimo dopo subito il capo.
Gli occhi di tutti sono puntati su di me e vorrei scomparire in questo preciso istante.
Le gambe mi tramano e non riesco ad udire altro se non il mio cuore pulpitare con forza contro il mio torace.
La prof dice qualcosa riguardo al fatto che non ha importanza, per oggi, e che posso sedermi.
Dopo aver annuito con passo svelto, cercando di non inciampare, vado a cercare un posto vuoto, preferibilmente isolato dal resto della classe.
Vado in fondo e mi siedo vicino ad una ragazza bionda, bella, ansi bellissima , che quando mi vede arriccia il naso e si sposta più in là per allontanarsi da me.
Sospiro e prendo i libri dalla borsa.
Ormai sono abituata ad esser trattata in tal modo. Quindi quasi non mi importa.

Le ore passano veloci. Fortunatamente a me piace seguire la lezione e ascoltare i professori, per questo il tempo sembra volare.
Quando la campanella suona e annuncia la fine delle prime lezioni, tutti iniziano a correre e a dirigersi verso la mensa.
Io prendo le cose con più calma e mi dirigo nella mensa con passo più lento.
Fra le mani stringo il libro di letteratura Inglese mentre il capo lo tengo chino sui miei piedi.
Non mi piace esser notata.
Non mi piace che la gente mi guardi o che semplicemente mi giudichi dopo avermi guardata.
Per questo chino il capo, così non noto quegli sguardi e non mi sento in imbarazzo o a disagio.
In mensa pranzo da sola. Tutti mi lanciano occhiate e molti bisbigliano qualcosa mentre mi guardano.
Irritata mi sollevo dalla sedia, afferro il mio libro, la borsa, ed esco fuori cercando di non guardare nessuno, anche se sento i loro sguardi bruciarmi la schiena.
Cosa avranno mai da guardare? Io non capisco.
Si, non sono il tipo che veste alla moda, che indossa le minigonne e le magliette scollate o corte.. ho gli occhiali, i capelli ricci e spesso in disordine, e sono molto goffa. Ma cosa c'è di strano in questo?
Mi piace semplicemente essere me stessa e non cambierò per nessuno.

Sospirando mi siedo con la schiena contro un albero e osservo i ragazzi in lontananza esercitarsi con il Calcio.
Dopo un lungo sospiro afferro il mio libro dalla borsa e inizio a studiare le prime pagine che solo poco fa ha assegnato la prof.
Studiare all'aperto mi rilassa.
Ascoltare il fruscio delle piante mentre il vento le accarezza con dolcezza, ascoltare la delicatezza del silenzio. Starei semplicemente ore a studiare o leggere all'aria aperta.
Adoro la tranquillità. Mi fa stare bene.

I can't fall in love. || Louis Tomlinson ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora