Capitolo 5

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23.18

Oddio, non può finire così. Io odio i film che non finiscono! O meglio mi piacciono ma li odio. È una cosa strana, perché voglio sapere cosa succederà, ma nello stesso tempo no. Devo vedere se hanno fatto anche il secondo.

Vado verso il computer. Internet explorer. Google. Sequel io sono il numero 4.

Oh è un libro. Anzi sono due trilogie! Magari se le trovo le leggo. Però io volevo il film, quell'attore è veramente figo.

23.40

Vado in bagno, tolgo gli occhiali, alzo gli occhi e li poso sullo specchio e... no! No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. No. E ancora no!

Sul collo vicino alla voglia scura c'è una macchia rossa. Non è un succhiotto. Purtroppo.

Spalmo un po' di crema ma non voglio ricorrere al cortisone.

Non di nuovo. Non anche quest'anno. Non posso essere così anche quest'anno. Nuova scuola. Nuovi compagni. Un amore vicino. No. No. Non posso ridurmi come l'anno scorso.

Flashback

«Vitto guardati!» mi impongo. Apro gli occhi. Lacrime calde mi rigano le guance. «Guardati! Sei così e non ci puoi fare niente. Sei così e basta. Sei un mostro!»

Basta. Non ce la faccio più. Quelle dannate medicine non funzionano. E quel dottore, quanto mi sta sul culo quello lì. Sempre con quell'aria di chi ti fa un favore a darti un occhiata e paghi 200€ intanto. Ti da due robe e ti dice di aspettare, che si risolve col tempo, di stare tranquilla, di fare yoga. Ma chi cazzo fa yoga alla mia età? E poi a che serve? L'unica cosa che mi stressa è il mio aspetto adesso e dovrei farmelo passare non essendo stressata. Ma mi dica lei dottore, lo sa come ci si sente ad alzarsi ogni mattina e non riuscirsi a guardare allo specchio? Lo sa come ci si sente ad avere degli sguardi di pena e disgustati addosso? Lo sa quanto è fastidioso? No, lei non lo sa, lei ha solo studiato quello che c'è sui libri ma sui libri non ci sono scritte queste cose. Nessuno lo sa, nessuno che non sia un mostro come me. Chi si lamenta perché ha due chili in più. Sinceramente non so come ci si sente ma per quanto una non si possa vedere allo specchio gli altri la possono guardare, gli altri magari la troveranno rotonda ma non un mostro. Chi si lamenta perché ha gli occhi scuri, chi non è biondo, chi ha i capelli ricci e li vuole lisci, chi ha le ginocchia storte, chi non gli piace il naso, che si trova i denti storti, chi ha questo o quello e chi non ha questo o quello. Non sanno come ci si sente, non sanno come ci si sente a voler essere veramente invisibili. Vorrei fare scambio per un giorno con qualcuno. Qualsiasi persona. E vorrei che quella persona possa portarsi il mio mostro, per un giorno, per capire come ci si sente, ma senza sapere che sarà così solo per un giorno altrimenti si consolerà a quel pensiero, non deve sapere quando andrà via. E io prenderò volentieri il suo corpo per un giorno, per avere il suo aspetto, per essere normale nella sua unicità e diversità, per essere normale nei sui difetti, nei suoi presunti difetti.

Mi guardo ancora, meglio. Studio tutte le variazioni della mia pelle, dagli occhi gonfi alle piaghe nelle braccia.

Ho due borse che un chirurgo estetico sverrebbe a vedermi, braccia che farebbero compassione ad un lebbroso e una macchia indefinita rossa con la pelle che si stacca come una pellicola che avvolge collo e viso. Immagino di staccarla, di prendere quello strato di pelle che non va, toglierlo e gettarlo via lontano. Una volta ero a casa dell'Alice a dormire e alla mattina mi aveva detto che aveva fatto un sogno strano: io che combatto con un omino di dermatite.

Mi guardo ancora, ogni crosticina, ogni chiazza, ogni graffio.

No, non può andare così anche quest'anno, ho l'esame, la gita, voglio essere normale.

Fine flashback

No, quest'anno andrà meglio. Non può andare così, con la scuola nuova e con lui. Non voglio che mi veda così. No dai, quest'anno andrà meglio.

Mi voglio illudere. La speranza ci dev'essere sempre.

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ciaooooo.

capitolo importante oggi.

laTitto:P


Storia di un mostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora