Chapter 13

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"Ora del decesso 22.37,"

L'ultimo battito del pilota,era stato segnato su un pezzo di carta,segnando poi,un'altra morte innocente. Svoltai le ruote della mia sedia e chiesi dove si trovava la modella,e la ritrovai poco dopo,con aria stanca e i pensieri altrove.

"Allora non ti hanno drogato," mi disse scherzosa. Con le labbra premute,sforzai un sorriso. Dopo tutto,non era uno dei miglior momenti della mia vita,e ora non era certamente un momento da riderci sopra.

"Andiamo,Swift. Ridi un po',"

Aveva un sorriso stampato in faccia,ma i suoi occhi rossi e rigonfi mi dicevano che aveva appena smesso di piangere. Un foglio era steso sul suo petto e lei aveva una penna in mano. Probabilmente la mia entrata la aveva interrotta da qualsiasi cosa lei stava facendo.

"Comunque,come stai," mi chiese,un'espressione di serietà le prese in possesso il viso. Mi avvicinai a lei e le diedi un soffice bacio sulle labbra,ignorando quello che mi aveva chiesto.

"Cosa?" Chiese. Scossai la testa e la avvicinai a me,afferrandola per il soffice panno che stava indossando e unì di nuovo le nostre labbra,leccandole in fine il labbro inferiore.

"Sei ancora innamorata di me oppure il sedatico ti ha fatto cambiare idea?" le chiesi. Un sorriso le sovrastò il viso e le sue labbra si incurvarono in un sorriso a trentadue denti.

"Lo sarò sempre,Swift,"

Mi fermai a guardarla,non accorgendomi nemmeno che lei mi aveva fatto una domanda. I suoi occhi sono così verdi. Mi potrei perdere dentro di essi.

"Mi stai ascoltando,Taylor?"

Tornai alla normalità e la vidi fissarmi con occhi scherzosi e un sorriso giocoso. "Scusa. Che cosa hai detto?"

"Volevo salere come stavi. Se stavi bene o,che ne so," affermò,guardandomi da alto a basso. Annuii gentilmente e le presi la mano,iniziando a giocare con le sue dita.

"Ti hanno mangiato la lingua oggi?"

La guardai di nuovo e ritrovai quella scintilla nei suoi occhi,- quella di cui mi ero innamorata dopo tutto.

"No. Non sono in vena di parlare oggi," replicai,guardando quanto le nostre dita si intrecciavano perfettamente l'una con l'altra.

Sospirai.

"Come mai?"

"Non lo so. L'ospedale mi da senso di tristezza. Mi fa venire in mente Cara e Gigi,sai...la morte," cercai di spiegarle.

Lei aprì le braccia e con un sorriso disse,"Vieni qua,"

Accettai volentieri l'invito e stendetti le gambe parallelamente alle sue,l'unica cosa a separle era la soffice seta delle coperte.

"Karlie," la chiamai.

"Dimmi," mi rispose dolcemente,spostandomi una cioccia di capelli dal viso. Mi girai per incontrare il suo sguardo e pensai a quello che volevo dirle,se infatti dirglielo o meno.

Ti amo.

"Voglio fare l'amore con te," affermai dopo vari momenti. I suoi occhi diventarono più scuri,rienpiendosi di lussuria e desiderio. Le labbra si incurvarono e diedero vita a un dolce sorriso.

"Cioè,volevo dire...io- scusa,ho reso le cose imbarazzanti," cercai di liberarmi dalla sua presa,ma lei mi strinse ancora più a lei. Mi diede un bacio in cima alla mia testa,il mio corpo rilassandosi al contatto.

"Anche io,piccola," mi sussurrò. Nel sentire la parola 'piccola',un sorriso stravolse il mio viso. Le baciai leggermente il collo,facendola emettere un sospiro di sollievo. "Voglio solo che sia speciale,capisci?"

Annuì e incontrai subito il suo sguardo,dandole un bacio per dirle quanto la amavo per queste piccole,ma maestose,cose.

"Io..." Io ti amo ma non ho il coraggio di dirtelo perché ho paura che tu non prova lo stesso. "Anche io," le dissi semplicemente. Mi accocolai con lei nel letto e nel frattempo mia addormentai.

Ti amo.

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