Driiin driiin
Guardo l'ora. 6.30.
Ma chi cazzo mi chiama a quest'ora?
«Pronto?» dico con la voce impastata dal sonno.
«Hey, ti ho svegliata?»
«Siii, ti ricordo che entro dopo e che non prendo il pullman il primo giorno»
«Oh scusa.»
«...»
«Amoreeeee»
«Mh. Dai adesso mi alzo intanto.»
«Va bene. Buona giornata!»
«Glasie. A dopo.»
«A dopo. Lo sai che ti voglio bene, vero?»
«Si, anch'io» sorrido e riattacco.
Vado in bagno e mi lavo la faccia per svegliarmi meglio. Non serve ma meglio di niente. Torno in camera e mi vesto, jeans e maglietta con scritto 'io non compro i libri, li adotto', ci sono affezionata a questa maglia, me l'ha fatta mia madre per natale.
Mamma mia che mal di pancia. Quand'è che mi deve venire il ciclo?
Faccio il conto.
No, non ancora. Ma intanto viene quando gli pare quindi, vabbè.
Operazione colazione: caffelatte con biscotti.
Messaggio a Sorellona Ale: Aleee. Tu sei agitata? ♥
Faccio lo zaino, si fa per dire.
Sorellona Ale: Tantissimo. Io sono qui fuori da un po'♥
Io: Sto per partire. ♥♥
Scendo e passo ad avvisare mio papà che è ora di andare. Saliamo in macchina e partiamo. Durante il viaggio sento la nausea crescere.
Non dovevo farmi il tazzone di caffelatte.
Arriviamo davanti all'imponente edificio. Una folla di ragazzi aspetta sul marciapiede. Poco più lontano una ragazza bionda mi saluta con la mano.
«Trevy!! Ma che ci fai qui?»
«Sono venuta a salutare mia cugina dato che entro dopo. In bocca al lupo!»
«Grazie. Crepi.»
Scorgo l'Ale, ma sta già entrando.
Oddio ma è prestissimo! Eppure entrano tutti.
Seguo la folla.
Ok. Ho trovato anche Guido. Comodo avere un amico alto.
Due tizi dall'aria sperduta davanti a me vengono indirizzati nell'aula magna, li seguo sembrando decisa e ignorando le budella che si stanno contorcendo peggio degli auricolari. Vedo ilGuido con la sua felpa azzurra e mi avvicino.
«L'Ale?»
«Di lì.»
Nella sua stessa fila la mia "sorellona" si sta sbracciando.
«Scusaaaaa, non ti avevo vista.» dico prendendo posto vicino a lei.
Intanto l'aula magna si sta riempiendo.
«Agitata?» mi chiede.
«Sto per vomitare la colazione. Tu?»
«Abbastanza.»
«Pensa come riderebbe la Giordi a vederci così agitate.»
Ridiamo entrambe.
Il preside chiede attenzione e inizia il suo discorso che trovo molto bello anche se il volume alto degli altoparlanti mi stordisce un pochino.
Segue l'appello fatto dagli studenti che si occupano dell'accoglienza.
Sento il mio nome e alzo la mano. Il tipo non mi vede e quando gli altri mi indicano si scusa. Ovvio, mica poteva andare tutto perfettamente.
Ci dividono in classi e ci portano nella nostra aula.
Grazie a Dio non dobbiamo cambiarla come quelli del Tecnologico. Sfigatiiii!
Gli ultimi posti liberi sono i nostri, seconda fila laterale, è ancora andata bene, potevamo essere in prima fila.
Prima ora: religione.
Ma chi diavolo inizia con religione il primo giorno di scuola?
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Ciaooooo, capitolo corto oggi, scusate.
spero vi piaccia lo stesso.
se vi piace la storia votate e passate parola.
intanto sono arrivata a 200 visualizzazioni che è più di quanto credessi.
ciaoooo
laTitto:P

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Storia di un mostro
Ficção AdolescenteQuesta è la storia di una ragazza e del mostro che s’impossessa del suo corpo per la maggior parte dell’anno, un mostro che non può nascondere e che la consuma.